Ergastolo alla guardia accecata dalla gelosia

Cronaca

04/07/2012

CARCERE A VITA PER IL MAROCCHINO CHE SPARÒ CONTRO MARINA CORRADINO

Ergastolo alla guardia accecata dalla gelosia

Uccise l’ex compagna davanti ad Auchan: «E’ stato un agguato»

Massimiliano Peggio

corradino_marina_g.jpgTORINO – Otto colpi di pistola gli sono costati l’ergastolo. Abdelilah Intaj, il marocchino di 41 anni che la sera del 2 aprile dell’anno scorso uccise l’ex compagna Marina Corradino all’uscita del supermercato Auchan di Venaria, dove la donna lavorava come barista, è stato condannato ieri dal giudice Silvia Salvadori. Pena massima, nonostante il giudizio abbreviato. Sulla condanna hanno pesato le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi. L’associazione «Telefono Rosa», rappresentata in aula dall’avvocato Anna Ronfani, ha ottenuto un risarcimento simbolico di 1 euro. «Ci siamo costituiti parte civile – spiega il legale – a nome di tutte le donne che pagano con la vita gli amori sbagliati».

Accecato dalla gelosia. Abdelilah Intaj, difeso dagli avvocati Cinzia Nardelli e Stefano Freilone, ha sempre sostenuto che si trattò di omicidio d’impeto. «Volevo solo parlarle, convincerla a darmi una seconda occasione. Mentre usciva dal supermercato l’ho vista sorridere a un uomo. Ho perso la testa». Il giudice non gli ha creduto, accogliendo la richiesta del pm Emanuela Pedrotta. Ergastolo. I due avevano avuto una relazione tormentata, due anni insieme ma ognuno a casa propria. Marina aveva 46 anni, vedova da tempo, due figli. Si erano conosciuti a Auchan. Lei lavorava al bar, lui faceva la guardia giurata. A febbraio 2011, durante un litigio sotto gli occhi dei colleghi, il marocchino maltrattò la donna. Messo alle strette dal responsabile del supermercato, diede le dimissioni. E così anche la loro relazione finì. Marina Corradino cambiò numero di telefono e cercò di dimenticare quell’amore frequentando nuovi amici. Anche Abdelilah trovò una nuova compagna. La stessa che continua ad amarlo oggi, nonostante il carcere, e con la quale ha avuto una figlia.

I difensori dell’imputato hanno cercato di dimostrare, attraverso gli atti dell’inchiesta, l’assenza delle aggravanti, ricostruendo minuziosamente quella giornata, un sabato. «Abdelilah Intaj – spiega l’avvocato Cinzia Nardelli – trascorse quella giornata a traslocare. Fino alle 19,30 giocò alla PlayStation col figlio della nuova compagna. Pochi minuti prima di incontrare la signora Corradino, telefonò a una persona per un colloquio di lavoro. Elementi che non combaciano affatto con un’azione premeditata». Però si presentò a quell’appuntamento indossando una parrucca. Per non farsi riconoscere, ha sostenuto l’accusa. Perché, avendo lavorato all’Auchan come guardia giurata, sapeva che il supermercato è sorvegliato da numerose telecamere.

Secondo gli investigatori si trattò di un agguato. Il marocchino sparò otto volte con una pistola calibro 9. Il primo colpo raggiunse Marina al braccio, le trapassò il collo e uscì dalla nuca. Il terzo fu il colpo mortale, sparato alle spalle, mentre lei era a terra. «Avevo la pistola perché volevo convincerla a parlarmi. Né intendevo ucciderla quando ho sparato. Volevo colpirla alle gambe» ha detto. Anche in questo caso il giudice non gli ha creduto. Venti giorni prima dell’agguato Marina ricevette al bar due telefonate, dall’utenza di Intaj. All’altro capo, una voce di donna. «Farai una brutta fine…». I familiari della donna, assistiti dall’avvocato Francesca Violante., hanno ottenuto la provvisionale: 200 mila euro a ciascuno dei due figli, 80 mila alla madre.

http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/461139/

Ergastolo alla guardia accecata dalla gelosiaultima modifica: 2012-07-05T11:00:00+02:00da sagittario290