Cronaca
25 febbraio 2012
Assenteismo all’aeroporto Assolti altri due vigilanti
Le guardie giurate di Save Security erano accusate di truffa aggravata Si sgonfia l’operazione Ghostbusters: solo uno dei 9 indagati ha patteggiato
di Giorgio Cecchetti
MESTRE – Altre due guardie giurate della «Save Security», la società che gestisce i controlli di sicurezza ai metal detector dell’aeroporto «Marco Polo» sono stati assolti nei giorni scorsi dal giudice monocratico di Mestre Vincenzo Santoro. I trevigiani Andrea Cogoni (36 anni, di Preganziol), difeso dagli avvocati Federica Bertocco e Daniele Grasso, e Martina Mondin (42 anni, di Cornuda), difesa dall’avvocato Piergiorgio Ometto, sono stati assolti dall’accusa di truffa aggravata perché il fatto non sussiste. Erano finiti sotto inchiesta nell’ambito dell’operazione che la Polizia di frontiera aveva chiamato «Ghostbusters».
Per ora, soltanto uno dei nove indagati ha portato a casa una condanna, si tratta del capo ufficio Danilo Berlati (anche lui trevigiano di Roncade), che un anno fa ha patteggiato davanti allo stesso magistrato una pena di un anno e nove mesi di reclusione. Un’altra guardia giurata, che aveva scelto di farsi giudicare con rito abbreviato lo scorso anno, era stata assolta per non aver commesso il fatto. Allora, l’avvocato Elio Zaffalon aveva sostenuto che le accuse erano completamente sbagliate, essendo il suo assistito presente al lavoro nel giorno in cui gli si contestava l’assenza. Gli avvocati Grasso e Bertocco, invece, hanno spiegato nelle loro arringhe che Mondin, per quanto riguarda il giorno di assenza contestato, aveva comunicato al capo ufficio che si sarebbe preso una giornata di permesso e, quindi, aveva fatto il suo dovere. Tra l’altro, la truffa di cui era imputato era del valore di 56 euro.
Stando alle accuse, i nove imputati erano presenti, sulla carta, al metal detector di Tessera, mentre in realtà erano in uno degli stadi del Veneto o del Friuli in qualità di steward pagati per le partite di calcio si serie A o B per controllare i tifosi. Secondo i controlli degli inquirenti, Cogoni l’8 marzo 2008, invece che essere al lavoro come sosteneva il foglio di presenza, era a Trieste per l’incontro della squadra di casa contro il Venezia. Mentre Martina Mondin il 9 settembre 2007, il 22 settembre e il 9 dicembre dello stesso anno si trovava allo stadio di Treviso nelle prime due date (i biancoazzurri avevano giocato rispettivamente contro Chievo e Piacenza) e di Udine la terza per l’incontro tra i friulani e la Sampdoria. L’imputato difeso dall’avvocato Zaffalon era accusato di essere stato il 21 settembre 2008 invece che al lavoro allo stadio Friuli per Udinese-Juventus.