Cronaca
17/08/2011
«Ora caccia ai complici nel Veneto orientale»
Una banda organizzata: un gruppetto identificato e un altro collegato, a cui la polizia sta ancora dando la caccia. È lo scenario che si è dipanato davanti agli occhi – e agli orecchi – degli inquirenti dopo l’assalto al portavalori.
«Siamo partiti da una presunta rapina, abbiamo poi derubricato l’episodio ad un assalto “concordato” per poi capire, però, che a monte c’era un sodalizio ben articolato e determinato, che riteniamo fosse pronto ad imminenti e ben più gravi azioni criminali. I sequestri di armi ed esplosivi ne sono la conferma. Devo fare i complimenti a tutta la squadra mobile ma anche alle volanti e al loro prezioso lavoro sul territorio per questo risultato».
Il questore Angelo Sanna è raggiante per un risultato «frutto di un lavoro di squadra senza risparmio», ma sa che l’opera non è finita. Assieme alle questure di Venezia, Padova e Treviso la polizia berica sta dando la caccia ad «altri soggetti che riteniamo coinvolti nelle attività criminali scoperte grazie ad una preziosa attività tecnica voluta d’intesa con la procura». Da quanto emerso, «la gang non è solitamente attiva nel Vicentino». Il colpo al portavalori sarebbe stata un’eccezione «per finanziare altri delitti da compiere fuori provincia», perlopiù nel Veneto orientale. L’arresto di Antonino Foti, di origini reggine, allarga il raggio d’indagine e getta sulla vicenda l’ombra della criminalità calabrese, anche se ad oggi non vi sono riscontri di legami tra l’uomo e la ‘Ndrangheta.
«In questa estate caldissima – conclude Sanna – la questura di Vicenza ha saputo gestire una serie di difficili questioni con brillanti risultati: dalla sparatoria di Borgo Casale alla chiusura del locale Vintage di Torri, dal derby Vicenza-Verona fino a questa indagine sul portavalori».M.SC.