Sgominata la banda dei “nonni rapinatori”

Cronaca

18/12/2011

Sgominata la banda dei “nonni rapinatori”

L’INCHIESTA. La polizia ha arrestato due sessantenni e ne ha denunciato un terzo: sono accusati di essere la gang che ha colpito 5 filiali dell’Antonveneta nel Vicentino
Uno era in semilibertà a Padova, gli altri – con molte indagini alle spalle – sono stati fermati per una pistola e dopo un tentato blitz

18_17_gdv_f1_251_resize_253.jpgAltri, alla loro età, fanno i nonni. Loro – non potendo permettersi di andare in pensione – continuavano a praticare quello che, secondo la polizia, era il mestiere della vita: rapinare banche.

La squadra mobile ha sgominato la banda dei sessantenni, tre agguerriti banditi ai quali sono al momento contestate 5 rapine fra Vicenza e provincia e, a titolo personale, la detenzione di una pistola illegale, un altro tentato colpo in banca e la ricettazione di documenti rubati in bianco.

In cella i detective del vicequestore Michele Marchese – coordinati dal pubblico ministero Luigi Salvadori – hanno accompagnato Atos Calderoni, 58 anni, mantovano di Suzzara, accusato di una tentata rapina, e Salvatore Gambuzza, detto Turi, 58 anni, siciliano di origine, impresario edile di Concordia sulla Secchia (Modena), che nascondeva in casa una Beretta calibro 92 con 2 caricatori e una matricola abrasa. Sono indagati anche per 5 rapine all’Antonveneta, fra luglio e settembre, a Vicenza, Dueville e Montegalda, fruttate 55 mila euro. Con loro è indagato anche Maurizio Bertani, 60 anni, detto Nino, residente a Cerea, che sta però scontando 18 anni di reclusione per rapina e che è attualmente semilibero: di notte dorme in carcere a Padova, di giorno lavora come volontario per una onlus impegnata in – ironia della sorte – progetti di rieducazione. Quelle 5 rapine avevano tre comuni denominatori: le banche erano sempre filiali dell’Antonveneta, i banditi erano mascherati con parrucche e antigas e usavano come arma un coltellino di porcellana, che non fa scattare il metal detector.

Ed è da Bertani che gli investigatori della prima e della terza sezione della mobile, che stavano lavorando un’altra indagine, hanno avviato gli accertamenti. Hanno scoperto che nei momenti di semilibertà – nei quali non avrebbe dovuto usare il telefonino, stando alle disposizioni – girava con i due vecchi sodali fra le province di Vicenza, Padova, Bologna, Ferrara e Venezia per fare sopralluoghi e decidere quali banche colpire, scegliendo quelle senza telecamere e con più vie di fuga. I poliziotti del sostituto commissario Gianpaolo Bettini e dell’ispettore capo Salvatore Teriaca li hanno pedinati per settimane, in giro per tutto il Nordest. Un lavoro sfiancante, ma che ha dato ottimi risultati.

l 9 dicembre i tre – Bertani era intercettato – avevano deciso di assaltare la filiale del Monte dei Paschi di Siena a Castel Maggiore, nel Bolognese. Quand’era tutto pronto per entrare in azione, con la polizia alle calcagna, i tre hanno cambiato idea e sono tornati a casa. I ruoli, per gli inquirenti, erano chiari: Calderoni rubava le macchine e faceva da autista, Nino e Turi entravano in banca armati. Dopo mesi senza assalti (l’interruzione sarebbe stata causata da un lutto), Calderoni aveva bisogno di soldi, e per questo giovedì è tornato da solo a Castel Maggiore per assaltare la filiale. «Ero pronto ma fuori c’è un guardione» ha detto parlando al telefono con Bertani. La Monte dei Paschi, infatti, aveva assunto una guardia giurata. Quindi è tornato a casa.

La polizia vicentina l’ha fatto controllare a Mirandola da una pattuglia della stradale: in auto aveva passamontagna, spadini, parrucche, baffi, coltelli di ceramica e occhiali. È stato arrestato per la tentata rapina alla Monte dei Paschi.

In contemporanea sono scattate le altre perquisizioni: da Gambuzza – che molti anni fa ebbe un conflitto a fuoco con la polizia a Piacenza dopo una rapina in banca, e che aveva colpito a Vicenza anche nel 1993 – sono stati trovate la pistola, delle divise da postino e guardia giurata, coltelli, parrucche e ricetrasmittenti. È stato bloccato per l’arma illegale. Da Bertani (a Cerea) rinvenuti spadini e documenti rubati in bianco. Gli sono stati revocati i benefici: niente vacanze di Natale a casa, tanto per iniziare.

L’indagine continua.

Diego Neri

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