Martedì 9 Novembre 2010,
Ed: UDINE
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SAN DANIELE I ladri hanno scelto i modelli più recenti. Un precedente a Latisana
Colpo su commissione in ospedale
Rubati apparecchi endoscopici per circa 140 mila euro
Paola Treppo
Ospedale di San Daniele nel mirino di ladri professionisti. Tra sabato sera e domenica, infatti, sono stati asportati otto strumenti endoscopici, quattro per eseguire colonscopie (di cui uno pediatrico) e quattro per eseguire esami gastroscopici (di cui uno pediatrico), per un valore di circa 130-140mila euro. I presidi si trovavano in un armadio del reparto che era stato chiuso a chiave; sono stati tolti dalle loro custodie e probabilmente messi in un borsone, così da non suscitare sospetti tra il personale presente in quel momento nel nosocomio collinare. Il ladri, che hanno certamente agito su commissione, si sono impossessati degli attrezzi più nuovi e non hanno rubato quelli di tipo vecchio. Adesso i medici saranno costretti a impiegare quel che è rimasto per i delicati esami, in attesa di un nuovo acquisto che sarà comunque perfezionato in tempi brevi.
L’effrazione è stata scoperta dai sanitari ieri mattina, quando i dottori hanno aperto l’armadio per dotarsi degli strumenti e cominciare gli esami. «Siamo rimasti stupiti e amareggiati – ha detto il direttore medico Giuseppe Sclippa -; non si era mai verificato un furto del genere nel nostro ospedale, né furti di alcun tipo di strumentazione sanitaria».
Per proteggere la struttura dai ladri la direzione adotta ogni accorgimento, compresa la vigilanza privata i cui turni di controllo variano continuamente. Di notte i passi carrai e gli accessi vengono chiusi e l’unico ingresso libero resta quello del pronto soccorso. Un fatto del tutto simile si era verificato nel nosocomio di Latisana tre anni fa: allora era stata sottratta la stessa attrezzatura diagnostica per un valore di circa 150mila euro. Meno di due mesi fa, invece, identico colpo all’ospedale di Oderzo, per 50mila euro. Difficile pensare che gli endoscopi possano essere rivenduti a un nosocomio italiano, considerato che sono debitamente schedati attraverso i numeri di serie. Si sospetta quindi che possano essere destinati al mercato clandestino dell’Est Europa.