Cronaca
(22 marzo 2011)
CRIMINALITA’
Villa Betania, rapina con sequestro
arrestato il basista della banda
Armati di pistola prendono in ostaggio il direttore, il presidente e il personale amministrativo. I carabinieri hanno fermato il complice che aveva consentito l’ingresso ai malviventi: è un parcheggiatore abusivo
di IRENE DE ARCANGELIS
Sono nervosi, eccitati. Probabilmente hanno preso della droga. Hanno i volti coperti dalle visiere dei cappellini calate sugli occhi. E sono tutti e due armati di pistola. Un complice li guida all’interno dell’ospedale affollato di prima mattina, raggiungono la direzione generale dove prendono in ostaggio il direttore e il presidente, il personale amministrativo.
Minacciano, sradicano dal muro i fili dei telefoni di linea fissa. Fanno aprire la cassaforte, portano via 18 mila euro in contanti e i telefonini degli ostaggi. Fuggono indisturbati. In pieno giorno, in un luogo trafficato alle otto e mezza del mattino come può essere l’ospedale evangelico “Villa Betania” a Ponticelli.
«E meno male che nessuno ha sparato», commenta il direttore generale Salvatore Accardo, reduce dalla pessima esperienza. È stato spinto per terra e minacciato. «Mi hanno detto: ora ti sparo, ora ti sparo. Dammi tutti i soldi…».
Sulla rapina con sequestro di persona ora lavorano i carabinieri. Hanno il filmato delle telecamere a circuito chiuso, è già stato ricostruito il percorso, si lavora agli identikit. Arrestato Giovanni Casillo, 37 anni, parcheggiatore abusivo proprio nello spiazzo davanti a Villa Betania e residente a pochi passi, in via San Michele. E’ accusato – come mostra il filmato delle telecamere a circuito chiuso acquisito dai carabinieri della compagnia di Poggioreale – di essere il basista della banda: ha aperto l’ingresso secondario con porta antipanico, da cui sono entrati i malviventi.
Ore 8.30, ingresso laterale dell’ospedale “Villa Betania” in via Argine. È una uscita di sicurezza con porta antipanico dall’interno e sistema di allarme. Qualcuno lo ha rotto due giorni fa e si aspettava la riparazione. Nel filmato si vedono due uomini entrare grazie al complice, che apre dall’interno. Dunque viene evitato ogni contatto con le due guardie giurate in servizio all’ingresso principale. I tre camminano tra medici e infermieri, malati e parenti di degenti. Uno dei tre ha un occhio bendato. «Dov’è il reparto di Oculistica?», chiedono a un camice bianco indicando la medicazione. Il reparto è vicino all’amministrazione. Piombano negli uffici, pistole puntate contro il direttore generale Accardo e il presidente Sergio Nitti. «Vi spariamo, aprite la cassaforte».
Scende il gelo. C’è solo una persona che ha le chiavi, è la dipendente contabile, bisogna trovarla.
Per fortuna è lì. Spinto a terra il direttore Accardo, la funzionaria ha le mani che le tremano mentre i banditi strappano i fili dei telefoni e si fanno consegnare i cellulari. La contabile apre la cassaforte, via 18 mila euro e tremila in valori bollati. «Abbiamo cercato di mantenere il sangue freddo — ricorda Accardo — ma i rapinatori erano molto agitati, sudavano. Non erano dei professionisti, non erano affatto tranquilli». Pochi minuti, ma di terrore, con le pistole puntate addosso. Infine i tre decidono di andare via, non si accorgono di non aver preso il cellulare di una dipendente che, appena è fuori tiro, chiama i carabinieri. Intanto però i banditi sono già andati via scendendo lungo una scala di servizio per poi arrivare all’uscita secondaria, di nuovo ripresi dalle telecamere a circuito chiuso.