Sequestro nel Napoletano, i tre sardi davanti al gup

Cronaca

(06 novembre 2010)

Sequestro nel Napoletano, i tre sardi davanti al gup

Gli avvocati del «re della vigilanza»: Buglione non conosceva Porcu, Scanu e Boccoli. I sardi sono stati sorpresi mercoledì dai carabinieri mentre telefonavano a Buglione dalla stazione Anagnina per indicare tempi e modi del pagamento di 300mila euro: la prima rata del riscatto da due milioni concordato con l’imprenditore durante le 48 ore di prigionia

jpg_2683295.jpgROMA. Aspettano in carcere l’udienza di convalida degli arresti i tre sardi fermati a Roma per il sequestro di Antonio Buglione, il «re della vigilanza privata» accusato più volte di legami con la camorra. Giuseppe Boccoli, 29 anni, di Siniscola, Domenico Porcu, 41 anni, di Silanus, e Pasquale Scanu, 34 anni, di Bitti, sono stati sorpresi mercoledì dai carabinieri mentre telefonavano a Buglione dalla stazione Anagnina per indicare tempi e modi del pagamento di 300mila euro: la prima rata del riscatto da due milioni concordato con l’imprenditore durante le 48 ore di prigionia.

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Buglione, 54 anni, era stato prelevato da un commando di sette persone mentre rientrava nella sua casa di Saviano, in provincia di Napoli, domenica 12 settembre. Il sequestro era durato due giorni: i banditi, temendo che le forze dell’ordine stessero per scoprire il nascondiglio, avevano abbandonato l’ostaggio nelle campagne di Castello di Cisterna, piccolo centro del Napoletano. Buglione era riuscito a liberarsi dalle catene e aveva avvertito i carabinieri.

Nel frattempo i tre sardi accusati di essere gli organizzatori del rapimento, messo a segno con l’aiuto di manovalanza locale, avevano continuato a pressare l’imprenditore perché pagasse il riscatto promesso. Insistenza che ha finito per mettere sulle loro tracce i carabinieri. Ma che cosa ha spinto il terzetto nuorese (con precedenti penali nell’isola, ma ormai lontani nel tempo e comunque poco significativi) ad avventurarsi in un territorio controllato dai gruppi della camorra nolana e a prendersela con un imprenditore discusso ma ancora potente, nonostante le molte inchieste giudiziarie in cui è coinvolto? Pare che Porcu e Scanu frequentassero già da tempo Saviano, Nola e dintorni, c’è chi dice che avessero stabilito rapporti con Buglione e che il «re della vigilanza» dovesse loro dei soldi.

Così avrebbero deciso di vendicarsi sequestrando l’imprenditore (con il coinvolgimento dell’amico siniscolese Boccoli, trasferitosi a Rimini dove faceva l’agricoltore) e chiedendo cinque milioni di euro, poi diventati due dopo 48 ore di trattativa. Ipotesi che gli avvocati dell’imprenditore hanno smentito con decisione, negando che il loro assistito abbia mai conosciuto Porcu, Scanu o Boccoli. Lo stesso Buglione non aveva avuto esitazioni a dichiarare agli investigatori che alcuni banditi erano sardi: lo aveva capito, sosteneva, dall’accento. Un’intuizione che ha contribuito a portare i carabinieri sulla pista giusta.

Sequestro nel Napoletano, i tre sardi davanti al gupultima modifica: 2010-11-07T10:45:00+01:00da sagittario290