Un vigilantes: “Volevano ammazzarci”

Cronaca

venerdì, 3 febbraio 2012

Porto S.Elpidio/S.Elpidio a Mare

Un vigilantes: “Volevano ammazzarci”

Una delle vittime del raid armato al furgone blindato della Fitist: sparavano ad altezza d’uomo

untitled1.pngPorto Sant’Elpidio “Hanno sparato per ucciderci. In quegli istanti ho solo pensato a mia moglie e al mio bambino di 8 anni”. E’ ancora sconvolto il vigilantes di 43 anni di Porto Sant’Elpidio che, insieme a due suoi colleghi, residenti rispettivamente a Sant’Elpidio a Mare e Ponzano di Fermo, si trovava nel furgone portavalori assalito dai banditi all’alba di mercoledì scorso.

L’uomo, dipendente della Fitist Security di Fermo, per motivi di sicurezza ha chiesto di mantenere l’anonimato. E’ ancora grande la paura dopo la tentata rapina avvenuta in superstrada, all’altezza del comune di Corridonia. Il commando, per bloccare il furgone blindato, avevano gettato sulla carreggiata circa 400 chiodi militari, chiudendo la strada con una catena. Inoltre, un camionista, era stato costretto a mettere di traverso il suo Tir, in modo tale da creare due sbarramenti. Alcuni automobilisti in transito sono stati minacciati con il fucile. Anche loro hanno vissuto momenti di terrore. Un vero e proprio Far West, che riaccende l’allarme in provincia sul fronte della criminalità, animando anche il dibattito sul fronte politico e l’annoso tema della sicurezza.

“Siamo ancora sotto choc – afferma il vigilantes di Porto Sant’Elpidio -. Il collega che era alla guida del furgone, oggi (ieri per chi legge, ndr) non se l’è sentita di tornare al lavoro. Mi vengono i brividi ripensando a quei momenti. I banditi erano armati di mitra e non smettevano mai di sparare, abbiamo avuto paura di morire. Per un attimo si sono fermati, poi hanno di nuovo premuto i grilletti. Erano delinquenti pronti a tutto, non si sono limitati a bloccarci ma hanno anche fatto fuoco. E la cosa più inquietante è che sparavano ad altezza d’uomo. Potevamo morire, è stato un miracolo se nessuno di noi ha riportato ferite”.

Come avete reagito?

“Io e un altro collega ci siamo rannicchiati, rimanendo immobili. Il vigilantes che era alla guida, invece, si è coperto il volto con le mani, facendo vedere che non avrebbe preso la pistola. Ma loro se ne fregavano delle nostre azioni: volevano uccidere e basta. Poi sono saliti sul furgone e con un frullino hanno tentato di aprire il tetto per arrivare alla cassaforte (nella quale erano contenuti due milioni di euro, ndr). In quel momento è entrato in funzione il sistema di antifurto Schiuma Block e la sostanza che è stata sprigionata ha costretto i banditi a desistere. Così hanno ricominciato a sparare, colpendo il vetro del finestrino del lato guida, che è stato incrinato. Quando hanno capito che era impossibile scardinare il blindato se ne sono andati a mani vuote. E’ durato tutto circa cinque minuti ma sono sembrati un’eternità”.

Un’esperienza terrificante.

“Era buio, vedevamo solo le torce dei banditi che illuminavano i nostri volti. Poi si è scatenato l’inferno di fuoco. I rapinatori erano italiani: gente senza scrupoli. In quegli istanti ho pensato a mia moglie e a mio figlio. E anche il pensiero dei miei colleghi era rivolto alle loro famiglie. Abbiamo vissuto un incubo”.

Daniel Fermanelli

http://sfoglia.corriereadriatico.it/Articolo?aId=1252494

Un vigilantes: “Volevano ammazzarci”ultima modifica: 2012-02-04T12:00:00+01:00da sagittario290