Furti tra le tombe, nemmeno i morti riposano in pace

Cronache locali

26 febbraio 2011

Furti tra le tombe, nemmeno
i morti riposano in pace

Dopo gli ultimi episodi all’interno del cimitero di Ravenna, si percepisce la preoccupazione della cittadinanza

5tNrbjF3PP0J.jpgRavenna, 26 febbraio 2011 – NON C’È PACE al cimitero. Sembra un paradosso, e invece il riposo dei morti, nel camposanto di Ravenna, viene troppo spesso disturbato.

L’ultimo episodio giovedì pomeriggio, quando due malviventi, che probabilmente stavano cercando di scassinare alcune auto nel parcheggio del cimitero, prima hanno speronato con la loro auto una volante della polizia, poi sono fuggiti a piedi cercando di nascondersi tra le tombe.

Appena un paio di settimane fa, i ladri di rame avevano saccheggiato un centinaio di edicole funerarie: l’oro rosso fa gola ai malviventi, viste le quotazioni, ed evidentemente né gli scrupoli morali né le superstizioni legate ai morti sono un ostacolo per i ladri.

Per chi va a trovare i propri cari, l’idea che qualcuno possa profanare la tomba di famiglia è a dir poco sgradevole. Graziella Bacchetta, che incrociamo all’entrata del campo santo in via Baiona, non sapeva nulla di quanto successo giovedì, e nemmeno del recente furto di rame: abita a Bologna, anche se i suoi parenti sono sepolti a Ravenna.

«Furti tra le tombe? Non immaginavo che il cimitero fosse così ben frequentato — ironizza. — Sicuramente sono episodi che destano preoccupazione, anche se, per quanto mi riguarda, i miei parenti sono in una tomba all’aperto: non c’è granché da rubare, a parte vasi e sottovasi».

La preoccupazione è condivisa da molte tra le persone che visitano i propri defunti, come riferiscono i fiorai di fronte all’ingresso principale del cimitero. «A qualche signora — racconta Gabriella Merendi — è capitato anche di essere derubata della borsa che aveva lasciato per un attimo incustodita, in pieno giorno. Ma dopo quello che è successo a inizio febbraio, le famiglie sono molto preoccupate soprattutto per i furti di rame». La richiesta ricorrente è una sola: telecamere di sorveglianza.

«Non so se risolverebbero il problema, ma la vigilanza privata non è sufficiente — continua Merendi. — Nei giorni della ricorrenza dei morti sono rimasta qui quasi tutte le notti: le guardie passano più o meno alle stesse ore, per i ladri è facile capire quando è il momento di entrare in azione. Con le telecamere, almeno, ci sarebbe un deterrente in più». «Mi rendo conto che i costi possano essere alti, ma le telecamere sono necessarie, anche per dare un senso di sicurezza in più — aggiunge Mirella Zappaterra. — Immaginiamo cosa può significare, per una persona che fa visita a un suo caro che non c’è più, trovare la tomba danneggiata e depredata. Di notte servirebbe qualcuno che pattuglia anche l’interno del cimitero, non solo il perimetro esterno».

La pattuglia dell’Istituto vigilanza ravennate — a cui Azimut, la società che gestisce i servizi cimiteriali, ha affidato la sorveglianza del cimitero — passa tre volte ogni notte: calcolando i tempi, non è quindi così difficile introdursi nel cimitero senza essere visti. Serve solo un minimo di atletismo per scavalcare la recinzione.

di Francesco Monti

Furti tra le tombe, nemmeno i morti riposano in paceultima modifica: 2011-02-27T10:45:00+01:00da sagittario290