La sfida di Macrì “Sono l’uomo del ricambio”

Cronache locali

13 maggio 2011

La sfida di Macrì “Sono l’uomo del ricambio”

L’ex assessore: «Il voto vale come le primarie del centrodestra, sogno di sfidare Fanfani»

Arezzo, 13 maggio 2011 – L’uomo dello strappo nel Pdl alla vigilia delle elezioni ha una parola in testa: primarie. Nel senso che la scelta degli elettori di centrodestra, secondo lui, dovrà avvenire al primo turno per poi mandare al ballottaggio con Giuseppe Fanfani il miglior avversario possibile. E Francesco Macrì, candidato a sindaco per la lista Arezzo Domani, punta deciso a vincerle queste primarie a tre nell’urna con Grazia Sestini e Luigi Lucherini: «Ho fatto una scelta coraggiosa perché sono convinto che il ricambio generazionale della classe dirigente della nostra città sia un’emergenza — attacca il ‘cigno nero’ — i giovani devono tornare protagonisti perché hanno la creatività e l’energia che serve per guardare al futuro. Agli elettori chiedo di superare i vecchi schemi della politica e scegliere il candidato migliore per sfidare Fanfani».

Macrì, quali sono le sue priorità per la città?

«Innanzitutto serve una strategia. Prenda il recente regolamento urbanistico: manca la conoscenza della città, mancano obiettivi chiari. Per questo nel mio programma c’è una ‘commissione città’, formata dalle migliori professionalità aretine e da urbanisti di livello internazionale. Dovrà analizzare in profondità la situazione economica, sociale, culturale e ambientale della città. La base per delineare un disegno urbanistico di respiro complessivo, mi piace l’idea di un piano regolatore a ‘zero volume’ e un recupero vero delle frazioni. In economia lo sviluppo è necessariamente legato al settore orafo. Le difficoltà del momento sono tantissime: a queste si è aggiunto il problema sicurezza. Serve un’operazione di marketing ‘a due vie’: da una parte l’arte produce notorietà all’industria orafa e dall’altra la nostra maggiore industria dà risonanza turistica alla città. E poi vogliamo tagliare le spese inutili: verificheremo la possibilità di alienazioni di parte del patrimonio mobiliare e immobiliare comunale non strategico e taglieremo i cda da enti e società inutili e costose. Basta un siolo amministratore».

Il federalismo fiscale, se diventerà legge, darà la possibilità di modificare e introdurre tasse. Lei come si comporterebbe da sindaco?

«La considero un’opportunità importante. D’ora in poi non ci si potrà più piangere addosso, come ha fatto Fanfani, per i tagli che arrivano da Roma, salvo poi mandare via Arezzo Wave per spendere il doppio per un festival patacca come il Play Art. Sono contrario a qualsiasi nuova tassa: basta evitare gli sprechi della macchina comunale, consulenze comprese, per trovare le risorse necessarie a fare qualsiasi cosa. Basterebbe, per esempio, informatizzare molti processi amministrativi per risparmiare una marea di risorse».

Questione immigrazione, cosa si può fare a livello locale?

«I poteri del sindaco sono limitati, i flussi migratori sono ingenti e non si possono fermare. Ma serve una seria integrazione fra culture, a tutti i livelli. Accoglienza non può significare non far nulla:così si sono nati dei ghetti naturali come Saione. Che potevano essere evitati».

La sicurezza è uno dei temi forti del suo programma…

«Non possiamo fermarci a logiche comparative rispetto ad altre realtà: vogliamo che Arezzo torni a essere sicura come era in passato. Il segreto sta nel ruolo del sindaco come promotore di sinergie fra forze dell’ordine nell’ambito del comitato provinciale per la sicurezza. Va poi rinforzato l’organico della polizia municipale che ha meno addetti rispetto a venti anni fa e che deve essere operativa 24 ore al giorno. Sono inoltre convinto che si possano stabilire collaborazioni con seri istituti di vigilanza privata che a prezzi stracciati offrano servizi di sorveglianza ad associazioni di aziende e a gruppi di cittadini».

La cultura ha vissuto momenti difficili. Come rilanciarla?

«Servono gli stati generali della cultura. Si devono recuperare i giovani che propongono iniziative di indiscusso valore culturale: in ogni caso servirà una rivoluzione culturale per produrre eventi, talenti e opere aretine e non solo a commercializzare prodotti che arrivano da fuori».

Lei sogna di sfidare Fanfani. Ma se qualcun altro dovesse andare al ballottaggio, lei come si comporterebbe?

«Le forze di centrodestra dovranno fare fronte comune. Altrimenti prevarrebbe ancora la logica a perdere del Pdl alla quale mi sono ribellato».
federico.dascoli@lanazione.net

http://www.lanazione.it/arezzo/cronaca/2011/05/13/505411-sfida_macri_sono_uomo_ricambio.shtml

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