La crisi della Mondialpol

Cronaca

(23 febbraio 2011)

La crisi della Mondialpol
Per 140 guardie giurate c’è la “cassa”

L’azienda fondata dai fratelli Calleri lamenta un calo del giro d’affari a causa della crisi economica: in calo il trasporto dei valori

di DIEGO LONGHIN

acerra-guardie-giurate-vs-inceneritore.jpgBancomat senza soldi? Un rischio che potrebbe diventare realtà se non rientra la protesta delle guardie giurate della Mondialpol, il marchio più importante del settore vigilanza e trasporti valore sulla piazza torinese. Da ieri i dipendenti sono in sciopero. O meglio. Si sono “sospesi” dal lavoro, non avendo proclamato lo stop con il preavviso previsto dalle regole del settore. La prefettura sta tenendo d’occhio la situazione e ieri mattina, dopo il fermo dei mezzi, si sono presentati anche gli agenti del commissariato Madonna di Campagna sul piazzale della sede di via Reiss Romoli 235. E la prefettura ha deciso di convocare per questa mattina azienda e sindacati.

All’origine della protesta la richiesta di cassa integrazione in deroga avanzata dalla Mondialpol, gruppo All System, alla Regione: trattamento richiesto per circa 140/150 guardie giurate, in pratica quasi tutto il settore trasporto valori, anche se l’azienda ha ribadito che la cassa sarebbe a rotazione e colpirebbe gruppi di 40/50 alla volta per un periodo di quindici giorni. La società motiva la richiesta con il drastico calo del giro d’affari, causa crisi e minore circolazione di denaro, e durante la trattativa ha sostenuto di aver perso circa 1 milione di euro. Una situazione che si protrae da un anno. I sindacati vorrebbero adottare strumenti differenti per affrontare la situazione, dai contratti di solidarietà alla cassa integrazione straordinaria, strade che Mondialpol non vuole prendere in considerazione perché troppo costose. E durante una delle riunioni i dirigenti della società avrebbero ribadito che l’unica soluzione è quella della cassa in deroga, altrimenti l’azienda potrebbe essere messa in liquidazione.

Battuta che i sindacati hanno preso come una forzatura, anche se tra i dipendenti serpeggia il timore di un forte ridimensionamento. Tanto che dopo l’assemblea di ieri mattina all’alba hanno deciso spontaneamente di incrociare le braccia e di non riprende l’attività fino a quando non verrà ritirata la richiesta di cassa. «È una situazione risolvibile — sottolinea Nicola De Filippis della Filcams/Cgil — l’importante è che l’azienda faccia un passo indietro e studi un percorso che non penalizzi solo i lavoratori». Anche il segretario della Fisascat/Cisl, Bruno Cordiano, è convinto che da parte dell’azienda «ci debba essere una dimostrazione di buona volontà: avanza solo richieste di cassa integrazione senza prospettare un piano di rilancio della Mondialpol, lamentano tra l’altro una concorrenza sul mercato torinese poco comprensibile». E Calogero Saldi della Cisal non riesce a capire dove sia la crisi: «Continuiamo a fare ore di straordinario — sottolinea — se il lavoro fosse organizzato in maniera differente non ci sarebbe bisogno della cassa. La All System continua a togliere commesse alla Mondialpol per dirottarle su altre società del gruppo».

Azienda e sindacati si ritroveranno all’alba per capire se ci sono gli spazi per trovare un’intesa e sbloccare la situazione. Per il momento tutti i servizi legati ai trasporti valori, dal ritiro degli incassi nei grandi poli commerciali al carico bancomat, passando per la distribuzione per le filiali delle banche, rimane bloccato. Le guardie giurate oggi si presenteranno in via Reiss Romoli in divisa ma non entreranno in servizio fino a quando non si troverà un accordo che li metta al riparo dalla cassa integrazione in deroga.

La crisi della Mondialpolultima modifica: 2011-02-24T11:45:00+01:00da sagittario290