Domande & Risposte
06/04/2011
Quando vale la legittima difesa?
a cura di Giovanna Trinchella
La procura di Brescia ha fermato per duplice omicidio volontario la guardia giurata che lunedì ha ucciso due rapinatori armati di taglierino. Il vigilante, che ha sparato 15 colpi, ha invocato la legittima difesa. Che cos’è la legittima difesa e come è regolata dal codice penale?
La legittima difesa è prevista dall’articolo 52 e prevede la non punibilità di chi ha commesso il fatto «per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa». Nel caso della guardia giurata la procura ha escluso la legittima difesa, perché i malviventi, che avevano rapinato una banca, erano ormai in fuga e l’azione dell’uomo, armato di pistola, è apparsa sproporzionata».
Quando sussiste il rapporto di proporzionalità?
Per il codice penale la proporzionalità sussiste se «taluno legittimamente presente in uno dei luoghi ivi indicati usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere la propria incolumità o i beni propri o altrui, quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione. La disposizione di cui al secondo comma si applica anche nel caso in cui il fatto sia avvenuto all’interno di ogni altro luogo ove venga esercitata un’attività commerciale, professionale o imprenditoriale». Questo ultimo comma è stato aggiunto nel 2006, dopo una proposta della Lega Nord in seguito a diversi episodi di cronaca, in cui alcuni banditi avevano avuto la peggio o quasi e chi aveva sparato era stato indagato.
Nel caso di Brescia, come si sarebbero svolti i fatti?
La guardia giurata, che ha notato quello che stava accadendo e che in quel momento non era in servizio presso la banca presa di mira, si sarebbe diretta verso l’auto dei rapinatori, che stavano fuggendo, esplodendo tutto il caricatore. Da qui l’esclusione della legittima difesa e l’ipotesi di omicidio volontario. Inoltre, non essendo pubblico ufficiale, secondo la procura di Brescia, era legittimato a utilizzare l’arma da fuoco soltanto all’interno dell’istituto di credito e durante il turno di servizio.
Quali sono i precedenti più significativi di legittima difesa?
Nel maggio dell’anno scorso una guardia giurata fuori servizio aveva sparato, uccidendo un rapinatore a Roma. Nell’agosto del 2009 la Procura di Milano aveva contestato il tentato omicidio a una guardia giurata, una donna, che aveva ferito un bandito armato di coltello, dopo un colpo eseguito in un supermercato. Il rapinatore era di spalle. Vicende ancora non chiuse.
Quali sono i principali casi già giudicati?
Nel giugno del 2006, in secondo grado, un vigilante fu condannato per omicidio preterintenzionale a tre anni: nel 2003, nel Comasco, aveva ucciso un ventisettenne, che stava tentando una rapina. Per l’accusa si trattava di omicidio volontario. Il tabaccaio milanese Giovanni Petrali, che a Milano sparò alle spalle di due rapinatori in fuga, uccidendone uno, è stato assolto dalla Corte d’Assise d’Appello di Milano pochi giorni fa. Era accusato di omicidio volontario e per lui era stata chiesta una pena a nove anni e mezzo di reclusione. I giudici gli hanno riconosciuto la legittima difesa putativa. Un altro caso, quello dei gioiellieri di Milano Maiocchi, si concluse già in primo grado con la condanna del padre a un mese e un anno e mezzo al figlio per lesioni colpose e omicidio colposo. Anche in questo caso veniva contestato la volontarietà.
Quando si possono usare le armi legittimamente?
L’uso legittimo delle armi è regolato dall’articolo 53 del codice penale, che recita così: «Il pubblico ufficiale che, al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio fa uso, ovvero ordina di far uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica, quando vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza all’autorità e comunque di impedire la consumazione dei delitti di strage, di naufragio, sommersione, disastro aviatorio, disastro ferroviario, omicidio volontario, rapina a mano armata e sequestro di persona. La stessa disposizione si applica a qualsiasi persona che, legalmente richiesta dal pubblico ufficiale, gli presi assistenza».
Se questo è il codice penale, che cosa accade, in pratica, con le sentenze della giurisprudenza?
La cosiddetta giurisprudenza «vivente», con diverse sentenze, tende a tutelare il bene primario della vita rispetto al patrimonio, che può essere difeso con le armi senza uccidere. Anche se in molti casi a chi spara e ammazza o non viene riconosciuta la volontarietà o viene applicata la legittima difesa. E nel caso di Brescia si dovrà attendere la decisione dei giudici.
http://www3.lastampa.it/domande-risposte/articolo/lstp/396723/