GENOVA
domenica 30 gennaio 2011, 08:00
Magistrati oberati di lavoro: 63 omicidi Ma ne risultano 22
di Diego Pistacchi
(…) Lo scorso anno, in Liguria, i magistrati hanno dovuto indagare su 63 casi di omicidio volontario. Uno ogni sei giorni. Un bollettino di guerra che conferma le lamentele di pm e giudici: impossibile far fronte a tanta delinquenza. Senza contare i 1.635 furti, le 1.066 truffe, le 84 violenze sessuali. E via contando i reati di varia gravità.
Resta però quel dato clamoroso: 63 omicidi volontari in un anno. Un atto d’accusa indiretto anche nei confronti dei giornalisti, che devono aver preso, come si dice in gergo, decine di «buchi» clamorosi e collettivi. Perché andando a cercare negli archivi delle varie testate giornalistiche si fa fatica ad arrivare a un terzo di quella cifra. Cioè, alle cronache, mancano una quarantina di cadaveri. E allora vale la pena chiedere ai magistrati che hanno lavorato a questi casi sconosciuti al pubblico, se sia per caso possibile informare la collettività circa gli altri delitti commessi.
Per questo proviamo a fare l’elenco di quegli omicidi di cui si hanno notizie, nel senso più letterale del termine. In ordine cronologico, si parte con Francesca Bova, trovata uccisa in uno scantinato del proprio condominio a Borghetto Santo Spirito, l’8 gennaio 2010. Un’altra donna ritrovata il 26 gennaio con il cranio fracassato nel proprio appartamento di Marassi è Sebastiana Melis, infermiera di 70 anni. Anche Aparecida Perpetua da Silva, prostituta brasiliana di 40 anni, è stata uccisa con violenti colpi alla testa all’interno della propria abitazione alla Spezia il 16 marzo. Il giorno successivo tutta l’Italia è sconvolta dalla morte del piccolo Ale, il bimbo giunto cadavere al Gaslini dopo la notte di follia e cocaina tra la madre Katerina Mathas e Giovanni Rasero in un residence di Nervi. Nelle stesse ore ad Albenga viene ritrovato in un’area pic-nic il corpo di Hassan Oayanne, marocchino di 42 anni ucciso con coltellate all’addome al cranio.
Nel computo degli omicidi volontari sui quali indagano i magistrati liguri si può aggiungere anche il caso di una donna scomparsa, della quale manca però il cadavere. Si tratta di Patricia Aracely Jimenez Huacon, ecuadoriana di 38 anni, assunta come badante di un’anziana di Castelletto e scomparsa il 19 marzo. Oltre all’omicidio ci sarebbe anche l’occultamento di cadavere. Passa un mese, e a Genova il 10 aprile Giorgio Gianelli, 65 anni, viene ucciso a coltellate dal figlio della sua convivente, a sua volta ferita dal figlio Marco Ferrera. È avvolto nel mistero il delitto di Vincenzo Campana, 52 anni, il cui cadavere carbonizzato viene ritrovato nei boschi di Perinaldo il 22 aprile: verrà identificato dopo due mesi e l’autopsia confermerà anche la forte botta alla testa con la quale è stato ucciso.
Il 12 maggio Sori vive la tragedia di due guardie zoofile, Elvio Fichera e Paola Quartini, 72 e 55 anni, freddati a fucilate dall’uomo cui stanno notificando un’ordinanza di sequestro dei cani. Piero Cervetto, 80 anni, guardia giurata in pensione, uccide con una ventina di coltellate la moglie Francesca Capodicasa, poi si incammina lungo la ferrovia dove viene trovato in stato confusionale: è il 17 giugno. Veste invece ancora la divisa Fabrizio Bruzzone, carabiniere di 40 anni, quando, l’8 agosto, con un coltello colpisce a morte la moglie Mara Basso, 38 anni, dalla quale si stava separando e della quale era geloso.
Di recente è andato a giudizio l’uomo accusato di aver colpito l’anziana zia, Artichiana Mazzucchelli, 81 anni, e di averla gettata dal balcone della sua casa di via Paolo Della Cella, sperando che venisse scambiato per un suicidio. Era il 17 settembre. Il giorno dopo, a seguito di una lite iniziata sul bus, viene ucciso in un bar di via Donghi a Genova, il disoccupato eritreo Semere Kidane, 32 anni. L’aggressione senza motivo da parte di uno straniero ubriaco è invece costata la vita a Pavel Trubaks, clochard slovacco di 56 anni, masscarato nella sala d’aspetto della stazione di Corniglia il 22 settembre.
Ancora un delitto choc, un bimbo di tre anni, Andrea Quagliati, ucciso dalla madre in preda a una crisi post partum: avviene a Savona il 7 ottobre. Ad Albisola Marina, il 16 ottobre, viene invece trovata accoltellata in casa Kamila Lysadorska, polacca di 30 anni. Paola Carosio, farmacista di 43 anni, secondo le accuse degli inquirenti, viene strangolata a Nervi dal proprio compagno il 12 dicembre. Un colpo di pistola in pieno petto: così il ventiquattrenne Nicola Trazza uccide Giovanni Isolani, 21 anni, in un negozio di frutta e verdura a Sanremo il 16 dicembre. Per omicidio volontario si indaga anche a proposito della morte di Vilelma Bozzo, novantenne ricoverata in una casa di riposo di Boccadasse il 16 dicembre. Niculai Alexandru, 53 anni senza tetto romeno, viene ucciso all’interno di un cantiere di Savona, nella notte del 21 dicembre. L’ultimo delitto dell’anno, noto alle cronache, è quello di Andrea Giacomelli, 37 anni, consigliere comunale di Castelnuovo Magra, freddato all’uscita di casa per motivi di gelosia.
Il totale si ferma a 22. Ammettendo qualche distrazione nella pur attenta ricerca d’archivio, si potrebbe allungare di qualche unità la lista. Ma i magistrati dicono di aver dovuto lavorare su 63 casi di morti ammazzati in Liguria lo scorso anno. Le statistiche nazionali dicono che in Campania e in Puglia, nel 2010, ci sono stati 60 omicidi volontari. In Sicilia, addirittura 57. Un caso di cifre «gonfiate» a proposito di reati perseguiti dalla magistratura ligure si era verificato sul finire degli anni Novanta. Da queste colonne era stato evidenziato il problema, la sproporzione dei numeri e, dopo qualche tentativo di giustificazione, era stato ammesso l’errore. La speranza è che anche quest’anno ci sia stato qualche folletto dispettoso che si è divertito a giocare con il pallottoliere delle procure. Che giustamente si sono spaventate: se davvero ci sono stati 63 omicidi l’anno, i magistrati sono troppo pochi e oberati di lavoro. Se.