Un malore sulla metro: è il caos

DILLOALMESSAGGERO

Martedì 03 Gennaio 2012 – 19:13

Un malore sulla metro: è il caos

Metro A, stazione Lepanto, 14,25. “C’è un medico? C’è un medico?”, si sente chiedere dal vagone di coda. Voce rilanciata lungo la banchina e attraverso tutto il treno. Dopo una manciata di secondi due donne dal vagone di testa si spostano verso il fondo. Intanto qualcuno sale verso l’atrio della stazione per dare l’allarme. Passa qualche minuto prima che scenda un vigilante, l’unico che si farà vedere sulla banchina, oltre al macchinista.

L’altoparlante urla che il servizio sulla linea è fortemente rallentato da Termini a Cipro causa malore di un passeggero a Lepanto. Voce femminile, annuncio esclusivamente in italiano. La gente comincia a scendere, qualcuno se ne va, molti sostano in banchina. L’annuncio cambia: servizio sospeso su tutta la linea. Alle 14,40 arrivano i soccorsi medici, tre flemmatiche tute arancioni, evidentemente qualcuno deve aver fatto comunicato che non si tratta di nulla di grave. Passano altri minuti, il vigilante urla: “Per favore risalite sui vagoni, sennò non vedo il macchinista e non faccio ripartire il treno”. Come se quel convoglio potesse andarsene con tanto di medici e ammalato a bordo.

La banchina si svuota, ma la gente fa capolino dalle porte. “Rientrate, non vedo il macchinista… anvedi questi, aoh”. Alle 14,45 scende l’uomo del malore, sorretto dalle tute arancioni. Mentre si chiudono le porte la voce femminile urla in tempo reale che il servizio sta riprendendo. Alla stazione Flaminio c’è molta gente in attesa, ma non la folla che ci si potrebbe attendere. Comunque nemmeno l’ombra di personale Atac o vigilantes. Il controllo della situazione è affidato all’altoparlante urlante: “Agevolare l’uscita dei passeggeri, non affollarsi, arrivano altri treni”.

Alla stazione Spagna medesima situazione, solo folla in attesa, è autogestione. Il vigilante dà una sbirciatina dall’alto e rientra nel suo gabbiotto. Meglio scendere. Chissà come sarà a Termini…

P.S.

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