Omicidio guardia giurata Luigi Rende.

Cronaca

venerdi, 28 gennaio 2011 – 18:33

Omicidio guardia giurata Luigi Rende. Condannato all’ergastolo anche Carmine Macrì

di Angela Panzera

f5TUJAhNz9YJ.jpgReggio Calabria. Si chiude il cerchio intorno alla vicenda dell’omicidio della guardia giurata Luigi Rende, ucciso il 1° agosto del 2007 in via Ecce Homo, nel corso di un tentativo di rapina a un furgone portavalori compiuto da un commando composto da otto persone. Anche Carmine Macrì è stato ritenuto colpevole del reato di omicidio e per questo è stato condannato dalla Corte d’Assise, Bandiera Presidente, alla pena dell’ergastolo. Carmine Macrì fu arrestato, dopo un periodo di latitanza, dai Carabinieri del Comando Provinciale reggino il 3 febbraio del 2009, l’uomo è stato scovato in un rifugio nelle campagne di Cardeto. Nella precedente udienza del 14 gennaio scorso Carmine Macrì aveva reso alcune dichiarazioni spontanee dichiarando la propria estraneità al delitto: “Sono innocente. Io non c’entro con l’omicidio” aveva detto ai giudici.

Con la sentenza odierna, regge quindi l’impianto accusatorio. Il pm, Carmela Squicciarini, infatti, aveva chiesto per lui il carcere a vita. Il pm, nel corso della sua requisitoria, inoltre, ha esposto le motivazioni secondo cui sarebbe stato proprio Macrì a sparare il colpo che ferì in modo letale Luigi Rende. Ma su questo particolare, bisogna attendere le motivazioni della sentenza che arriveranno, come stabilito dalla legge, da qui a 90 giorni. Allo stato dei fatti, il puzzle è stato ricostruito.

I giudici della Corte d’Assise d’Appello, Ippolito presidente, Gaeta consigliere, hanno condannato, il 3 marzo scorso, Giovan Battista Familiari, Santo Familiari, Giuseppe Papalia, Marco Marino e Giuseppe Francesco Gullì, confermando quindi le pene inflitte in primo grado, ossia l’ergastolo. Solo a Domenicontonio Papalia, al quale è stato riconosciuto un ruolo di gregario nell’ambito del commando che pianificò e portò a termine il tragico assalto al furgone portavalori, è stata diminuita la pena, dall’ergastolo a 20 anni di carcere. Un altro imputato, Vincenzo Violi, anch’egli sfuggito alla cattura come Macrì, è stato condannato all’ergastolo durante il processo di primo grado che è stato celebrato con la formula del rito abbreviato.

Con la condanna all’ergastolo di Carmine Macrì, la famiglia Rende ha avuto giustizia. La Corte d’Assise ha inoltre stabilito che l’imputato paghi tutto l’ammontare delle spese processuali. Il risarcimento per le parti civili sarà quantificato in un’altra sede.

Alla famiglia Rende, rappresentata dall’avvocato Giulia Dieni, privata così presto, di un figlio, di un fratello, di un marito e soprattutto di un padre per la figlioletta Sharon, che aveva appena un anno e mezzo quando le fu ucciso il papà, è stata resa Giustizia. Una Giustizia che questa volta, pur non potendo colmare a pieno la perdita di un ragazzo e lavoratore onesto, ha sicuramente fatto il suo corso, dando un minino di speranza a chi soffre dal primo agosto 2007. “Siamo soddisfatti per questa sentenza – ci ha riferito l’avvocato Dieni – Giustizia è stata fatta, fino in fondo”.

Omicidio guardia giurata Luigi Rende.ultima modifica: 2011-01-29T10:45:00+01:00da sagittario290