Uccise l’amante della moglie

Cronaca

07 ottobre 2011

Delitto di oregina

Uccise l’amante della moglie
Fu un impeto d’ira: pena scontata

processo_omicidio_via_gaeta_002--U100520895318wvE-300x398--370x170.jpgSe il marito uccide l’amante della moglie, in un impeto d’ira, per averli trovati in “flagranza di tradimento”, ha diritto a un’attenuante sulla pena. Lo ha ribadito con forza la Cassazione che ha annullato per la seconda volta il “no” allo sconto di pena in una sentenza d’appello per lo stesso processo. Quello nei confronti di una guardia giurata, Angelo Piro, 47 anni di Oregina. Piro venne condannato dal gup di Genova a 14 anni di reclusione per l’omicidio non premeditato di Giovanni Grasso (38 anni).

Questi i fatti: entrando a casa dei suoceri Angelo Piro aveva sorpreso la moglie con l’amante, Giovanni Grasso, nudi, in atteggiamenti inequivocabili, mentre per giunta guardavano un film pornografico. Il marito tradito è una guardia giurata, era rientrato in casa dei suoceri per pulire la sua pistola. Di fronte alla scena ha perso la testa: prima, ha sparato alle gambe dell’uomo. dicendo «Ti lascio un bel ricordo anche se non t’ammazzo». Poi ha rincorso la moglie, insultandola, me senza spararle. Poi è tornato dalla sua vittima e gli ha sparato due colpi in testa, uccidendolo.

Secondo la Corte di Appello di Genova, lo svolgimento dei fatti esclude lo stato d’ira in quanto l’omicida «si era mostrato perfettamente in grado di recuperare i propri freni inibitori nei confronti della moglie, `graziando´ la madre dei suoi figli, per cui il suo ritorno verso Grasso, ormai inerme ed inoffensivo, era condotta sorretta non già da una mente obnubilata dal furore, ma da una lucida e consapevole volontà omicida». In poche parole, ha risparmiato la moglie ma è tornato dall’amante e l’ha freddato, perciò era lucido e capace di ragionare.

Questo verdetto fu annullato una prima volta dalla Cassazione che affidò il caso, per una valutazione più clemente, alla Corte di Assise di Appello di Milano. Ma niente da fare: anche i magistrati milanesi – nel maggio 2010 – arrivarono alla conclusione che aver `risparmiato´ la moglie voleva dire che la guardia giurata non aveva perso «totalmente ogni controllo così da non capire più nulla e da agire spinto unicamente da impulsi aggressivi».

Ora la Cassazione – con il secondo annullamento con rinvio – avverte, anzi, ribadisce che le «corre l’obbligo» di «rimarcare» che «lo stato d’ira non può farsi coincidere con un così totale annichilimento del controllo di sé da privare chi agisce della consapevolezza delle proprie azioni: una condizione psichica di tal fatta eccede visibilmente i limiti della nozione di “ira”». Per ira – spiega la sentenza 36442 dei supremi giudici – deve certamente intendersi «un forte turbamento connotato da impulsi aggressivi e idoneo a influire sulla capacità di autocontrollo della persona», ma che «per il suo manifestarsi non richiede necessariamente la perdita, sia pure momentanea, della coscienza del proprio agire».

http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2011/10/07/AO7hORBB-scontata_amante_moglie.shtml

Uccise l’amante della moglieultima modifica: 2011-10-08T11:30:00+02:00da sagittario290