La vigilanza privata in cerca d’identità

Attualità

04.07.2012

La vigilanza privata in cerca d’identità

“Giro d’orizzonte” con il presidente di Federsicurezza, Luigi Gabriele. Transizione normativa, confusione organizzativa e scarsa capacità di rappresentanza impediscono al settore di trovare risposte concrete alle sfide del mercato.

Vigilantes-Italpol-390x2.jpgLa Vigilanza privata è un settore d’interesse nazionale o svolge una comune attività d’impresa che segue le regole del mercato? Da questa domanda parte la “chiacchierata ” di Confcommercio On Line con il presidente di Federsicurezza, Luigi Gabriele. “Per 70 anni la nostra attività è stata regolata dal Tulps (Testo Unico delle leggi di Pubblica Sicurezza N.d.R.) varato in epoca fascista e che fino al 2007 non ha subito modifiche di rilievo. Il costo del nostro lavoro era fissato direttamente dal Prefetto, quindi fuori da qualsiasi logica di mercato”. “Lo scenario – ha osservato Gabriele – è radicalmente cambiato quando, il 16 marzo del 2011, è entrato in vigore il D.M. 269/2010 (DM capacità tecnica) per adeguare la normativa italiana in materia di sicurezza privata a seguito della sentenza della Corte di giustizia della Comunità Europea nel dicembre del 2007. E’ stato subito chiaro che l’attuazione del decreto avrebbe comportato una radicale trasformazione della disciplina degli istituti di vigilanza dal punto di vista organizzativo, professionale e di qualità dei servizi”. Ma la cosa più preoccupante ha tenuto subito a sottolineare il presidente di Federsicurezza, è che sono quasi 200 gli Istituti a rischio chiusura, per un totale di tremila guardie giurate che potrebbero finire a spasso da un giorno all’altro. Forse sarebbe utile definire una diversa gradualità nell’applicazione delle sanzioni più gravi (sospensione o mancato rinnovo della licenza per assenza – o per decadenza – dei requisiti di capacità tecnica prescitti dalla riforma). “Questo ha chiesto Federsicurezza -al ministro dell’Interno Cancellieri”. Parlando della situazione attuale del mercato, Gabriele ha evidenziato come “le difficoltà maggiori derivino dal fatto che con la caduta delle tariffe prefettizie e la possibilità di aprire nuove sedi sul territorio nazionale sono sorte miglia di piccole aziende, con la conseguenza che il fatturato del settore si è ridotto, le tariffe sono scese e tante aziende di portierato, per le quali non esistono costi di formazione professionale e di materiale, si sono offerte al posto della vigilanza privata“. E a proposito di offerta, c’è da notare che si va sempre più verso la vigilanza “virtuale”, in particolare le banche si affidano a questa soluzione sostituendo la guardia in carne ed ossa davanti all’ingresso con una che comunica e dà disposizioni tramite un messaggio preregistrato. Uno scenario dunque piuttosto deprimente che andrebbe affrontato con compattezza da parte degli operatori del settore. E questo è un altro punto dolente della questione: “Noi come Federsicurezza -ha detto Gabriele – abbiamo cercato di affrontare i temi più caldi facendo proposte concrete come ad esempio sul contratto nazionale di lavoro: scaduto da tre anni, il precedente CCNL soffre ormai di ultravigenza cronica e le parti sociali non sembrano trovare un punto di sintesi nemmeno all’interno dei propri schieramenti. La vacanza contrattuale cresce, assieme alla svalutazione del potere monetario e al carovita. E mentre le rappresentanze della vigilanza privata si scannano sulla qualificazione del portierato, proliferano nuovi contratti per coprire la famosa area grigia e i dipendenti da istituti di investigazioni private”. A fronte di una situazione tanto negativa, c’è però una notizia positiva per il settore: la temuta riforma del lavoro e delle pensioni potrebbe risparmiare gli operatori che si occupano di sicurezza pubblica e privata, le guardie giurate. Entrambi svolgono lavori logoranti, per giunta con porto d’arma: l’età pensionabile andrebbe quindi valutata attentamente per queste categorie. In tal senso la Camera ha dato il via libera ad un ordine del giorno della Lega Nord che “impegna il governo a valutare, in sede di applicazione di riforma del lavoro, le eventuali conseguenze sul comparto pubblico Difesa e Sicurezza, e su quello in cui operano le società di sicurezza privata, qualora incompatibili con la specificità delle rispettive professioni”.

http://www.confcommercio.it/home/La-vigilanza-privata-in-cerca-d-identit-.htm_cvt.htm

La vigilanza privata in cerca d’identitàultima modifica: 2012-07-05T11:45:00+02:00da sagittario290