«Non ho fatto la rapina anche se il mitra è mio»

Venerdì 19 Agosto 2011,

Ed: TREVISO
Pagina: 12

«Non ho fatto la rapina anche se il mitra è mio»

Giuliano Pavan

3001.jpgNonostante abbia risposto alle domande del giudice, non gli è stato concesso di tornare in libertà. Antonino Foti, il 46enne calabrese residente a Roncade finito in manette per detenzione di armi da guerra, rimane a Santa Bona dopo che il gip Silvio Maras, al termine dell’interrogatorio di garanzia, ha convalidato l’arresto. Il suo legale, l’avvocato Mauro Serpico, presenterà ricorso al tribunale del Riesame. Foti infatti, secondo la difesa, sarebbe estraneo alla finta rapina al portavalori della ditta «Costantini», inscenata il 20 luglio a Torri di Quartesolo, che ha portato al fermo di Alessandro Duse, 50enne di Marcon, Rienzi Fracasso, 62enne di Mogliano e Mirco Stocco, 26enne di Campagna Lupia e alla denuncia per peculato per la guardia giurata Alessandro Santoro.     

Foti ha ammesso di aver incontrato Fracasso una sola volta, a Fusina, tramite due amici comuni ai quali il roncadese aveva chiesto un prestito per poter mandare avanti il bar che gestisce a Mestre. Per quanto riguarda invece la mitraglietta Skorpion rinvenuta nell’abitazione di Roncade, Foti ha subito ammesso la proprietà dell’arma (scagionando l’uomo con cui divide l’appartamento di Roncade) raccontando agli agenti della Squadra Mobile, oltre che al giudice, di averla trovata l’anno scorso nascosta in una siepe quando stava eseguendo dei lavori per la sua precedente attività, sempre un bar ma a Quarto d’Altino. Una versione la cui attendibilità dovrà essere verificata ma che sembra essere plausibile visto che l’arma ha ancora il numero di matricola e quindi facilmente rintracciabile.     

Intanto la difesa dell’altro trevigiano coinvolto nell’indagine della Procura di Vicenza, il 62enne moglianese Rienzi Fracasso, ribadisce come nella casa di Mogliano non siano stati trovati né i 12 kg di esplosivo e nemmeno l’oro e le monete rubate dal furgone blindato, come apparso sulla stampa alla notizia del fermo e successivamente al termine dell’interrogatorio.     

Restano in carcere anche Mirco Stocco, 26 anni, di Campagna Lupia e Alessandro Duse, 50 anni, di Marcon, che ieri, davanti al giudice per le indagini preliminari Michele Medici si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

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«Non ho fatto la rapina anche se il mitra è mio»ultima modifica: 2011-08-20T11:30:00+02:00da sagittario290

Sequestrate le armi ai due vigilanti

Domenica 7 Agosto 2011,

Ed: VICENZA
Pagina:

La Polizia indaga sulla lite che avrebbe portato una guardia a puntare la pistola contro l’altra

Sequestrate le armi ai due vigilanti

3660.jpgBASSANO – Vi sarebbero dei dissidi pregressi all’origine della violenta lite fra guardie giurate avvenuta all’alba di venerdì e culminata – questa almeno la versione della vittima – con un gesto pesantissimo: uno dei due avrebbe preso per il collo l’altro e gli avrebbe puntato al petto la pistola d’ordinanza. L’aggredito, sofferente di cuore, è stato colto da malore; portato al Pronto soccorso, è stato dimesso con 3 giorni di prognosi per stato di agitazione e una contusione. L’episodio, da verificare (il presunto aggressore ammetterebbe il litiglio, ma negherebbe di aver estratto l’arma), è comunque molto grave. Ponendo che la pistola sia stata usata, in primo luogo sarebbe potuto partire un colpo; in secondo sarebbe un comportamento inacettabile da parte di addetti alla sicurezza che girano armati. Sulla vicenda opera la Polizia che al momento ha indagato per minacce aggravate e lesioni M.B., 47 anni, di Rosà, e ha sequestrato sia a lui che alla presunta vittima, G.M.C., 61, pure di Rosà , le pistole. La società di sorveglianza ha sospeso entrambi dal servizio.    

L’alterco è scoppiato alle 7 dell’altroieri nel distaccamento di Bassano della Civis di Vicenza, in via Capitelvecchio. Al momento del cambio di turno i due hanno avuto da ridire e dalle parole si sarebbe passati ai fatti. Nell’ufficio non c’era nessun altro. G.M.C. ha telefonato a un dirigente di Vicenza che è accorso in città e ha portato il 61enne in ospedale. É appunto dai sanitari che alcune ore più tardi la Polizia ha appreso l’accaduto e ha raggiuto i due protagonisti. A quel punto il più vecchio ha sporto querela. Gli inquirenti vogliono far luce sul caso, i due uomini svolgono un’attività delicata e non ci possono essere ombre su loro equilibrio. L’arma tolta a M.B. è una Beretta 98 cal. 9×21 automatica, quella di G.M.C. un revolver Franchi.

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