Il barista Filippazzo si difende in aula…

Cronaca

22 mar 2011 | 15:10

Il barista Filippazzo si difende in aula: “Mai minacciato la famiglia Adorno”

Redazione

2984-GIUSEPPE_FILIPPAZZO.jpg“Non ho mai minacciato la famiglia Adorno, né mi sono vantato di avere amicizie mafiose: io ho due cognati poliziotti e un fratello che fa la guardia giurata”. Il barista empedoclino Giuseppe Filippazzo si difende così al processo che lo vede imputato, insieme al cognato Gerlando Di Stefano, con l’accusa di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Al centro del processo la presunta faida che avrebbe avuto come oggetto due case acquistate all’asta dagli Adorno e appartenute alla famiglia Di Stefano. Secondo un’ipotesi iniziale – l’inchiesta, però, è stata archiviata nelle scorse settimane – il fallimento della trattativa sarebbe stato il movente dell’omicidio del giovane operaio Giuseppe Adorno, ucciso a 25 anni nell’agosto di due anni fa. Gli stessi Filippazzo e Di Stefano furono indagati e poi prosciolti per l’omicidio finendo a giudizio solo per tentata estorsione. “Non sono mai andato a casa degli Adorno – ha detto Filippazzo rispondendo alle domande del suo avvocato Gianfranco Pilato (difensore insieme al legale Salvatore Re) – per minacciarli. Nel 2007 sono andato a trovarli una volta per trattare amichevolmente la vendita degli appartamenti”. Il barista ha poi ricordato un episodio di due anni fa. “I rapporti con Domenico Adorno (padre dell’operaio ucciso ndr) erano buoni. Nel 2009 dovevamo fare dei lavori di ristrutturazione in uno stabile dove io e loro abbiamo un appartamento e mi sono attivato per fare svolgere le opere alla sua impresa edile”. Il 4 aprile è in programma la requisitoria.

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