Il figlio ucciso e i sospetti sulla Mala…

Cronaca

27 settembre 2011

IL CASO

Il figlio ucciso e i sospetti sulla Mala Ora le pignorano anche la pensione

Gianni Nardini, colpito nel 1987 durante l’assalto a un blindato. Ufficiale giudiziario dalla madre: non pagò l’avvocato dell’inchiesta. Assolto l’uomo di Maniero

maniero_felice--190x130.jpgPADOVA—Si schierò contro la Mala del Brenta chiedendo giustizia per la morte del figlio, ucciso durante l’assalto a un furgone portavalori avvenuto nel Padovano. Oggi, a distanza di 24 anni, non solo non sa chi siano i killer, visto che il processo si è chiuso con l’assoluzione degli imputati, ma rischia di vedersi pignorare la pensione per non aver pagato le spese legali. È il caso Graziella Del Pin, la madre di Gianni Nardini. L’omicidio, rimasto tuttora senza colpevoli, risale al 21 ottobre del 1987. Nardini aveva 26 anni, viveva in provincia di Udine e faceva il camionista. Quel giorno il commando prese di mira un blindato sulla strada di Boara Pisani: tre banditi avevano bloccato con l’auto un portavalori e un furgone. Avevano preso in ostaggio il giovane, lasciando però il tempo alle guardie, chiuse nel mezzo, di chiamare rinforzi. All’arrivo dei poliziotti si era scatenata una sparatoria, al termine della quale erano rimasti a terra Nardini, ucciso, e l’agente Andrea Sanco, gravemente ferito.

Nel 2006 il pm di Padova, Renza Cescon, che indagava sulla «nuova Mala», ipotizzò che la responsabilità di quel delitto fosse di Andrea Batacchi e Ercole Salvan. Quest’ultimo era un esponente di spicco della Mala del Brenta, quella guidata da Felice Maniero. A fare il suo nome, a quasi vent’anni di distanza da quella rapina finita nel sangue, era stato il pentito Stefano Galletto, uno degli uomini di fiducia di «faccia d’angelo», la cui figura è tornata alla ribalta in questi giorni, con l’intervista rilasciata da Felicetto al Messaggero di Sant’Antonio, in cui ricorda che proprio Galletto fu uno degli uomini che parteciparono al rocambolesco furto della reliquia di Sant’Antonio, il 10 ottobre del 1991. Per Salvan e Batacchi il magistrato aveva chiesto l’ergastolo, ma il 26 luglio 2010 è arrivata l’assoluzione per non aver commesso il fatto e perché non c’eranoelementi sufficienti a sostenere l’accusa. E così per i famigliari di Gianni Nardini al dolore per la perdita del figlio si aggiunge la consapevolezza che ancora nessuno ha pagato per quel delitto. Ora su di loro si è abbattuta una nuova tegola. La scorsa settimana si è presentato un ufficiale giudiziario per notificare a Graziella Del Pin (che attualmente è ricoverata in ospedale perché gravemente malata) un atto di pignoramento.

In pratica non avrebbe pagato la parcella (qualche migliaio di euro) dell’avvocato padovano che l’ha assistita nella prima fase dell’inchiesta sulla morte di suo figlio. «Temo vogliano pignorarle la casa», dice Gianfranco Nardini, il fratello di Gianni. In realtà il pignoramento (disposto dal giudice di Udine) si riferirebbe a una quota della pensione, ma se ne saprà di più il 3 ottobre, quando si svolgerà l’udienza davanti al tribunale di Udine. «È una vergogna – accusa Nardini – non solo nessuno sta pagando per la morte di mio fratello, ammazzato comeun cane sulla strada. Ma ora spunta perfino un ufficiale giudiziario per pignorare i beni di mia madre, che non ha pagato la parcella dell’avvocato che avrebbe dovuto accompagnarci nel processo contro i presunti assassini di Gianni ». Spese legali che la famiglia Nardini non ha alcuna intenzione di pagare. «Ci opporremo in ogni modo – conclude – perché abbiamo già versato dei soldi a quel legale, e non possiamo permetterci altre spese. Siamo una famiglia di operai e non abbiamo ottenuto alcun risarcimento per la morte di mio fratello. Come può un giudice acconsentire al pignoramento?».

A.Pr.

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2011/27-settembre-2011/figlio-ucciso-sospetti-mala-ora-pignorano-anche-pensione-1901649951723.shtml

Il figlio ucciso e i sospetti sulla Mala…ultima modifica: 2011-09-28T11:00:00+02:00da sagittario290