Corruzione, indagato l’onorevole Vitali (Pdl)

Cronaca

(24 marzo 2012)

Corruzione, indagato l’onorevole Vitali (Pdl)
il pm: “Non lo posso intercettare, archivio”

Avrebbe chiesto assunzioni in cambio di un interessamento per la costruzione di un carcere in Calabria. La replica del parlamentare: “Io estraneo, voglio comunque chiarire tutto”

di SONIA GIOIA

132313937-cd81a9e5-e692-432d-9e75-5301dc4d5f43.jpgBRINDISI – Corruzione. È questa l’ipotesi di reato a carico del parlamentare del Pdl Luigi Vitali e dell’avvocato-imprenditore Giovanni Faggiano, iscritti nel registro degli indagati del pubblico ministero Milto De Nozza della procura di Brindisi. Secondo l’impianto accusatorio, Vitali chiedeva a Faggiano, titolare dell’istituto di vigilanza Securcity, l’assunzione di persone da lui segnalate in veste di guardie giurate.

In cambio, il parlamentare avrebbe dovuto sponsorizzare il progetto per la realizzazione di una struttura carceraria in Calabria per il quale Faggiano “mostrava di avere un serio e concreto interesse imprenditoriale”. Questa la tesi accusatoria, ancora tutta da verificare. Ma, pur sussistendo le premesse per la prosecuzione delle indagini, il pm chiede l’archiviazione del fascicolo perché non può intercettare Vitali, per lo meno non prima di avere ottenuto l’autorizzazione dal Parlamento. E quand’anche quella autorizzazione fosse concessa, scrive il pm, verrebbe meno la segretezza delle indagini con la conseguenza che “il soggetto che dovrebbe essere monitorato non parlerà di nulla che possa essere per lui compromettente”. Da qui la richiesta di archiviazione del fascicolo sulla quale dovrà pronunciarsi da qui a breve il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Brindisi Valerio Fracassi.

Le indagini della procura brindisina nascono da una costola dell’inchiesta sull’affaire spazzatura condotta dalla procura di Napoli. Dalle indagini campane emerge che alla società di cui Faggiano era amministratore delegato, la Enerambiente, era stata appaltata la raccolta dei rifiuti in alcuni quartieri della città di Napoli. L’impresa si serviva a sua volta di due cooperative (San Marco e Davideco) la cui opera non era però necessaria. Qual era, dunque, il prezzo degli accordi? Assunzioni fasulle, appalti gonfiati. Metodo esportato parzialmente, secondo le ultime accuse, anche in terra natale. Nelle intercettazioni della procura partenopea a carico di Faggiano emergono anche le conversazioni con Vitali, che i pm napoletani trasmettono per competenza ai colleghi di Brindisi.

Da qui l’apertura dell’inchiesta assegnata dal procuratore capo Marco Dinapoli al pm Milto De Nozza, che nella richiesta di archiviazione depositata di recente scrive: “Il comune denominatore di tali contatti (fra Faggiano e Vitali, ndr) si sostanziava in continue e reiterate richieste di assunzione da parte di Vitali di persone a lui vicine, alcune con il ruolo di guardia giurata alle dipendenze della Securcity di Faggiano. La contropartita per Vitali si sostanziava nel suo interessamento finalizzato a ottenere utili, o meglio, nella sponsorizzazione di un progetto avente ad oggetto la realizzazione di un carcere in Calabria, progetto rispetto al quale Faggiano mostrava di avere un serio e concreto interesse imprenditoriale”.

Da dove nasce il sospetto del pm? Dalle conversazioni fra i due interlocutori captate nell’ambito dell’inchiesta napoletana, come quella del giugno 2011 in cui Vitali dice a Faggiano che “nel suo ambiente di lavoro vi erano alcune perplessità con riferimento all’importo troppo basso del prezzo proposto” per la costruzione del carcere calabrese. “Un’informazione del genere – scrive ancora il pm – non può che assumere rilevante importanza per un imprenditore, il quale, sulla base di un’informazione di tale tipo, ben può decidere di proporre un ulteriore aumento dell’importo per evitare di essere escluso da una gara d’appalto proprio in ragione dell’esiguità dell’importo proposto. Ed infatti Vitali chiudeva la conversazione promettendo di “stare dietro a questa cosa del carcere” e di comunicare a Faggiano gli eventuali sviluppi”.

Queste le premesse dell’inchiesta che avrebbe richiesto, secondo lo stesso pubblico ministero che oggi chiede l’archiviazione del fascicolo, ulteriori approfondimenti. Ma è lo stesso De Nozza a chiarire l’impossibilità di proseguire nelle indagini, con queste motivazioni: “Laddove questo ufficio – scrive il pm – avesse ritenuto indispensabile monitorare Vitali, avrebbe dovuto attendere che la Camera dei deputati, ricevuto il decreto che autorizzava le operazioni di intercettazione emesso dal tribunale di Brindisi, concedesse la relativa autorizzazione. Ma se le attività di autorizzazione sono, per natura propria, atti a sorpresa, appare evidente come non possa esserci alcuna utilità investigativa nell’attivare un simile mezzo di ricerca della prova se il soggetto che dovrebbe essere monitorato, prima di esserlo, sia avvisato di tanto”.

La replica di Vitali arriva sulla bacheca di Facebook: “Apprendo dalla stampa di essere stato indagato per il reato di corruzione. Nonché che è stata richiesta dal Pubblico Ministero l’archiviazione”, scrive il parlamentare, “Pur non potendo allo stato, non essere che soddisfatto di quanto richiesto dai pm, tuttavia, non condivido assolutamente che la richiesta di archiviazione possa essere stata determinata dall’esistenza di limiti alle indagini derivanti dal mio status di parlamentare. Mi riservo, una volta conosciuto l’incarto com’è nei miei diritti, di chiarire ulteriormente la mia totale estraneità ai fatti in oggetto nell’interesse mio e della giustizia”.

http://bari.repubblica.it/cronaca/2012/03/24/news/corruzione_indagato_l_onorevole_vitali_pdl_il_pm_niente_intercettazioni_caso_da_archiviare-32128900/

Corruzione, indagato l’onorevole Vitali (Pdl)ultima modifica: 2012-03-25T12:00:00+02:00da sagittario290