Sicurezza-colabrodo a Arcore

Politica

(29 gennaio 2011)

I VERBALI

Sicurezza-colabrodo a Arcore
“Nessuno identifica gli ospiti”

Così poteva entrare anche la donna di un trafficante di droga. La deposizione di un caposcorta storico, con Berlusconi da oltre venti anni: c’è la vigilanza privata.  Zanda (Pd) a Frattini: che cosa pensa la diplomazia della condizione di ricattabilità del premier

di PIETRO COLAPRICO

081856493-573ae87f-0fa5-466c-9962-925bf3de76b8.jpgMILANO – La questione, tra i nostri servizi segreti, circola da tempo e adesso è diventata chiara: nessuno può sapere con certezza chi entra nelle case e persino nelle camere del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E la dimostrazione di questo “assurdo”, oltre che nelle centinaia di carte raccolte dai detective milanesi, sta in uno degli interrogatori allestiti dalla difesa di Silvio Berlusconi.

Domanda: “Le persone che entrano ad Arcore per incontrare il presidente vengono identificate e controllate?”.

Risposta: “Non c’è una vera e propria identificazione e controllo”.

Non lo dice uno qualsiasi, ma uno dei capi della scorta del premier, con la qualifica di dirigente degli stessi servizi segreti. Spesso lo si vede in tv controllare chi avvicina il presidente del Consiglio. Il 26 ottobre, alle 9.30, nella Villa San Martino, viene interrogato (e citato nel verbale con nome, cognome e indirizzo). “Faccio parte – spiega – della sicurezza del presidente sin dal 1990 con la funzione di responsabile di uno dei turni”. E aggiunge: “Quando le dimore del presidente erano considerate residenze alternative a Palazzo Chigi, le identificazioni erano effettuate in modo più accurato e secondo un protocollo. Ciò accadde, mi pare, sino a dopo metà 2006”.

Poi, il diluvio delle papi-girl: “Oggi – prosegue lo 007 da 21 anni con Berlusconi – l’ingresso compete al servizio di vigilanza privato e non alla sicurezza del presidente. Per quanto a mia conoscenza,

l’identificazione avviene all’ingresso con contatti con la segreteria”. Contatti di che tipo? “Non con controllo di documenti (…) se vi sono delle persone sconosciute queste di solito sono sempre accompagnate da persone già note alla segreteria”.

Cioè, c’è una sicurezza colabrodo e l’altro giorno è stato Luigi Zanda, vicepresidente dei senatori del Pd, a rivolgere un’interrogazione al ministro degli Esteri per sapere cosa pensa la diplomazia della “conclamata condizione di ricattabilità” del primo ministro. E se non possano approfittare delle “frequentazioni private” anche “potenze straniere ostili all’Italia, potentati economici o grandi organizzazioni criminali”.

Esagerazioni ostili? Al contrario. Esiste già una donna che sta a metà strada tra Berlusconi e lo spacciatore Carlos Manujel Ramirez De La Rosa, arrestato e condannato per traffico internazionale di cocaina: si chiama Marysthel Polanco. Il suo Carlos viene arrestato dopo essersi spostato, per una Milano affollata d’agosto, sull’auto della consigliera regionale Nicole Minetti. Nella cantina della soubrette Marysthel, habitué del premier, vengono trovati 2,8 chili di droga e in casa una macchinetta contasoldi. E lei, prima e dopo le manette al suo convivente, partecipa – retribuita – ai kamasutra artefatti di Arcore.

La conferma arriva, molto precisa, da un’amica di Emilio Fede, la bella Iman. Il direttore del Tg4 l’ha “lasciata” a casa di Berlusconi per la festa, sapendo che la modella “gli piace, gli piace” (commento del massaggiatore e consigliere regionale Giorgio Puricelli). A festa finita e soldi presi, Iman commenta con Emilio (sotto intercettazione): “C’erano un sacco di persone, abbiamo fatto un po’ tardi perché loro poi sono andati a… farsi una nuotata, ecco, diciamo così”.
Emilio: “Ma chi, lui?”
Iman: “Eh… le altre le amiche della Mari… “
Emilio: “Marysthel? che orrore… che brutto gruppo quello però, eh?!”
Iman: “Quello è un altro gruppo pericoloso (…) lui non ci arriva che non è il massimo? Come si fa a stare con delle persone che non sai chi sono…
Emilio: “E Marysthel è una che ha dei precedenti”.

Lo sa anche lui, tutti sanno tutto e “coprono” tutto, così sembra. Alcuni indizi portano a considerare che Berlusconi sapeva di Marysthel. E, pur sapendolo, l’abbia mandata – siamo allo scorso dicembre – dal prefetto, con una raccomandazione per ottenere non l’applicazione rigorosa della legge Bossi-Fini, ma la cittadinanza italiana. C’è quindi una domanda obbligata. Mettiamo che David Cameron, primo ministro inglese, abbia una relazione intima con la donna di un narcotrafficante: come gli va a finire, sia che lo sappia, sia che non lo sappia?

Sicurezza-colabrodo a Arcoreultima modifica: 2011-01-30T11:15:00+01:00da sagittario290

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