Napoli, assalto in un supermercato

Edizione CITY

29/01/2011

Napoli, assalto in un supermercato
Banditi uccisi da vigilante e figlio carabiniere
Uno dei rapinatori aveva 16 anni

I due agenti, fuori servizio, erano dentro il market di Qualiano
Hanno intimato l’alt. Ma i giovani hanno iniziato a sparare
Erano di Giugliano e Villaricca. Incensurati, erano arrivati in motorino

20110129_rapin3.jpgNAPOLI – È stata ricostruita dagli investigatori la dinamica della rapina finita nel sangue questa sera Qualiano (Napoli). I due banditi, Lello Topo, 24 anni, di Villaricca e Domenico V. 16, di Giugliano, giunti in via Palumbo a bordo di un motorino, si sono avvicinati alla guardia giurata che era in servizio davanti al supermercato.

I due – secondo la versione dei carabinieri – hanno disarmato il vigilante e si sono diretti alle casse. Al cassiere, un’altra guardia giurata, ma fuori servizio, hanno intimato di consegnare tutto il denaro.

L’ uomo ha preso i soldi e li ha dati ai banditi sotto la minaccia delle armi: nel frattempo è giunto nel negozio un giovane carabiniere, anche egli fuori servizio, figlio del cassiere. A questo punto il cassiere ha impugnato la sua pistola ed ha fatto fuoco, colpendo Topo.

Il 16 enne ha tentato la fuga, dirigendosi verso l’uscita, impugnando la pistola e rivolgendola contro il carabiniere. È stato esploso un colpo, che ha ferito Domenico V. al torace. Il 16 enne è stramazzato a terra davanti all’ingresso del supermercato, dove è rimasto agonizzante fino all’ arrivo dei soccorsi del 118, ma è morto prima del trasporto in ospedale.

Il supermercato affiliato alla Crai aveva aperto i battenti da pochi mesi in via Palumbo, una stradina periferica a poca distanza dalla Villa Comunale e dalla Guardia medica, che conduce dal centro di Qualiano – Comune di 30 mila abitanti dell’ entroterra a nord di Napoli – alla Circumvallazione esterna.

Una strada velocissima da percorrere. È qui che stasera si è consumata la tragedia.

Alle 18.30 c’ era ancora gente per strada quando si sono uditi in modo distinto i colpi di pistola. In tanti sono accorsi sul posto ed hanno visto il 16enne ancora agonizzante a terra, hanno cercato di rianimarlo insieme al personale del 118 sopraggiunto, ma non c’ è stato nulla da fare.

Centinaia di persone, sopratutto giovanissimi, fino a tarda sera hanno guardato oltre le transenne gli uomini delle forze dell’ordine che eseguivano i rilievi. Tra loro anche i parenti delle vittime, in preda allo sgomento. Il 24 enne aveva un figlio di un anno. Il 16 enne, a terra, mostra molto di più della sua età.

Lungo la strada sono stati portati a termine in passato altri colpi. A Qualiano dicono che a metterli a segno è sempre «gente che viene da fuori», persone disposte a tutto per racimolare poche centinaia di euro con una pistola in pugno. La sicurezza qui è un tema molto sentito, un’ emergenza che viene avvertita sulla pelle di tutti i cittadini dell’ hinterland, anche nel vicino Comune di Giugliano, che con i suoi 120 mila abitanti è il capofila.

Per lunedì mattina il prefetto di Napoli Andrea De Martino aveva indetto in trasferta una riunione del Comitato per l’ ordine e la sicurezza pubblica. Un vertice già fissato, che anche alla luce di quest’ ultimo evento avrà come tema il rafforzamento dei controlli soprattutto nella sere del week-end. In via Palumbo sostano gruppi di giovani in lacrime, che però non vogliono parlare. Sono gli amici dei due rapinatori uccisi. In maniera sbrigativa allontanano i giornalisti: «lasciateci stare, non è il momento di parlare».

«Era un figlio di mamma», dice una donna, con un’espressione tipicamente napoletana, guardando a terra il copro del 16 enne, mentre gli investigatori portano a termine i rilievi. Intanto a poche centinaia di metri decine di ragazzini nonostante il freddo continuano a scorrazzare sui motorini.

Napoli, assalto in un supermercatoultima modifica: 2011-01-30T12:00:00+01:00da sagittario290

Cimitero, rubano nella cappella una statua della madonna

Edizione CIRC_SU2

27/01/2011

Cimitero, rubano nella cappella una statua della madonna

Teresa Iacomino

CIMITERO.pngTorre del Greco. Ha chiesto alla polizia di acquisire le immagini catturate dalla telecamera che «guarda» 24 ore su 24 la cappella dove da un anno sono custoditi i resti mortali della mamma, nella parte alta del cimitero. Salvatore Prestigiovanni, GUARDIA GIURATA, ieri mattina si è recato a fare visita alla madre deceduta nel gennaio 2010. Facendo l’amara scoperta: «Ho trovato il vetro superiore della cappella infranto, con una statua dell’Immacolata concezione che era stata portata via». L’uomo si è recato negli uffici dei dipendenti comunali per avere spiegazioni e subito dopo al commissariato di polizia di via Marconi, dove ha raccontato tutto. «Ho presentato denucia contro ignoti – dice – e adesso attendo che vengano visionate le immagini per capire cosa effettivamente sia successo e soprattutto se è possibile risalire agli autori del furto. Guai però a liquidare questa cosa come una bravata. Questi sono veri e propri delinquenti, perché non è giusto effettuare un raid per poche centinaia di euro in un luogo come questo». Non è la prima volta che ignoti entrano indisturbati nel cimitero e portano via quel che trovano in maniera indisturbata. La settimana scorsa un’altra denuncia, stavolta perché un uomo ha scoperto che la luce che illuminava il loculo della moglie era stata rubata. Senza dimenticare negli anni i furti di vasi per fiori, cornici e elementi di decorazione. Fatti che indussero l’amministrazione a potenziare il sistema interno di videosorveglianza.

Cimitero, rubano nella cappella una statua della madonnaultima modifica: 2011-01-28T10:45:00+01:00da sagittario290

Sicurezza: Osservatorio europeo: criminalità in crescita…

Sicurezza

Mercoledì 26 Gennaio 2011 13:51

Sicurezza: Osservatorio europeo: criminalità in crescita per 3 italiani su 4

Carabiniere-di-quartiere.jpgRoma, 26 gen. – Tre italiani su 4 (il 75,3%) pensano che nel nostro Paese ci sia maggiore criminalità rispetto a cinque anni fa. E’ uno dei dati che emerge dal quarto Rapporto sulla sicurezza in Italia e in Europa, curato dall’Osservatorio europeo sulla sicurezza.

La “bolla emotiva” registrata alla fine del 2007, sulla scia di alcuni fatti di cronaca – premettono gli autori della ricerca – appare superata e calano la paura di subire un furto in casa (17,1%), una truffa della carta di credito (15,7%), il furto dell’auto o dello scooter (15,1%), uno scippo (12,7%) o una rapina (11,6%).

Eppure il 38,4% degli intervistati (un campione di 2.500 persone) crede che dal 2005 a oggi nella propria zona di residenza i fatti criminali abbiano conosciuto un’escalation. Non solo: resta molto forte la domanda di controllo sul territorio, al punto che il 78% degli italiani vorrebbero più forze dell’ordine nelle strade, l’87% si dice favorevole ad aumentare la videosorveglianza di strade e luoghi pubblici, il 45% permetterebbe al governo di monitorare le transazioni bancarie e gli acquisti con carte di credito, il 38% (il 9% in più rispetto all’anno precedente) renderebbe più facile per le autorità la lettura di posta ed e-mail e persino l’intercettazione telefonica senza consenso delle persone.

Un’ansia che si traduce in una sempre maggiore vocazione all’autodifesa: il 46% ha montato porte e finestre blindate nel proprio appartamento, e il 9% è arrivato ad acquistare un’arma. (AGI)

Sicurezza: Osservatorio europeo: criminalità in crescita…ultima modifica: 2011-01-27T11:15:00+01:00da sagittario290

Muore al Beverello, nelle telecamere la chiave del mistero

Edizione BENEVENTO

18/01/2011

Capri, l’indagine

Muore al Beverello, nelle telecamere la chiave del mistero

Anna Maria Boniello Capri

HE10_631.jpgLa Procura di Napoli ha aperto un’inchiesta sulla misteriosa morte di un giovane caprese, Stefano Federico, 32 anni che ieri, secondo le dichiarazioni di due VIGILANTES, si è accasciato mentre discuteva con loro che lo avevano fermato in un’area del porto di Napoli, inibita al pubblico. L’episodio è accaduto intorno alle 14.00 di domenica lungo la banchina del Molo Beverello adibita all’ormeggio delle navi in partenza per la Sicilia. I VIGILANTES avrebbero bloccato il giovane mentre attraversava lo spazio proibito e, secondo una loro dichiarazione, mentre intervenivano il giovane si è accasciato al suolo. Probabilmente, secondo una prima ricostruzione dei fatti da parte di parenti ed amici, Stefano si era introdotto in quell’area per raggiungere velocemente l’altro versante del porto, a Calata di Massa, dove era in partenza alle 14.20 il traghetto Caremar diretto a Capri. L’inchiesta sulle cause che hanno provocato la morte di un giovane apparentemente in buona salute, che secondo i familiari non aveva mai accusato seri problemi, è stata affidata al sostituto procuratore Alessandro Cimmino. Il magistrato ha già disposto l’autopsia sulla salma del giovane onde poter accertare le reali cause del decesso, e ieri mattina in Procura si è recato anche il fratello maggiore di Stefano, l’avvocato Marco Federico, il quale, in attesa delle indagini, insieme ai suoi genitori ed all’altro fratello, ha dichiarato che, se dalla Procura non è già arrivata la disposizione, di voler presentare istanza al magistrato per far visionare le telecamere di sorveglianza che si trovano sicuramente lungo l’area dove è avvenuto il decesso. Una morte improvvisa ed inaspettata che presenta una serie di interrogativi e dubbi, che potranno essere sciolti solo dopo che saranno resi pubblici gli esiti dell’esame autoptico. La notizia della morte del giovane caprese al Molo Beverello, arrivata a Capri domenica pomeriggio, ha creato un clima di sconcerto e di dolore specialmente tra i tanti giovani amici dello scomparso e degli altri due fratelli Federico. Ieri pomeriggio erano in molti ad interrogarsi su cosa potesse essere successo al loro compagno, che pur vivendo a Napoli, dove lavorava presso il Grand Hotel Vesuvio sul lungomare, era solito ritornare ogni settimana sull’isola per coltivare le sue amicizie e le sue passioni. Stefano era un ragazzo sportivo ed aveva cura del suo fisico, e quotidianamente praticava il jogging, ed era cordiale con tutti, e a Capri frequentava i luoghi solitamente affollati di giovani. Era un giovane brillante ed intelligente, parlava più lingue e tra queste parlava correntemente il Giapponese, che aveva imparato da autodidatta. Una delle sue altre passioni legate al Sol Levante era quella di creare origami che regalava ai suoi amici, sbalordendoli per la sua abilità. I funerali si terranno sull’isola dove è prevista una folta partecipazione, non appena la salma sarà restituita ai familiari dopo gli esami autoptici che sono previsti per i prossimi giorni.

Muore al Beverello, nelle telecamere la chiave del misteroultima modifica: 2011-01-19T11:30:00+01:00da sagittario290

Mercato nero delle prenotazioni scatta l’indagine dei carabinieri

Edizione BENEVENTO

15/01/2011

Mercato nero delle prenotazioni scatta l’indagine dei carabinieri

Fino a 50 euro per scalare la fila all’ufficio esenzioni Ressa e proteste a Fuorigrotta

Maria Pirro

HE10_713.jpgI carabinieri della compagnia del rione Traiano hanno avviato un’indagine conoscitiva sul mercato nero delle prenotazioni segnalato davanti alla sede dell’Asl di piazza D’Annunzio. Lì dove i residenti di Fuorigrotta e Bagnoli sono chiamati a rinnovare il tesserino che dà diritto all’esenzione dal ticket sanitario, e a rifare daccapo la fila, se non riescono in mattinata a rientrare tra i primi 100. Richieste sino ai 50 euro, per scalare di posto nella lista, erano state segnalate dagli utenti in coda martedì 11 gennaio, anche attraverso «Il Mattino». Affare sottobanco, va precisato, che sarebbe avvenuto all’esterno della struttura sanitaria: GUARDIE GIURATE, impiegati e medici sono assolutamente estranei alla vicenda. Anzi, hanno vietato le liste fai-da-te anche attraverso un manifesto affisso all’ingresso in cui si chiede agli utenti di rispettare la fila, senza auto-organizzarsi e far valere altri criteri. Ma ieri è stata di nuovo bagarre. Malori, urla e spintoni. Esasperato, un paziente ha anche minacciato di darsi fuoco. Per motivi di ordine pubblico sono pure intervenuti i carabinieri del battaglione Campania. «Non è possibile andare avanti in questo modo», sbotta Angelo Ambrosino, presidente dell’associazione Salute e ambiente per i diritti del malato e del cittadino, ieri in piazza d’Annunzio per constatare di persona la situazione. «Non c’è – sottolinea Ambrosino – né un servizio di accoglienza, né un punto informazioni, né una corsia preferenziale per i disabili. In fila tra gli altri pure anziani in carrozzella e ammalati gravi che devono portarsi appresso la bombola d’ossigeno. Un solo bagno per uomini e donne. Scene da delirio». Incalza Ambrosino: «Come mai l’Asl non ha organizzato in modo adeguato il servizio, pur sapendo che ci sarebbe stata un’affluenza record?». Disagi prevedibili. E rabbia montante. «La gente che ha diritto all’esenzione per reddito, ma che non può usufruirne sino al momento del rinnovo tesserino, non ce la fa a pagare i ticket sulle prestazioni. È ingiusto che subisca un trattamento del genere». Di qui la richiesta dell’associazione: «Occorre potenziare i giorni di apertura al pubblico, due mattinate per smaltire così tante pratiche sono assolutamente insufficienti». Ed è caos anche a Scampia. «Per rientrare negli elenchi, ultraottantenni afflitti da serie malattie, anche cardiache, raggiungono le sedi dell’Asl nel cuore della notte. E dopo la prenotazione, gli viene richiesto di ritornare tra fine luglio e inizio agosto per ottenere l’agognato rinnovo il tesserino. Assurdo. Le inefficienze dell’Asl non possono ripercuotersi sulle fasce più deboli», dice Domenico La Sala, coordinatore del Tribunale per i diritti del malato al Rione Alto. Che parla pure di effetti a catena sui pronto soccorso: «L’azzeramento delle esenzioni spingono i pazienti a rivolgersi direttamente agli ospedali, per non pagare le prestazioni. Ma i reparti cittadini sono già al collasso. Non c’è altro da fare che prorogare i tesserini scaduti sino a quando non sarà possibile completare tutte le pratiche», chiede La Sala.

Mercato nero delle prenotazioni scatta l’indagine dei carabinieriultima modifica: 2011-01-16T10:45:00+01:00da sagittario290

Rapinò una banca a Napoli, ventenne in manette

Edizione CIRC_NORD

14/01/2011

Rapinò una banca a Napoli, ventenne in manette

HE10_2886.jpgGiugliano. I carabinieri del nucleo operativo della compagnia vomero hanno rintracciato e tratto in arresto Antonio Sorvillo, 20 anni, residente a Giugliano in via Libero Bovio, già noto alle forze dell’ordine, destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 28 dicembre 2010 dal giudice delle indagini preliminari di Napoli, concordando con risultanze investigative dei carabinieri per una rapina aggravata ai danni di una banca. Alle 15 circa del 25 novembre 2009, in via Camillo Guerra, nella zona dei Camaldoli a Napoli ,due individui a volto coperto e armati di pistola e fucile a canne mozze avevano immobilizzato la GUARDIA GIURATA in servizio all’agenzia 66 del Banco di Napoli facendola sdraiare a terra e portandole via pistola e giubbotto antiproiettile. Un terzo complice, risultato in seguito essere Antonio Sorvillo, aveva fatto irruzione nella banca, scavalcato il bancone ed il vetro divisorio tra clienti e impiegati poggiando le mani, arraffato i soldi a disposizione nelle casse e, non contento, costretto un impiegato ad aprire la cassaforte rapinando la somma di poco più di ventimila euro in denaro contante. Al momento della fuga, poi, Sorvillo aveva minacciato con un taglierino alla gola un cliente dell’istituto di credito riuscendo così a costringere gli impiegati ad aprirgli la bussola per la fuga. Durante le indagini ed il sopralluogo effettuati subito dopo la rapina, i carabinieri sono riusciti a individuare le impronte digitali che il malvivente aveva lasciato scavalcando il vetro divisorio ed a reperire le immagini del sistema di video sorveglianza della banca che lo ritraevano mentre perpetrava la rapina. Grazie alle sue impronte è stata così possibile la sua identificazione senza alcuna ombra di dubbio. Ora l’arrestato si trova nel carcere di Poggioreale.

Rapinò una banca a Napoli, ventenne in manetteultima modifica: 2011-01-15T11:30:00+01:00da sagittario290

Mamma spara ai due figli e poi si uccide

Domenica 9 Gennaio 2011,

Ed: NAZIONALE
Pagina: 8

FIDENZA Casalinga di 42 anni soffriva di disturbi della personalità
Il raptus omicida nella notte. Il marito è stato svegliato dai colpi

Mamma spara ai due figli e poi si uccide

La donna ha usato la pistola del consorte, guardia giurata
Dramma della follia, ma da tempo non era più in terapia

121.jpgSu quel passeggino rosa e blu, abbandonato nell’atrio del palazzo, Claudia (nove mesi) era uscita il giorno prima di essere uccisa dalla mamma, assieme al fratello di 12 anni. La donna soffriva di manie di persecuzione e disturbi della personalità, da un anno e mezzo, però, stava meglio e non era più seguita dai servizi sociali.   

Venerdì notte, alle 2,30, Paola Caltabiano, 42enne casalinga napoletana, si alza dal lettone in cui dorme con il marito e i due figli. Va nello sgabuzzino dove Salvatore Manfredi, vigilante di 44 anni, conserva l’arma di servizio, una Smith and Weston semiautomatica con il caricatore pronto. Torna in camera, spara un colpo al petto di Antonio, 12 anni, e della piccolissima Claudia, poi si punta la pistola alla tempia. L’uomo è svegliato dai tre spari, chiama i soccorsi, figli e moglie sono morti sul colpo. I carabinieri trovano i corpi senza vita dei bambini distesi sul letto, come dormissero: a terra, a fianco, la madre, lì vicino la pistola. Ieri Manfredi è stato interrogato dai carabinieri sino alle 13, è stato rilasciato e accompagnato dal cognato. 

Inizialmente si pensava a un’accesa discussione fra i coniugi (nell’ultima cena l’intera famiglia aveva felicemente mangiato pollo), i vicini non hanno sentito nulla provenire dal terzo piano del civico 100 di via Berenini, nel cuore della città emiliana. Il pensiero dei parmensi è per i bambini, “vittime innocenti”: alle 12,30 è uscita dal portone della palazzina l’ultima bara. Di fronte un caffè di cui la guardia giurata è assiduo frequentatore, titolare e clienti ne parlano bene (“Cortese e sorridente, educato e simpatico”), la moglie si vedeva meno, una vicina la descrive comunque gentile: “Era una mamma molto affettuosa”. Il sabato i quattro passeggiavano nel centro fidentino, in cui abita la sorella dell’infanticida con la propria famiglia. Salvatore Manfredi arrivò da Napoli nel 2007, passò alcuni mesi da solo, all’hotel Ugolini. Trovati casa e lavoro, si fece raggiungere dalla moglie e dal primogenito, che seguiva catechismo nella parrocchia di San Michele, lì è stata battezzata Claudia. La sua nascita fu accolta con grande gioia, lasciarono il fiocco rosa per oltre due mesi.

Sconvolta la signora Anna, del primo piano: “Giovedì Paola mi aveva chiesto un farmaco per l’influenza del marito, erano spesso insieme. Salvatore era orgogliosissimo della bimba”. 

“Dall’agosto 2009 – dichiara Pietro Pellegrini, direttore dipartimento di salute mentale – non avevamo notizie di litigi o dissensi. Non è più venuta, nessuno ha più chiesto il nostro intervento. Mancano segnali preventivi di tragedia, le cause possono essere tante”. 

Paola si era fatta raggiungere a casa dalla madre, per le feste tornata a Napoli per stare assieme all’altro figlio. Nei momenti più bui aveva avvertito l’ostilità dei vicini, oppressione continua che non la lasciava mai, il male oscuro all’improvviso è esploso nella sua mente. In passato aveva assunto psicofarmaci, sospesi per gravidanza e allattamento: la cartella clinica del centro di salute mentale dell’azienda Usl a Fidenza è già nelle mani degli inquirenti. Attesi autopsia e guanto di paraffina, ma non ci sono dubbi sull’omicidio-suicidio.

Mamma spara ai due figli e poi si uccideultima modifica: 2011-01-10T11:00:00+01:00da sagittario290

La guardia giurata è intervenuta subito

Domenica 2 Gennaio 2011,

Ed: VENEZIA
Pagina: 13

AGGRESSIONE A DIPENDENTE DELLA REGIONE IN VIA TORINO

La guardia giurata è intervenuta subito

salone-beni-culturali-2010-tronchetto-venezia-10-regione-veneto.jpgIn merito all’articolo uscito nell’edizione di venerdì 24 dicembre 2010 “Regione Veneto. Dipendente arrabbiato distrugge i regali e picchia un collega” c’è da registrare la presa di posizione della guardia giurata in servizio nella sede di via Torino.

L’addetto alla sicurezza, appartenente ad un’azienda privata, era stato accusato da alcuni dipendenti della Regione stessa di non essere tempestivamente intervenuto per bloccare la persona che si era sfogata contro i regali presenti nell’atrio della sede e contro il malcapitato dipendente regionale, riporta nel proprio rapporto di essere accorso in difesa dell’aggredito bloccando e identificando l’aggressore e quindi contattando le Forze dell’Ordine affinchè intervenissero.

La guardia giurata è intervenuta subitoultima modifica: 2011-01-03T11:30:00+01:00da sagittario290