Aggressione a San Luca Sfregiato a bottigliate

Domenica 27 Febbraio 2011,

Ed: VENEZIA
Pagina: 7

Aggressione a San Luca
Sfregiato a bottigliate

641.jpgViolenta lite in campo San Luca e un 36enne è stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Mestre. Il fatto è accaduto ieri notte, attorno alle 2, e torna a riproporre il tema della sicurezza nelle “ore piccole”, quando la città rimane quasi sguarnita. Nel corso degli immancabili appuntamenti collegati al Carnevale si è verificata questa  sulla quale i carabinieri stanno cercando di fare la massima chiarezza.

Nella zona, da quanto hanno riferito alcuni testimoni, si stavano aggirando quattro giovani nordafricani con fare un po’ sospetto. Ad un certo punto, probabilmente in seguito ad una discussione scaturita da alcuni apprezzamenti sulle ragazze, è nato un violento diverbio, sfociato poi in una lite. Un uomo di 36 anni, G.A., originario di Milano ma residente in città, che si trovava in campo con la sua amica è stato colpito al volto con un pezzo di bottiglia ed ha iniziato a sanguinare copiosamente.

Immediato l’allarme. Sul posto sono arrivati i carabinieri del Nucleo natanti insieme ad un equipaggio del Suem. I nordafricani sono fuggiti, ma una guardia giurata che stava svolgendo servizio a San Marco li ha visti che correvano nella zona dell’hotel Splendid Suisse. Uno di loro aveva una mano ferita e perdeva sangue (probabilmente si tratta dell’aggressore). A questo punto il 36enne è stato rapidamente trasportato in ospedale a Mestre. Ha riportato una profonda ferita ad una guancia ed è stato così sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Vistose tracce di sangue sono state rinvenute anche nelle callette che costeggiano campo San Luca. La scena è stata vista da diversi ragazzi che si trovavano in zona, e più di qualcuno sospetta che i nordafricani stessero cercando di vendere droga in centro storico. Non è un mistero, infatti, che il consumo di sostanze stupefacenti sia aumentato in quest’ultimo periodo, soprattutto fra i giovani e gli adolescenti. 

I carabinieri di Venezia, che una volta giunti sul posto hanno immediatamente sentito alcuni testimoni, hanno già raccolto diversi elementi utili e sarebbero già sulle tracce del responsabile della violenta aggressione.

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Furto all’Oviesse, i ladri portano via capi per 20mila euro

Edizione CIRC_NORD

21/02/2011

Afragola Di notte, al centro commerciale «Le Porte di Napoli». Saracinesca tagliata con le cesoie

Furto all’Oviesse, i ladri portano via capi per 20mila euro

Marco Di Caterino

HE10_2082.jpgAfragola. Svaligiato il megastore Ovs, nel parco commerciale Le Porte di Napoli ad Afragola. I ladri, che hanno agito nel cuore della notte, hanno rubato migliaia di capi di abbigliamento per un valore di circa ventimila euro. La scoperta del furto è avvenuta ieri mattina, quando i dipendenti del negozio della catena del gruppo Coin, aperto ad Afragola nel luglio del 2009, hanno notato l’alluminio della saracinesca di entrata tagliato e piegato come la latta di una scatola di sardine. Il direttore del punto di vendita ha immediatamente avvertito i carabinieri. Sul posto i militari della caserma di Afragola, diretta dal luogotenente Fedele Del Vecchio, che hanno eseguito i rilievi per la ricerca di eventuali impronte digitali e avviato le indagini. Gli inquirenti hanno ricostruito la sequenza del colpo, che per le modalità di esecuzione e alcune «strane» coincidenze, presenta ancora molti punti oscuri. A iniziare dal sistema di allarme anti intrusione che non ha funzionato, per finire poi al fatto che i ladri hanno agito con relativa tranquillità, nonostante il negozio Ovs abbia un contratto di sorveglianza notturna con un istituto di VIGILANZA PRIVATA. Cosa e perché non abbia funzionato, è ora al centro delle indagini. Ad agire, secondo i carabinieri, è stata sicuramente una banda di malviventi composta da almeno sei o sette persone, e il colpo, che per tempistica e bottino pieno, è stato studiato nei minimi particolari. I ladri hanno agito tra le quattro e le sei della scorsa mattina. I malviventi, giunti davanti all’ingresso del maxi store, un punto vendita di oltre 1500 metri quadrati, servendosi di un paio di affilate cesoie, hanno praticato il taglio e arrotolato la lamiera per passare agevolmente. I componenti della banda, una volta entrati nel negozio, hanno fatto man bassa. Rapidi e organizzati, con una sorta di catena umana hanno svuotato il negozio e riempito le auto in una manciata di minuti. Completato il carico, la banda si è dileguata. Il furto al maxi store di Ovs Industry, ripropone la questione sicurezza nell’intera zona del parco commerciale Le Porte di Napoli, dove nonostante la presenza di un centinaio di aziende e di una multisala cinematografica, non esiste nessun sistema di videosorveglianza integrato per monitorare le zone esterne agli esercizi commerciali. Quello di ieri è il secondo furto nella stessa zona, portato a segno con modalità identiche e forse dalla stessa banda degli ipermercati.

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Quattro furti al tribunale Protesta l’Anm

Edizione SALERNO

19/02/2011

Allarme sicurezza

Quattro furti al tribunale Protesta l’Anm

Petronilla Carillo

HE10_3369.jpgAccessi senza controllo, nessuna registrazione dati o video degli utenti, tre computer spariti dagli uffici, la borsa dell’assistente di un sostituto procuratore rubata al terzo piano del palazzo di giustizia mentre la donna andava a posare un fascicolo, un giudice della sezione civile aggredito, carte e documenti lasciati incustoditi in Corte d’Assise. Allarme sicurezza al tribunale di Salerno. L’sos viene lanciato proprio dai magistrati i quali, nel corso di un incontro tenutosi giovedì pomeriggio, hanno messo il tutto nero su bianco e deciso di chiedere un intervento al sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca. La questione è semplice. Il problema della sicurezza all’interno del palazzo (anche quella personale di magistrati e dipendenti) viene garantita dai carabinieri. Quella all’esterno del palazzo, secondo quanto riferiscono i magistrati presenti all’incontro, dipenderebbe dal primo cittadino. A carico del Comune non sarebbe l’organizzazione della sicurezza attraverso pattuglie di polizia municipale ma attraverso istituti di VIGILANZA PRIVATA. «Stiamo cercando di capire bene la procedura – spiega il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Enzo Pellegrino – e subito dopo chiederemo un incontro al sindaco perchè prenda i provvedimenti dovuti». Quattro i furti nelle ultime settimane. Tre di questi riguardano computer. «Non so se ci fossero dati sensibili custoditi nella macchina», prosegue Pellegrino. Intanto al terzo piano, i magistrati sono chiusi a chiave all’interno della loro stanze. L’ultimo furto, in ordine di tempo, nella stanza del gip Orio. Vittima la sua assistente che ha visto scomparire la propria borsa nel giro di pochi minuti. «Il problema – spiega il presidente dell’Anm di Salerno – non riguarda soltanto la sicurezza dei magistrati ma, soprattutto quella dei cancellieri, del personale, degli avvocati e dei cittadini che entrano a palazzo di giustizia». I problemi, secondo Pellegrino, riguardano soprattutto gli uffici presso la scuola Vicinanza dove «si discutono cause di interesse immediato e dove vi sono parti contrapposte. Ci sono cause di separazione e di locazione, ad esempio, dove le parti sono spesso nervose. Capita così che litighino tra loro o con i propri avvocati quando non soddisfatti degli esiti. E questo crea problemi. Si tratta di cause aperte al pubblico e non c’è traccia delle persone che entrano o escono dal tribunale. Nel palazzo di giustizia, difatti, c’è più movimento di divise tra poliziotti, carabinieri e agenti della penitenziaria». In effetti entrare in Tribunale a Salerno è molto semplice. Il metal detector non funziona, i nastri per il controllo delle borse esiste ma nessuno si preoccupa di azionarlo. Qualche piccolo controllo in più avviene di pomeriggio quando il portone che da sul Corso (quello dove l’accesso dovrebbe essere consentito soltanto agli avvocati) viene chiuso e resta aperto solo quello per il pubblico, su corso Garibaldi. C’è poi lo scandalo dei fascicoli in Corte d’Assise: buste bianche piene di carte che dovrebbero andare al macero e lasciate incustodite. Fascicoli che fanno bella mostra su una scrivania sistemata dinanzi alla porte di accesso dell’aula giudiziaria. Librerie colme di carte senza vetri di protezione. «Voglio precisare – prosegue Pellegrino – che questa iniziativa dell’Anm non vuole essere ad esclusivo privilegio dei magistrati, ma soprattutto dei cittadini. Per garantire la sicurezza di quanti accedono al palazzo di giustizia. Vero è che, nel momento stesso in cui la nostra categoria viene svilita anche dalle Istituzioni, come di recente sta accadendo, il rischio per noi aumenta».

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Furto sventato

Domenica 13 Febbraio 2011,

Ed: PORDENONE
Pagina: 19

Furto sventato

FIUME VENETO

2464385_a64bbdd840_s.pngSventato un furto venerdì notte nella sede della Sda Express Courier di Praturlone. Alla Centrale Italpol è arrivata la segnalazione di un’auto sospetta in via Zambon.

In pochi minuti sono giunte le pattuglie della vigilanza privata e i carabinieri. Nel piazzale è stata rinvenuta una Lancia Y vuota, rubata e abbandonata in tutta fretta. All’interno c’erano arnesi da scasso.

Furto sventatoultima modifica: 2011-02-14T10:45:00+01:00da sagittario290

Salta il bancomat Filiale devastata

Giovedì 10 Febbraio 2011,

Ed: VENEZIA
Pagina: 22

Salta il bancomat Filiale devastata

Gianluigi Dal Corso

932.jpgUn fragoroso boato ha fatto saltare dal letto martedì notte numerosi abitanti in centro a Fossò. Una banda ha messo a segno un colpo al bancomat della filiale della Cassa di Risparmio di Venezia. La sede si trova al civico 1 di via Provinciale Sud, poco distante dal municipio. Erano circa le 3.15 quando i residenti sono stati svegliati di soprassalto. «Sembrava una bomba» hanno riferito alcuni residenti. A provocare lo scoppio, come spesso capita in questi episodi, è stato l’acetilene utilizzato dai malviventi.

La banda si sarebbe appostata nelle vicinanze e, tenendo la situazione sotto controllo, avrebbe dato avvio all’operazione. Riempito il bancomat di gas infiammabile, hanno fatto scattare l’innesco. L’esplosione ha in pratica distrutto il bancomat, ma la forza d’urto ha fatto crollare pure il controsoffitto dell’istituto bancario. A quel punto i malviventi hanno cercato di razziare quanto più denaro possibile e lasciare l’area in tutta fretta, per non rischiare di imbattersi nei carabinieri della compagnia di Chioggia o nelle guardie giurate.

A una prima stima, i ladri sarebbero riusciti a fuggire con un bottino di quasi 50 mila euro. Altri seimila euro, però, sono stati recuperati dai carabinieri. Nella foga del momento, infatti, i malviventi hanno lasciato a terra parte del denaro. Una volta arrivati sul posto, i militari si sono trovati di fronte a uno scenario caotico. L’esplosione infatti, oltre a far crollare il controsoffitto della banca, aveva mandato incartamenti ovunque. I banditi sarebbero fuggiti a bordo di un’auto, ma su questo particolare stanno ancora lavorando gli investigatori.

Qualche elemento in più potrebbe arrivare dalla visione dei filmati dell’impianto di videosorveglianza. Già l’anno scorso lo stesso istituto era stato oggetto di un simile assalto. Ieri la filiale è rimasta chiusa per permettere agli operai e agli impiegati di sistemare i danni provocati dall’esplosione.

Salta il bancomat Filiale devastataultima modifica: 2011-02-11T11:00:00+01:00da sagittario290

Ladri travestiti da vigili rapinano gioielleria

Domenica 6 Febbraio 2011,

Ed: NAZIONALE
Pagina: 11

Ladri travestiti da vigili rapinano gioielleria

Minacciati i dipendenti: bottino 5 milioni

181.jpgMILANO – Una rapina da oltre 5 milioni di euro è stata messa a segno ieri in una gioielleria nel quadrilatero della moda a Milano. È successo all’apertura, alle 9.30, della gioielleria Scavia in via della Spiga 9. Tre rapinatori, di cui due travestiti da vigile, sono entrati nel negozio e sotto la minaccia delle armi hanno da prima legato i quattro dipendenti presenti, portandoli al piano di sotto, e poi hanno svuotato la gioielleria. Prima di andarsene hanno scaricato le immagini del sistema di videosorveglianza. 

Secondo quanto si è appreso in Questura, alla gioielleria si può accedere anche dal portone dell’abitazione accanto, attraverso un androne. Proprio di qui sono entrati i rapinatori, subito dopo l’ingresso dei quattro impiegati. Una volta entrati nel negozio, uno dei finti vigili ha estratto una pistola. I dipendenti sono stati minacciati anche verbalmente («sappiamo dove abiti e ti facciamo saltare la casa»), in un forte accento meridionale, e costretti ad aprire la cassaforte, indicare l’ubicazione dei gioielli e i sistemi d’allarme. 

Poi i dipendenti sono stati fatti entrare nell’ascensore, che collega i tre piani della gioielleria (che ha anche un laboratorio), e portati al piano di sotto dove sono ati legati con nastro adesivo. Con tutta calma – almeno 30-45 minuti, stimano gli inquirenti – i rapinatori, che indossavano i guanti, hanno svuotato la gioielleria. Prima di uscire, hanno preso la registrazione del sistema di sorveglianza. Nessuno li avrebbe visti né arrivare, né andare via. Neanche le guardie giurate della Ivri che in moto, dalle 6 alle 22, tengono sotto contro il Quadrilatero della Moda: «Non ero ancora passato in questo punto», ha detto una guardia. «A quell’ora – ha commentato con rammarico il ‘custode della via’, Lorenzo Gerardi, che dal 1994 si occupa del decoro di via della Spiga, pagato dall’Associazione Amici di via della Spiga – di sabato c’è poca gente».

Ladri travestiti da vigili rapinano gioielleriaultima modifica: 2011-02-07T12:00:00+01:00da sagittario290