Vigilantes, in Puglia strage di uomini sulle strade

Cronaca

Lunedì 04 Giugno 2012 09:40

Vigilantes, in Puglia strage di uomini sulle strade

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vigilantes.jpgBRINDISI – Le Guardie giurate dei blindati portavalori sulle strade pugliesi ci lasciano la pelle. Sono i numeri che lo dicono: dal 2005 al 2010 si contano 12 morti. Gli infortuni invece sono 623 (denunciati all’Inail) , sempre nei cinque anni e soltanto in Puglia. Una strage di uomini, di vigilantes che per uno stipendio base di 1100 euro rischiano di non tornare più a casa. Trasferiscono milioni di euro, eppure vengono lasciati da soli nel farlo. Da chi? Dalla scarsa “sensibilità” che gli stessi istituti e le autorità riservano alla categoria. Viaggiano armati, hanno sistemi di sicurezza all’avanguardia, ma quando di fronte a loro si piazzano dieci uomini armati di Kalašnikov disposti a tutto come possono difendersi? Gli istituti di vigilanza sono assicurati, le polizze ricoprono il danno. Ma alle guardie la vita chi gliel’assicura? Le armi in dotazione non possono essere utilizzate se non in caso di legittima difesa. Cioè soltanto quando vengono feriti. E se quel colpo li ammazza? Troppo tardi. Se invece il proiettile non li raggiunge e loro sparano per primi rischiano la galera. Nel 2000 dopo l’assalto dell’anno precedente in cui morirono tre guardie Veliapol, tra Copertino a San Donato, fatto saltato agli onori (o disonori) della cronaca come la Strage della Grottella si pensò di firmare un Protocollo. Lo siglarono gli istituti di vigilanza privati, il sindacato e i prefetti. Il presupposto era l’ “obbligo” di comunicare gli spostamenti di somme superiori a un milione e mezzo alle forza dell’ordine. Trasporti “eccezionali” li chiamano. Ma di eccezionale hanno solo la quantità di contanti, perché il rischio in quei casi sembra più che altro “usuale” a giudicare dal numero di incidenti. Secondo i rappresentanti sindacali, infatti, per mantenere gli standard minimi di sicurezza, è necessaria la scorta di una pattuglia di polizia ogni dieci chilometri. Proprio a Lecce, il 28 maggio scorso, i dipendenti degli istituti di vigilanza privati avevano denunciato la scarsa “sensibilità” riguardo alla loro sicurezza.

Soprattutto in vista dello svuotamento del cavò di Lecce della Banca d’Iatlia e il travasamento in quello di Foggia. Insomma non basta avere un veicolo inespugnabile, perché loro hanno a che fare con gente pronta a tutto, senza scrupoli. Il vano valori rivestito con acciaio al manganese, i cristalli in policarbonato assemblato, i sistemi antirapina non hanno evitato quei 12 morti, più i tre del 1999. A cui si aggiungono le vittime tra il 2000e il 2004, di cui non ci sono i dati Inail. Servono pattuglie di scorta e posti di blocco a presidiare il loro percorso. Serve sicurezza, protezione da parte dei militari. “Con un trasporto di oltre un milione e mezzo – ha rimarcato Vincenzo del Vicario, segretario nazionale Savip (Sindacato autonomo vigilanza privata – si parla di trasporto eccezionale che necessita di una comunicazione (24 ore prima) alle autorità, affinché sia ‘bonificato’ il percorso. Questo è previsto dal protocollo firmato tra istituti di vigilanza, sindacati e prefetti. Tale “avviso” non è obbligatorio quando oltre al sistema di localizzazione Gps e in alternativa o un sistema di macchiamento delle banconote o lo stivaggio in casseforti con combinazione variabile gli istituti abbiano avuto un’autorizzazione permanente da parte della Questura che gli consente di portare somme oltre un milione e mezzo” asserisce Vicario. La legge non lo impone, ma lo “sterminio” di guardie giurate, (soprattutto in Puglia) dovrebbe portare la coscienza di chi decide a rivedere certi regolamenti.

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Vigilantes, in Puglia strage di uomini sulle stradeultima modifica: 2012-06-05T11:45:00+02:00da sagittario290