Bomba finta sulla metro, ore di paura a Roma

Cronaca

(22 dicembre 2010)

Bomba finta sulla metro, ore di paura a Roma

L’ordigno, senza innesco, conteneva polvere di cemento. “Un gesto dimostrativo”. l pacco sospetto trovato dal macchinista su un vagone lungo la linea B

di MASSIMO LUGLI

075234901-539640cb-16d6-44d5-94ed-0d4c139b515d.jpgDue tubi di metallo pieni di polvere di cemento, un innesco sofisticato ma inattivo, fili elettrici che uscivano da una pacco nascosto in una busta di plastica. Una bomba finta che non avrebbe mai potuto esplodere ma che ha scatenato paura e tensione nella capitale, alla vigilia delle manifestazioni contro il decreto Gelmini: una città blindata che teme un replay delle violenze e delle devastazioni del 14 dicembre scorso. “Una brutta provocazione ma siamo convinti che non ci sia una connessione con quanto accadrà domani” dice, nel pomeriggio il sindaco Gianni Alemanno anche se sono in molti a pensare il contrario.

L’allarme scatta alle 10 del mattino ma la notizia, incredibilmente, arriverà alle redazioni dei giornali soltanto alle 14,10. Il convoglio della metro B, proveniente dalla stazione Laurentina, si ferma al capolinea di Rebibbia, poco distante dal carcere. I passeggeri scendono, poi il treno imbocca il “binario tronchino”, una deviazione di 400 metri circa da dove, poco più tardi, ripartirà in direzione opposta, con la carrozza di testa che diventa quella di coda. Il resto è prassi quotidiana. Il macchinista, un uomo di 30 anni, attraversa a piedi tutte le carrozze e, nel frattempo, controlla che sia tutto in ordine. Non è una vera e propria ispezione ma una verifica a vista abbastanza frettolosa. Routine. Ma sotto uno dei sedili il macchinista vede spuntare qualcosa che lo insospettisce: è una busta di plastica da cui fuoriescono alcuni fili elettrici. Senza pensarci due volte, l’uomo la prende in mano e la porta fuori, la appoggia sulla massicciata e solo allora si rende conto che potrebbe essere un ordigno: avvisa i vigilantes dell’Italpol che chiamano immediatamente il 112.

Sul posto arrivano i carabinieri e, poco dopo, gli artificieri dell’Arma. Agli esperti basta un’occhiata per capire che non c’è pericolo: i due tubi, lunghi circa 20 centimetri, sono pieni di una polvere biancastra, “carbonato di calcio” come stabiliranno le analisi effettuate a tamburo battente e all’innesco, collegato a un comando a distanza, manca la resistenza. Un avvertimento che, forse, non ha nulla a che vedere con questi giorni di tensione ma nasconde altre motivazioni.

Gli artificieri portano via il pacco e, per sicurezza, militari, poliziotti e vigilantes ispezionano le stazioni e i cestini dell’immondizia ma il servizio non viene sospeso. La stazione continua a ingoiare un mare di folla. Quando la notizia, con un ritardo ancora senza spiegazione, viene finalmente diffusa (ma senza alcun cessato allarme ufficiale) sono in molti a far notare che, probabilmente, qualche precauzione in più sarebbe stata auspicabile: “Perché il treno non è stato fermato? E se ci fossero state altre bombe?” – si domanda una passeggera, Marilisa Del Monaco. “Mai una perquisizione, uno zaino ispezionato, un controllo – incalza un altro utente, Pietro Berardi – avrebbero dovuto bloccare la stazione, ci hanno messi tutti in pericolo”. Ad aggravare la situazione il fatto che, almeno fino alle 16,30, la versione dei carabinieri, a microfoni accesi, era molto vaga: “Stiamo ancora verificando se l’ordigno era in grado di esplodere”.

“L’assenza di rivendicazioni fa pensare a un grave atto di provocazione” dice il deputato del Pd Ettore Rosato mentre il segretario dei socialisti romani, Atlantide Di Tommaso parla di “Evidente buco della sicurezza”. Antonio Di Pietro si auspica che la magistratura scopra i mandanti del gesto. “Una trovata di cattivo gusto ma il dispositivo di vigilanza ha funzionato” replica Giorgio Ciardi (Pdl) delegato del sindaco alla sicurezza.

Bomba finta sulla metro, ore di paura a Romaultima modifica: 2010-12-23T12:00:00+01:00da sagittario290