Cronaca
La Spezia 09 Marzo 2011 ore 16:45:23
Vigilanza privata. Deferiti due istituti e sanzioni per 10mila euro ad alcuni pubblici esercizi
Attività svolta dalla Squadra Amministrativa della Questura
Due istituti di vigilanza deferiti alla competente Autorità Giudiziaria e sanzioni per una decina di migliaia di euro per alcuni pubblici esercizi. Questo il resoconto di una serie di accertamenti in merito all’attività di vigilanza privata svolta sulla provincia, avviata dalla Squadra Amministrativa della Questura a seguito di specifiche disposizioni impartite dal dirigente della divisione di Polizia Amministrativa, Vice Questore Giovanni Pedone.
Con le ultime disposizioni della Corte di Giustizia Europea, infatti, sono stati eliminati i confini territoriali per l’esercizio dell’attività su tutto il territorio nazionale (previa autorizzazione della Prefettura competente). In pratica, se fino a qualche tempo fa, un’azienda di questo genere nasceva e cresceva totalmente nella sua provincia, adesso per lei è possibile allargare il raggio di azione anche su altre province a patto che però sia in possesso di questa autorizzazione.
Proprio in questo senso i due Istituti di Vigilanza colpiti dalle sanzioni della Squadra Amministrativa avevano commesso illegalità. Nel primo caso, si tratta di un istituto bolognese che operava senza autorizzazione e con personale non qualificato sul territorio sarzanese. Nel secondo caso, ‘protagonista’ dell’illegalità è un network con sede a Roma che gestiva la vigilanza nelle sedi di tutta Italia di un’importantissima azienda del settore navale.
Ma l’attività della squadra amministrativa della Questura, nelle serate scorse, su disposizione del Questore Gaetano D’Amato, è stata indirizzata con particolare attenzione al controllo dei pubblici esercizi, alcuni oggetto di esposti da parte di cittadini per schiamazzi arrecati dalla clientela.
Una decina di questi sono stati sottoposti così ad attente visite ispettive che hanno portato ad elevare sanzioni per quasi 10mila euro, ad esempio nel caso di alcuni circoli privati per avere consentito l’accesso a persone non socie e per la mancanza della valutazione su impatto ambientale.