Trucchi, furti e truffe La banda della Centrale

Cronaca

15 ottobre 2011

La «cricca» Gli affari del «Grosso», «Parlantina» e del «Mago», tutto il giorno a «catturare» viaggiatori e rubare resti. Un sistema quasi perfetto

Trucchi, furti e truffe La banda della Centrale

Abusivi alle biglietterie e macchinette manomesse La guardia giurata «Il problema esiste, ci stiamo lavorando». E nel tardo pomeriggio una pattuglia della polizia controlla quelli del giro

biglietterie_self_service_trenitalia.jpgIl grosso va di ronda, l’ ennesima, tra spazi interni e spazi esterni; parlantina ne intorta altri due; intanto il mago fa apparire d’ incanto, con la sola imposizione d’ un dito su un pulsante, cinque euro in banconote. Più che una banda (quale comunque sono), qui ogni giorno c’ è una messa in scena. Ognuno con il suo ruolo. Il suo personaggio. Che è giusto conoscere e riconoscere. Questi signori, età dai trenta ai cinquanta, italiani e stranieri, fra gli italiani molti napoletani e fra gli stranieri un sacco di marocchini, hanno occupato la biglietteria della stazione Centrale e le macchinette che emettono biglietti. Nel primo caso, pur naturalmente non avendone il diritto, sono posizionati dopo la porta a vetri automatica, all’ inizio della corsia che conduce agli sportelli del personale di Trenitalia. Sono una decina. Le macchinette automatiche sono utilizzate per otturare il cassettino dove cadono i soldi del resto dell’ acquisto. Qualcuno prende a calci la macchina, qualcun altro si lamenta contro Trenitalia, l’ Italia e gli italiani, la conclusione sempre la stessa è, a maggior ragione se c’ è un treno da prendere a breve: lasciar stare, andarsene. Il denaro di resto sarà riscosso più avanti dalla banda che si premura di tenere a presidio della macchinetta un suo uomo. Poco tempo. Massimo un minuto. Giusto per consentire al mago di piombare. Gioco di mani, bottino conquistato. Cinque secondi. Un consiglio: se lo fissi, il mag o, un ragazzo segaligno, primo tanto non capisci come faccia a esser così rapido e secondo, beh, secondo ti sega con lo sguardo. Uno sguardo cattivissimo. In Centrale, entrando da piazza Duca d’ Aosta, le macchinette sono collocate al piano terra sul lato destro di un lungo corridoio che, sulla sinistra, ha la biglietteria. Sopra le macchinette ci sono i tapis roulant che portano al piano ammezzato e, salendo ancora, ai binari. I piani ammezzati (due, uno a nord l’ altro a sud), servono come punto di controllo dall’ alto casomai girino fastidiosi curiosi. La zona è in generale piena di telecamere. Frequente il passaggio di guardie giurate. Una di queste, assai gentile, non nasconde il problema e garantisce che in stazione se ne stanno occupando. Una pattuglia della polizia ferroviaria, nel pomeriggio, arriverà e la banda si darà latitante. Banale domanda: per quale motivo Trenitalia non provvede, non li caccia? Pur privi di un tesserino e di una divisa Trenitalia, chiari e lampanti nel loro essere degli abusivi, i tizi della banda in attesa dei viaggiatori nella biglietteria fanno in modo che la gente sbatta loro contro. Hanno imparato a memoria destinazione e orari dei treni; sanno mettere in croce quattro parole d’ inglese. Riescono a catturare l’ attenzione. I viaggiatori ascoltano. Eseguono. Prendiamo parlantina : felpa, pantalone largo, borsello, dirige il popolo o alle macchinette, dove ci sono complici; oppure a un’ agenzia viaggi distante una cinquantina di metri, l’ «agenzia viaggi book 365&go». Sui biglietti applica un rincaro del 7%, dice una dipendente allo sportello. Intorno alle 14 il grosso , reduce da una mattinata di pazzesco moto perpetuo – scrutare il flusso di passeggeri, ordinare con gioco di occhiate chi deve scattare e quando, quale cliente lavorarsi e come -, intorno alle 14, si diceva, il grosso prende un pausa. Finisce a chiacchierare di donne con un cameriere del bar confinante con l’ agenzia viaggi. Orario e densità di viaggiatori consentono un abbassamento del ritmo. Un uomo, sui quaranta, sempre uno della banda, dice che a impegnarsi, soltanto di mance, si fanno ottanta, cento euro al giorno. Esagera? Addirittura triplo sarebbe il denaro ottenuto bloccando i cassetti del resto. Dice che però è terreno, affare, prerogativa degli italiani e morta lì, vietato protestare, te la fanno pagare. In totale si contano 37 macchinette automatiche. Sei sono circondate da una coppia di rom, tollerati in quanto le macchinette sono fra le più defilate, nascoste, dunque meno redditizie e facilmente immolabili per gli altri, son tanti, che vogliono mangiarci sopra.

Gli espedienti La banda ostruisce i cassetti dove cade il resto dopo aver acquistato un biglietto: più tardi passa un complice, libera la macchinetta e intasca i soldi Le code Per evitare code alla biglietteria, i viaggiatori vengono invitati a servirsi di un’ agenzia viaggi: biglietti in tempi rapidi ma con prezzi maggiorati

Galli Andrea

http://archiviostorico.corriere.it/2011/ottobre/15/Trucchi_furti_truffe_banda_della_co_7_111015015.shtml

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