Banca di Italia, a Lecce non si gestiranno contanti. La protesta…

Cronaca

Lunedì 28 Maggio 2012 10:02

Banca di Italia, a Lecce non si gestiranno contanti. La protesta dei portavalori: Non siamo carne da macello

Patrizia Capoccia

vigilantes%20bankitalia_250_180.jpgLECCE – A partire da oggi la filiale leccese della Banca di Italia non effettuerà più servizi di gestione dei contanti. Più di quattrocento vigilantes addetti al trasporto valori si troverebbero, dunque, a dover coprire una distanza di 600 chilometri giornalieri per trasferire il denaro nella filiale di Foggia. E’ questo in sostanza il nocciolo della questione che ha portato questa mattina le sigle sindacali di Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Ugl a protestare sotto la sede della Prefettura in via XXV luglio a Lecce.

Due i motivi principali che hanno spinto i lavoratori degli istituti di vigilanza a protestare. Da un lato il tema sicurezza e dall’altro quello occupazionale. Le guardie giurate sarebbero costrette, infatti, a percorrere giornalmente un tratto di 600 chilometri di strada a bordo di furgoni blindati per trasportare i contanti dalla filiale leccese a quella di Foggia. Il rischio sicurezza sarebbe dunque reale «visto i precedenti in Puglia con la strage della Grottella» – fa sapere Mirko Moscaggiuri, segretario provinciale di Filcams Cgil. Non solo. Il trasferimento giornaliero da una filiale all’altra aumenterebbe non di poco i costi che gravano sugli istituti di vigilanza che si occupano del servizio. Aumenti che inevitabilmente si ripercuoterebbero sui lavoratori con eventuali tagli al personale.

Alla base della decisione, in vigore già a partire da oggi, della Banca di Italia ci sarebbe una riorganizzazione territoriale e funzionale. A Lecce, dunque, nessun prelievo o versamento da oggi in avanti. Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil, Cisal e Ugl chiedono un incontro urgente al Prefetto.

«Che l’unità territoriale del Governo si faccia garante presso la Banca di Italia per revocare questa decisione» – dichiara Mirko Moscaggiuri. «Oppure che si convochi al più presto un tavolo tecnico con parti sociali e datoriali per trovare una soluzione. I lavoratori non vogliono essere trattati come carne da macello» – chiosa il segretario.

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