Omicidio Luigi Rende. Marco Marino verso la collaborazione…

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Cronaca

martedi, 11 ottobre 2011 – 3:30

Omicidio Luigi Rende. Marco Marino verso la collaborazione con la Giustizia

imagesCARNTZ43.jpgReggio Calabria. Marco Marino, uno dei rapinatori condannati all’ergastolo per l’omicidio di Luigi Rende, avrebbe deciso di collaborare con la Giustizia. Era il primo agosto 2007 quando in via Ecce Homo, davantialla sede di un ufficio postale, si consumò il tentativo di rapina finito nel sangue per la reazione di una guardia giurata a bordo del furgone portavalori della Sicurtransport.

Luigi Rende sparò ai rapinatori, ferendone quattro, ucciso a sua volta durante il conflitto a fuoco. Nel processo di secondo grado, celebrato dinnanzi alla Corte d’Assise d’Appello, nel marzo 2010 a Marino fu confermato l’ergastolo, stessa pena per altri quattro imputati: i fratelli Santo e Giovanbattista Familiari, Francesco Gullì e Giuseppe Papalia. Vent’anni di carcere per Domenico Antonio Papalia, cui furono concesse le attenuanti generiche.

Questi sei imputati erano stati arrestati nelle immediatezze del fatto di sangue. Altri due presunti complici, Carmine Macrì e Vincenzo Violi, furono catturati invece a distanza di mesi dall’omicidio di via Ecce Homo ed entrambi condannati all’ergastolo in due distinti processi. La notizia in merito alla volontà di Marino di collaborare con la Giustizia è trapelata qualche giorno fa durante un’udienza del Tribunale di Reggio Calabria, davanti al quale Marino doveva comparire perché accusato di violenza privata. E’ stato così che si è appreso che l’imputato non sarebbe comparso in quanto sarebbe già stato trasferito in un carcere di massima sicurezza proprio in seguito alla scelta di collaborare con la Giustizia.

Marino avrebbe già revocato l’incarico ai difensori che l’hanno assistito finora dalla vicenda di via Ecce Homo in poi, dando mandato invece al suo storico legale di fiducia, l’avv. Antonino Aloi. Ruota proprio attorno a Marino, indicato dagli inquirenti come vicino alla cosca dei “Ficareddi”, la vicenda che nel corso del processo di secondo grado ha fatto registrare la sostituzione del procuratore generale d’udienza, il sostituto procuratore generale Francesco Neri, cui il procuratore generale Salvatore Di Landro ha fatto subentrare l’avvocato generale Francesco Scuderi.

La tesi più accreditata per spiegare la sostituzione, infatti, era che proprio l’imputato Marino fosse difeso dall’avvocato Lorenzo Gatto, notoriamente legale di fiducia del magistrato Francesco Neri. Ancora, proprio Marino aveva accusato di complicità, senza peraltro essere creduto dalla Corte (le sue accuse furono confermate da un altro solo imputato) e finendo sotto processo per calunnia, il collega di Luigi Rende, l’altra guardia giurata che componeva la pattuglia a bordo del furgone il giorno della rapina.

La Cassazione, da ultimo, ha annullato la sentenza di secondo grado per i 5 ergastoli, ma solo in relazione alla determinazione della pena. Bisognerà attendere per capire se l’eventuale collaborazione di Marino porterà davvero degli elementi nuovi nella ricostruzione di una delle pagine più tristi per la città.

Fabio Papalia

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