Assalto al blindato dell’Iperlando: i banditi avevano già colpito…

Sezione: NORDEST

Mercoledì 25 Aprile 2012 – 16:11

Assalto al blindato dell’Iperlando: i banditi avevano già colpito con fucili e kalashnikov

Al gruppo armato, composto da 5 malviventi, attribuito anche il colpo alla gioielleria Sartori di Arzergrande

di Marco Aldighieri

20120425_vegg79.jpgPADOVA – I banditi dell’assalto al furgone blindato hanno già colpito in provincia di Padova. Le modalità della rapina al blindato davanti al supermercato Iperlando di Veggiano, ricordano quelle del blitz alla gioielleria “Sartori” di via Roma ad Arzergrande del 21 novembre 2010. Allora in 5, armati di pistola, fucili a pompa e kalashnikov con passamontagna e giubbetti anti-proiettile, proprio come sabato sera, hanno prima chiuso la strada intorno alle 19 e poi sono entrati nella gioielleria. Hanno minacciato i clienti e hanno costretto un dipendente ad aprire la cassaforte. Arraffato il bottino, sono scappati a bordo di un furgone bianco che poi hanno dato alle fiamme.

Anche in quell’occasione, come hanno testimoniato ai carabinieri i tre vigilantes feriti della Civis, i rapinatori parlavano in dialetto veneto. Non si esclude però che tra i banditi ci possa essere qualche calabrese trapiantato da anni nella nostra regione. Un connubio probabilmente con un gruppo di giostrai veneziani, stanziali tra i comuni di Mira e di Dolo, e che riporta alla memoria la Mala del Brenta.

La banda Maniero che non disdegnava i contatti con i criminali calabresi. Si tratta di professionisti. Persone che si muovono in gruppo armati fino ai denti in cerca di colpi grossi. L’assalto al furgone blindato davanti a Iperlando avrebbe dovuto fruttargli un milione di euro, invece qualcosa è andato storto e il vigilante Maurizio Primucci, le cui condizione sono stazionare, rischia di perdere la gamba. Una pallottola calibro 7,65 gli ha frantumato la tibia. Il bandito, come vendetta per non essere riuscito ad aprire il caveau del blindato, gli ha sparato a brucia pelo.

Non sarebbe riconducibile invece il colpo alla oreficeria Cizeta di Rubano, del 13 dicembre del 2011, con la banda dell’assalto al furgone blindato. Anche in quell’occasione erano in cinque e armati di fucili a pompa. Hanno usato un escavatore come ariete per abbattere il cancello di recinzione e penetrare nel laboratorio. Hanno riempito alcune sacche di gioielli e sono scappati a bordo di un’Audi A6 Avant con un bottino del valore di 100 mila euro. Troppo poco paragonato alla gioielleria “Sartori” e soprattutto al milione di euro al sicuro nel furgone blindato della Civis.

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