Omicidio Rende, ergastolo confermato nel processo d’appello…

Cronaca

(18/05/2011)

Omicidio Rende, ergastolo confermato nel processo d’appello a Vincenzo Violi

Annullate con rinvio dalla Cassazione le condanne del giudizio principale

Paolo Toscano

legge_uguale_360.jpgErgastolo a Vincenzo Violi. Anche i giudici della Corte d’assise d’appello (bruno Finocchiaro presidente, Gabriella Cappello a latere) hanno ritenuto il trentunenne di Sinopoli colpevole dell’omicidio di Gigi Rende, il vigilante assassinato il 1 agosto 2007, nel corso di un tentativo di rapina in via Ecce Homo. Una conclusione che ha portato alla conferma della condanna al carcere a vita inflitta in primo grado a Violi nel processo celebrato in abbreviato davanti al gup Tommasina Cotroneo

Quella di Vincenzo Violi era stata la settima condanna al carcere a vita per quella tragica vicenda. In precedenza l’ergastolo era piovuto in capo a 5 dei 6 imputati del processo principale. Si tratta di Giovanni Battista Familiari, 36 anni di Melito Porto Salvo; Santo Familiari, 42 anni di Melito Porto Salvo; Giuseppe Papalia, 39 anni di Sinopoli; Domenicantonio Papalia, 33 anni di Sinopoli; Marco Marino, 32 anni di Gallina, Francesco Giuseppe Gullì, 29 anni di Roghudi, tutti arrestati dagli agenti della squadra mobile nelle ore seguenti quella terribile sparatoria, avvenuta all’ora di apertura degli uffici nella zona Sud della città. La sentenza con le cinque condanne all’ergastolo era stata successivamente annullata dalla Cassazione in ordine all’entità della pena e, per questo motivo, si dovrà celebrare un nuovo processo d’appello.

Un altro ergastolo era stato inflitto a Carmine Macrì nel secondo processo celebrato, però, con il rito ordinario.

A rappresentare l’accusa nel processo contro Violi c’era il sostituto procuratore generale Fulvio Rizzo che al temine della requisitoria ha chiesto alla Corte di confermare la condanna al carcere a vita.

Le indagini sull’assalto al furgone portavalori culminato nell’uccisione dell’eroico vigilantes (Gigi Rende è stato insignito dal Capo dello Stato con la medaglia d’oro al valor civile alla memoria) avevano portato nella prima fase all’individuazione dei dei due Familiari, dei due Papalia, di Marino e Gullì. L’ulteriore sviluppo investigativo aveva portato alla chiusura del cerchio con l’individuazione degli ultimi due componenti del commando composto da otto uomini. Si trattava di Carmine Macrì e Vincenzo Violi. Il primo era stato catturato, quattro mesi dopo il tragico assalto di via Ecce Homo, all’interno di un covo tra le montagne di Cardeto. Per arrivare all’arresto di Violi era stato necessario attendere fino al marzio 2009. I carabinieri l’avevano localizzato a Torino dove viveva ospite di un giovane, anch’egli originario di Sinopoli. Le sue tracce, dopo quasi due anni, erano state trovate nel capoluogo piemontese in una comunità religiosa, situata nei pressi di piazza Sabotino, che il latitante frequentava assiduamente da tempo. A riconoscere Violi era stato un carabiniere che aveva seguito la messa accanto al latitante. Il militare dell’Arma, una volta riconosciuto il ricercato, gli aveva fatto scattare le manette ai polsi.

http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=71541&Edizione=7&A=20110518

Omicidio Rende, ergastolo confermato nel processo d’appello…ultima modifica: 2011-05-19T11:30:00+02:00da sagittario290