Io accusato di atti sessuali e preso a botte all’interno dell’Università

Lettera

Venerdì 20 Gennaio 2012 – 16:16

La denuncia/ Io accusato di atti sessuali e preso a botte all’interno dell’Università

lettera1.jpgMi chiamo R. P. e vi scrivo per informarvi di un fatto gravissimo successo a Napoli mercoledì 11.01.2012, e per la precisione all’interno della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali di Napoli. In tale data, una Sig.ra si è introdotta all’interno dell’edificio universitario incominciando ad ingiuriare e calunniare una giovanissima studentessa di circa 20 anni accusandola di aver commesso atti osceni all’interno dell’università, e lamentando che per via delle pareti trasparenti dello stesso edificio, la suddetta e soprattutto i suoi figli potessero assistere a spettacoli non adatti a loro.

Tenendo ora presente che alla sceneggiata napoletana, ricca di parolacce e degna del più malfamato dei quartieri della città, erano presenti anche gli stessi figli della Sig.ra che pure ella dichiarava di voler tutelare da scene poco educative, si comprende il livello culturale e mentale della donna medesima. Interessante è rilevare, oltre alla facilità con la quale chiunque può introdursi all’interno degli edifici universitari ed ingiuriare gli studenti, anche la circostanza che i custodi e le guardie giurate poco o nulla facevano fino a quel momento per tutelare la giovane studentessa ed il diritto allo studio degli altri studenti che nel frattempo assistevano all’indegno spettacolo.

Dopo pochi minuti la Sig.ra tirava per il braccio la giovane studentessa oramai quasi in lacrime, per poterla presumibilmente aggredire anche fisicamente. Lo scrivente, vista la totale inutilità dei custodi e delle guardie giurate, interveniva ancora una volta invitando la Sig.ra alla calma ed a tornare alla sua abitazione, e la studentessa ad andare a prendere il suo treno, frapponendo, intanto, il proprio corpo tra la Sig.ra e la giovane ed indifesa studentessa. A questo punto la donna sferrava un violento calcio allo stomaco dello scrivente, pure studente di quell’Università, e poi, vista l’inerzia dello stesso che continuava ad invitarla a finire la questione in quello stesso momento, ed il timore delle guardie e dei custodi, invitava il figlio piccolo (circa 9 anni) con in braccio l’altra figlia neonata a chiamare il padre per far UCCIDERE lo scrivente intervenuto al solo scopo di riappacificare gli animi.

Entrato all’interno dell’edificio, dove il sottoscritto si riteneva legittimamente al sicuro, quest’ultimo veniva raggiunto da 6 o 7 uomini che gli si scaraventano addosso ed iniziano a massacrarlo per circa 7-8 minuti, sotto gli sguardi attoniti ed inermi di circa 70 studenti e soprattutto degli immobili custodi (che liberamente hanno lasciato entrare i delinquenti all’interno dell’edificio pur conoscendone le intenzioni) e delle guardie giurate. I criminali hanno poi interrotto la loro azione violenta quando loro stessi lo hanno deciso per timore che potessero soggiungere i poliziotti.

Indisturbati, hanno poi lasciato la struttura a bordo dei 3 motocicli che ivi li condussero. Lo scrivente gravemente ferito e sfregiato da un morso datogli dal marito della Sig.ra che gli ha asportato un lembo di carne della guancia destra, ha atteso l’arrivo dell’ambulanza che non sopraggiungeva perchè richiedevano il “pericolo di vita” per poter intervenire, che, invero, pure sussisteva. Vista allora l’insolerzia degli operatori del 118 veniva avvertito il 113 che dopo circa 30-35 minuti dalla fuga dei delinquenti sopraggiungeva sul luogo e qui, assunte rapide e sommarie informazioni, richiedeva l’ausilio di un’ambulanza, la quale ultima accorreva più intempestiva che mai dopo oltre 45 minuti dal momento della fuga dei malviventi. Attualmente lo scrivente è in stato di degenza per le numerose lesioni riportate su tutto il corpo, il morso sulla guancia ed i numerosissimi calci subiti alla nuca.

La zona dell’accaduto peraltro è videosorvegliata con telecamere poste all’interno ed all’esterno degli edifici universitari. La Sig.ra che ha originato tutto era solita invadere il domicilio universitario e fare scenate simili a quella di cui sopra, ed attualmente si sa esattamente dove abita lei ed il marito aggressore che ha poi addentato lo scrivente. Nello specifico è risaputo che i predetti risiedono nell’edificio posto sul retro della struttura universitaria.

La cosa grave è che tutto ciò è avvenuto di giorno, all’interno di una struttura pubblica e sorvegliata, l’Università! dinnanzi agli occhi di una settantina di studenti (molti dei quali aspiranti magistrati!!) che nulla hanno fatto per tutta la durata dell’aggressione, se non guardare, e soprattutto sotto agli occhi dei custodi e dei vigilanti che non solo non hanno mosso un dito per evitare che il sottoscritto venisse ucciso dagli aggressori, come era nelle loro intenzioni, ma neppure hanno impedito l’accesso agli stessi all’interno dell’Università. Avrebbero invero persino potuto/dovuto chiudere le porte esterne dell’edificio ed evitare le lesioni a chi vi scrive.

Cordiali saluti,

Lettera firmata

http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=177836&sez=NAPOLI

Io accusato di atti sessuali e preso a botte all’interno dell’Universitàultima modifica: 2012-01-21T10:45:00+01:00da sagittario290