Assalti ai blindati

Cronache locali

24 febbraio 2011

Assalti ai blindati
Altri 6 anni alla primula rossa Raffaele Arzu

Dopo Il colpo di Palazzo del Pero, condannati anche il fratello e il cugino

O1Kk0GPYZoQJ.jpgArezzo, 24 febbraio 2011 – Sfuggì come una lepre marzolina ai carabinieri e alla polizia che lo braccavano sulle montagne di Palazzo del Pero, ma non è sfuggito ai giudici del tribunale, che ieri lo hanno condannato ancora per gli assalti ai furgoni blindati che seminarono il terrore nell’estate-autunno del 2004. Stavolta per l’ultimo colpo, il più sfrontato di tutti, quello messo in atto il 7 ottobre, il giorno della visita ad Arezzo del presidente Ciampi.

Raffaele Arzun (nella foto), noto anche come la primula rossa, bandito di antico lignaggio, ultimo rappresentante di una scuola criminale di cui si va perdendo lo stampo, aggiunge così altri sei anni di condanna a quelli che gli hanno inflitto e gli stanno infliggendo i tribunali di mezza Italia. Nella quale aveva seminato il panico con i suoi blitz da brigante che mette insieme metodi storici e nuove tecnologie. E stavolta non è soltanto una pena teorica come i dieci anni che i giudici aretini gli avevano già caricato sul groppone. Allora era ancora latitante per le forre della Sardegna interna, adesso, dopo la clamorosa cattura di un anno e mezzo fa (lo presero quando andò a trovare la moglie e il figlio al suo paese), è un carcerato che chissà quando uscirà di galera, visto che sta sommando pena su pena. Sedici anni solo per gli assalti ai blindati nell’Aretino, ma la lista è lunga più di un anno santo.

Con Raffaele la corte presieduta da Mauro Bilancetti condanna anche (sempre a sei anni) il fratello Sergio (pure lui si è arreso dopo una lunga latitanza) e il cugino Marco Pili, quello che fece prendere tutta la banda per l’impronta lasciata durante una rapina in Maremma.  Dire che il Pm Ersilia Spena aveva chiesto un anno in meno (cinque) per Raffaele e Marco Pili e addirittura l’assoluzione per Sergio. Pareva che una telefonata fatta in Sardegna la sera prima del colpo di Palazzo del Pero lo scagionasse (se era lì non poteva essere qui) ma poi lo ha fregato un’intercettazione ambientale che lo inchioda al luogo dell’assalto.

I blitz della banda dei sardi furono tre, come qualcuno ricorderà: il 24 agosto a Spedaletto di Subbiano, l’8 di settembre al Torrino e il 7 ottobre a Palazzo del Pero. Tutti kalashnikov alla mano e sparando in mezzo alla strada, fra gli automobilisti ignari e terrorizzati. Per i primi due colpi era già arrivata la condanna a 10 anni, ieri i giudici hanno presentato il conto del terzo. Stavolta con lo sconto, perchè c’era la continuazione del reato con gli altri agguati. Raffale e Sergio non c’erano: hanno preferito aspettare la sentenza nei penitenziari in cui sono già detenuti.

Tra gli avvocati difensori, quasi tutti sardi, anche l’aretino Stefano Del Corto. Legale di parte civile, per conto della Securpol, la società cui appartenevano i furgoni, e dei vigilantes presi a colpi di mitra, Antonio Bonacci, che aveva già spuntato un maxi-risarcimento da 350 mila euro, cui ieri se ne sono aggiunti altri 40 mila. Più di quanto Raffaele e i complici riuscirono a raccogliere in tre rapine tanto violente quanto poco fruttuose. Anche le primule rosse sbagliano i conti.

di SALVATORE MANNINO

Assalti ai blindatiultima modifica: 2011-02-25T11:15:00+01:00da sagittario290