Sangue sul marciapiede e birra nel bicchiere

Cronaca

15/07/2011

Sangue sul marciapiede e birra nel bicchiere 

1310720960723_0.jpgLa festa comincia alle 20, quando vengono posizionate le transenne all’inizio di strada D’Azeglio, all’altezza del ponte di Mezzo. Gli avventori di bar e ristoranti sono ancora pochi: cercano, più che altro, un pasto in zona pedonale, senza i rumori del traffico, all’aria aperta. Alle dieci, invece, iniziano ad affluire i giovani: per lo più studenti, ma non è raro vedere gruppi di amici che sfiorano gli «anta» col drink in mano. Molti arrivano da soli, «tanto qualcuno con cui fare serata incontro»; già, la movida, da queste parti, da qualche anno, è un must del mercoledì sera parmigiano.

Alle undici la strada è intasata, ci si muove a fatica, tra bicchieri colmi tra mani insicure, bancarelle e stand. Gli spillatori di «bionde» lavorano senza sosta, con le attività di approvvigionamento che si svolgono soprattutto fuori dai locali; dentro, al massimo, ci si va per fare lo scontrino. Sotto i portici dell’Ospedale vecchio ci sono gli «autonomi» della movida, cioè quelli che si portano da bere da casa, con sacchetti di plastica pieni di alcolici, per il rito del boutillon, ossia del cocktail fai da te.

Nella seconda metà della via c’è anche musica dal vivo, rigorosamente in acustico e fino alle 23: dopo è obbligatorio mettere a riposo le chitarre e spegnere i microfoni. In cambio si alza il tasso alcolico e il tono del vociare; qualche residente a petto nudo si affaccia sconsolato, senza dire una parola, forse più rassegnato dal caldo soffocante che dal rumore proveniente da sotto casa. Quando un ragazzo esce dalla sua abitazione e viene accoltellato da due giovani che lo aspettano sotto il portone (si veda pagina 9), vince l’istinto di accelerare il passo che quello di star li a curiosare.

Sono dieci i vigilantes: muscoli e auricolari al servizio dell’ordine, ma non possono vedere tutto. Uno schiamazzo sotto i loro occhi vale un cartellino giallo. I passeggini guidati dalle giovani coppie rientrano a casa e padrone di via D’Azeglio rimane chi vuole fare le ore piccole. All’una, però, si chiude. Tutti. I controlli sui locali dei vigilantes sono precisi e puntuali, sgarrare non è possibile: si chiudono i rubinetti dell’alcol, si tolgono dalla strada panche e tavoli, si inizia la pulizia. Qualcuno prova a fare il furbo; un «kebabbaro» tira già la serranda, ma passa le birre dal retro della bottega e viene colto sul fatto da un vigilantes: fine dello stratagemma.

La movida, però, prosegue, per terminare i discorsi intrapresi, per finire il bicchiere. Alle due e mezza c’è ancora qualche sparuto gruppetto di nottambuli, mentre le strade sono liberate dalla montagna di plastica che giace per terra.

A. D. B.

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