Colpi di mazza alla ferramenta

Lunedì 13 Febbraio 2012,

Ed: TREVISO
Pagina: 6

ZERO BRANCO Spaccata ieri sera ai danni della “Metal Fer”, scatta l’allarme

Colpi di mazza alla ferramenta

2960.jpgZERO BRANCO – (N.D.) Spaccata ieri sera alla “Metal Fer” di Giancarlo Requale, in zona industriale di via Taliercio 20 a Zero Branco. La banda è entrata in azione alle 19 sfondando a colpi di mazza la vetrata blindata della porta d’ingresso dell’emporio di ferramenta, utensileria da lavoro e di prodotti siderurgici. I malviventi hanno saltato la recinzione e poi si sono aperti un varco abbattendo la vetrata. L’azione è stata fulminea perchè ai primi colpi di mazza è scattato l’allarme collegato alle forze dell’ordine, ai vigilantes e al cellulare del titolare della “Metal Fer”. La banda se n’è andata a mani vuote, uscendo dalla finestra dell’ufficio, prima dell’arrivo dei carabinieri della stazione di Zero Branco. «Sono convinto – dice Giancarlo Requale – che i ladri puntassero esclusivamente a trovare denaro nel registratore di cassa o nei cassetti dell’ufficio. Ma hanno fatto male i loro conti perchè per regola, quando chiudiamo il negozio, lasciamo la cassettiera del registratore di cassa aperta proprio per evitare che venga scassinata. Devo ringraziare la pattuglia dell’Arma che è giunta subito in via Tagliercio anticipando anche il mio arrivo». Da una prima ricognizione fatta da Requale e dal vigilantes di turno nella zona industriale sembra che dall’emporio non sia stato portato via niente. Stamane verrà fatta una più accurata verifica. Tre anni fa la “Metal Fer” era stata presa di mira dai ladri quattro volte nell’arco di cinque mesi.

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Ladri golosi fermati da Pepe

Giovedì 9 Febbraio 2012,

Ed: TREVISO
Pagina: 14

A CAMPOCROCE La banda ha preso di mira le abitazioni dei cugini Callegaro

Ladri golosi fermati da Pepe

Il bastardino abbaiando ha fatto scattare l’allarme mandando all’aria il furto

Nello Duprè

3560.jpgAncora furti a Mogliano. Dopo la serie di colpi messi a segno nei giorni scorsi in centro città (scassinata la cassa continua del park della stazione ferroviaria e razziato il negozio di moda uomo “Marton & Marton” di via Matteotti) l’azione dei soliti ignoti si è spostata in periferia. Presa di mira l’altra notte dai ladri l’abitazione di Giulio Callegaro, 63 anni, artigiano in pensione, residente nella frazione di Campocroce al civico 3/2 dell’omonima via al confine con Zero Branco. La banda è entrata in azione verso le 3 di notte riuscendo a scardinare i portoni del magazzino di Giulio Callegaro e del cugino Mario che risiede nello stesso caseggiato. A fianco abita anche l’altro cugino, Franco, che è stato svegliato nel cuore della notte dal suo fedele bastardino “Pepe” che non smetteva più di abbaiare dopo l’intrusione dei ladri. Si deve proprio al vigilantes a quattro zampe “Pepe” se i malviventi sono stati costretti ad interrompere la razzia che stavano compiendo del materiale contenuto nel magazzino di Giulio Callegaro, che a sua volta si è affacciato al balcone gridando a squarciagola «ai ladri, ai ladri». La banda è comunque riuscita a portar via le quattro gomme dell’auto Opel, che erano state sostituite con i pneumatici da neve, confezioni di gelato e alcuni insaccati che si trovavano nel frigorifero. Grazie all’allarme lanciato da “Pepe” la banda non ha avuto il tempo di caricare in macchina due grosse taniche di gasolio da 70 litri l’una e un motocoltivatore che si trovava nel magazzino assieme ad altre attrezzature, come una saldatrice e attrezzi per i lavori di giardinaggio e la coltivazione di ortaggi. Giulio Callegaro è convinto di essere stato preso di mira dalla banda che pensava di fare razzia dei prodotti della macellazione del suino, come ha sempre fatto tutti gli anni. Una tradizione che però quest’anno non c’è stata lasciando a bocca amara la banda che sembra preferire i furti di generi alimentari.

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La Compiano scarica sul manager

Martedì 7 Febbraio 2012,

Ed: TREVISO
Pagina: 7

La Compiano scarica sul manager

«Le eventuali responsabilità non sono dellazienda ma individuali»: Silvestri nel mirino

Valeria Lipparini

3579.jpgL’istituto di vigilanza North East Services esce allo scoperto. Trascinato nell’inchiesta che ha fatto finire nel registro degli indagati il presidente del consiglio di amministrazione Luigi Compiano e il dirigente, nonchè rappresentante operativo, Filippo Silvestri, ex poliziotto della Mobile trevigiana, l’azienda si affida a un comunicato stringato per dire che «le anomalie e le eventuali responsabilità riscontrate dalla Questura nel corso delle verifiche effettuate presso la filiale di Treviso sono da attribuirsi non all’organizzazione complessiva dell’azienda ma a responsabilità individuali». Compiano “scarica”, dunque, Silvestri addebitando le responsabilità a chi aveva in mano l’organizzazione e la gestione del trasporto valori. Ma dall’interno dell’azienda inoltre, si fanno anche delle cifre: nei tre mesi presi in esame dall’indagine della polizia amministrativa la Nes ha effettuato 1600 viaggi e solo pochissimi disciplinari di viaggi non rispetterebbero le disposizioni tecniche in tema di sicurezza previste dalla Questura; sarebbero, cioè, avvenuti in modo scorretto in perchè l’azienda avrebbe dichiarato di trasportare una quantità di contante mentre ne trasportava anche dieci volte di più. C’è intanto un ulteriore particolare che emerge in queste ultime ore. Da ambienti interni della Nes fanno sapere che si sarebbe verificato uno “strano” black out informatico fra fine settembre e i primi di ottobre. E l’inchiesta della polizia amministrativa parte proprio da quel periodo. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore reggente Giovanni Francesco Cicero, hanno portato a due tipi di contestazioni a carico di Compiano e di Silvestri:la falsisificazione di documenti e l’inosservanza di disposizioni di sicurezza della Questura. Secondo le accuse la Nes avrebbe messo in piedi un sistema volto a eludere il controllo della Questura sui milioni di euro che venivano movimentati dalla Banca d’Italia verso gli istituti di credito. Vengono, dunque, contestate le modalità di espletamento del trasporto e non la licenza che, pure, risultava in capo a una persona di stretta fiducia della famiglia Compiano deceduta un anno e mezzo fa. Silvestri aveva presentato a suo tempo in Prefettura tutti i documenti per il subentro e le unificazioni delle licenze. Operazione che può essere perfezionata in 18 mesi senza che questo pregiudichi l’attività. E la volturazione non era stata ancora ultimata.

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«Milioni spostati senza vigilanza»

Domenica 5 Febbraio 2012,

Ed: TREVISO
Pagina: 7

L’INDAGINE Controlli della Questura sugli istituti privati: spuntano registri di viaggio alterati

«Milioni spostati senza vigilanza»

Nel mirino della polizia i trasferimenti dalla Banca d’Italia: la Compiano finisce sotto inchiesta

Roberto Ortolan

3223.jpgLuigi Compiano, il re degli Istituti di sorveglianza privata del Nordest, è finito sul registro degli indagati. Con alcuni collaboratori è chiamato a rispondere di una serie di condotte fuorilegge che -è filtrato- andrebbero dalla contraffazione di documenti all’inosservanza delle regole di pubblica sicurezza dettate dal questore Carmine Damiano. Nella sostanza la Compiano avrebbe alterato i registri per nascondere la carenza “di licenza” (il permesso di operare seguendo le regole del Testo unico di pubblica sicurezza) e così trasportare, senza adeguata sorveglianza, milioni di euro dalla Banca d’Italia ai vari Istituti di credito. È quanto emergerebbe dall’inchiesta, condotta dai poliziotti della Sezione amministrativa che è stata consegnata al procuratore Francesco Cicero che dovrà decidere se formalizzare le accuse che, si è appreso, potrebbero avere conseguenze sull’attività del colosso della sorveglianza privata. Gli stessi documenti sono stati trasmessi a Prefettura e ministero dell’Interno.

Bocche sigillate in Questura. L’affaire Compiano è top secret. Si sa solo che l’inchiesta fa parte di una strategia avviata mesi fa dal Questore Damiano che prevedeva controlli mirati in tutti gli istituti di sicurezza privata della Marca. Un’iniziativa voluta per prevenire condotte leggere in un settore tanto delicato, ma soprattutto per tutelare le guardie giurate che quotidianamente lavorano rischiando la vita. Da quanto si è appreso il disguido (qualcuno l’ha definita la classica buccia di banana) sarebbe nato alla morte di una persona di stretta fiducia della famiglia Compiano alla quale era stata intestata la licenza che permetteva, nel rispetto delle regole, il trasporto di milioni di euro dalla Banca d’Italia. Ciò avrebbe creato un “vuoto” di competenza. Vuoto che avrebbe indotto la Compiano, per bypassare le regole, alla condotta fuorilegge in materia di sicurezza dei trasporti eccezionali. 

L’espediente -emerge infatti dall’inchiesta- sarebbe subito venuta alla luce se la Compiano non avesse falsificato i registri di carico e scarico di quei movimenti milionari di denaro.

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«Milioni spostati senza vigilanza»ultima modifica: 2012-02-06T11:45:00+01:00da sagittario290