Cronaca
04/01/2012
Dipendente a ore scompare
rubando la cassa della sala giochi
CAMISANO. È un pregiudicato albanese che era agli arresti domiciliari. Nonostante fosse detenuto in comunità, poteva uscire e aveva trovato lavoro: si è dileguato con un bottino di 41 mila euro
Camisano. Aveva subito varie condanne, era stato coinvolto in un omicidio (poi assolto dall’accusa di favoreggiamento), ma gli erano stati concessi gli arresti domiciliari nella comunità S. Gaetano di Vicenza per recuperare e recuperarsi. Attraverso una cooperativa di Torri di Quartesolo, la “Piramidi”, poi, gli avevano trovato pure un lavoro: responsabile della sala giochi della società “Gamenet” di via Zanella a Camisano. Non appena ha saputo che il ricorso in corte d’Appello era andato male, e che si sarebbero per lui riaperte le porte del carcere, ha organizzato le cose a puntino. Ha arraffato per una settimana tutti i guadagni della sala giochi, circa 41 mila euro, ed è scappato nel nulla. Per questo oggi Albano Hasanaj, 27 anni, cittadino albanese sulla carta residente a Vicenza e vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, è indagato per furto aggravato e per evasione, ed è ricercato in quanto latitante.
Hasanaj, nel giugno scorso, aveva ottenuto quel posto di lavoro che nelle intenzioni avrebbe dovuto dargli l’opportunità di reinserirsi nella società. Di lui parlavano bene, oltre che la fidanzata Ana Maria (sua collega alla sala giochi, lasciata da un momento all’altro), anche il titolare della cooperativa Mandouh Hedib, e quello della società che gestisce la sala giochi Antonio Costenaro, il quale avrebbe spiegato che aveva scelto Albano sia perchè con la cooperativa si era sempre trovato bene, sia perchè non aveva trovato nessun altro. Così Hasanaj ha ricevuto le chiavi delle macchinette videogiochi e della cassa, e la completa gestione del danaro – non poco – che transita per l’attività commerciale e che periodicamente doveva consegnare ad una guardia giurata per la consegna in banca. Anche nella comunità era stimato e ben considerato.
In base a quanto ricostruito dai carabinieri della stazione di Camisano, che erano stati informati del furto, non appena l’albanese seppe dal suo avvocato dell’esito negativo del ricorso, avrebbe organizzato la fuga perchè in carcere non voleva tornare. Si sarebbe negato alla guardia giurata un paio di volte, chiedendogli di ripassare, e mettendosi da parte sera per sera i guadagni della sala giochi, e arraffando inoltre il cospicuo fondo cassa dell’attività.
Non solo. Nei giorni scorsi non si era presentato al lavoro; aveva chiamato la fidanzata per avvisarla che non le avrebbe dato il cambio. Quindi le aveva chiesto scusa di tutto e l’aveva pregata di chiedere scusa anche agli altri a nome suo. Lei, lì per lì, non aveva compreso nulla, ma quando si era resa conto che erano spariti tutti i soldi aveva compreso subito il motivo di quelle scuse. Aveva informato i titolari, e questi avevano allertato subito i carabinieri del luogotenente Sartori. Hasanaj alla sala giochi non si era presentato, mentre alla comunità di via Mora a Vicenza – era stato inserito nel progetto Jonathan – aveva salutato tutti dicendo che stava andando al lavoro. Fino a quel giorno aveva sempre rispettato gli orari; ma da allora nessuno lo ha più visto, e la fidanzata sostiene che secondo lei è scappato in Albania a rifarsi una vita con i soldi della “Gamenet”.
I suoi dati e l’auto che aveva in uso sono stati segnalati a tutte le forze dell’ordine, ma del giovane si sono perse fin da subito le tracce. Svanito nel nulla. Evidentemente doveva avere qualche appoggio, oppure quando ha telefonato ad Ana Maria era già vicino al confine.
Al momento Hasanaj è latitante, e ricercato: per lui sono pronte le manette.