Assalto portavalori Bergano, 5 condanne

MANFREDONIA

13 novembre, 2010

Assalto portavalori Bergano, 5 condanne

portavalori01g.jpgBergamo – SONO state cinque le condanne emesse ai danni dei soggetti accusati di aver fatto parte della banda che avrebbe compiuto l’assalto ad un portavalori, sull’autostrada a4 nei pressi di Seriatea, lo scorso 9 giugno 2008.

Uno il rinvio a giudizio, oltre ad un proglioscimento e quattro assoluzioni (ma con l’equivalente della vecchia insufficienza di prove).

LE CONDANNE – Le condanne a otto anni in abbreviato sono andate a Francesco Massaro, 43 anni, di Cerignola (Foggia), Pasquale Murgo, 34 anni, foggiano (di Manfredonia) ma residente a Milano, Matteo Lombardi, 40 anni, di Manfredonia (Foggia) Francesco Scirpoli, 28 anni, di Mattinata (Foggia), e Francesco Fiananese, 43 anni, di Manfredonia.

LE ASSOLUZIONI – Assolti invece Mario Scanabino, 37 anni, di Manfredonia, Pio Francesco Gentile, 41 anni, di Mattinata, Vincenzo Fratepietro, 41 anni, di Mattinata, e Paolo Sorbo, 34 anni, di Cerignola.

DUE IMPUTATI AVEVA CHIESTO IL RITO ORDINARIO, PAPALEO RINVIATO A GIUDIZIO, PROSCIOLTO ZINO
– Per i due imputati che avevano scelto il rito ordinario: Giuseppe Papaleo, 41 anni, originario di Crotone, e’ stato rinviato a giudizio, prosciolto invece Paolo Zino, 41 anni, foggiano residente a Milano, e’ stato prosciolto (dati sentenza odierna: fonte Agi).

Lo scorso 22 ottobre il Pm Carmen Pugliese aveva chiesto il rinvio a giudizio per undici persone, accusate a vario titolo di tentato omicidio, rapina aggravata, ricettazione, porto abusivo di armi da guerra, ai danni delle persone accusate di aver partecipato all’assalto del portavalori, la sera del 9 giugno 2008 lungo l’autostrada A4, tra Bagnatica e Seriate, con auto date alle fiamme, traffico bloccato e raffiche di kalashnikov esplose contro guardie giurate e ignari automobilisti (due turisti spagnoli che avevano cercato di forzare il blocco; le pallottole si erano fortunatamente fermate tra le valigie del bagagliaio).

Venerdì 22 ottobre il pubblico ministero Carmen Pugliese aveva chiesto la condanna a 15 anni di reclusione dei due presunti rapinatori, Paolo Sorbo, 34 anni, di Cerignola (assolto) e Francesco Massaro, 43 anni, anch’egli di Cerignola (condannato, giudicatoi con il rito abbreviato) e il rinvio a giudizio di Giuseppe Papaleo,41 anni, originario di Crotone e titolare di una ditta di autotrasporti a Bolgare (attualmente agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Predore), che come detto ha invece scelto il rito ordinario.

Il pm delle indagini aveva chiesto l’assolutazione per gli altri otto presunti rapinatori: Paolo Zino, 41 anni, foggiano residente a Milano (anche lui ha scelto il rito ordinario – prosciolto), Pasquale Murgo, 34 anni, foggiano residente a Milano (oggi condannato); Matteo Lombardi, 40 anni, di Manfredonia (condannato), ma residente a Malnate (Varese); Mario Scarabino, 37 anni, di Manfredonia, residente a Vedano Olona Varese (assolto); Francesco Scirpoli, 28 anni, di Mattinata (condannato); Francesco Fiananese, 43 anni, di Manfredonia (oggi condannato); Pio Francesco Gentile, 41 anni, di Mattinata (assolto); e Vincenzo Fratepietro, 41 anni, di Mattinata (assolto). La sentenza del giudice dell’udienza preliminare Tino Palestra.

L’AZIONE – IL commando dei criminali aveva agito la sera del 9 giugno 2008, intorno alle 20,40, su un’A4 semideserta, visto che a quell’ora si giocava Italia-Olanda degli Europei di calcio. I rapinatori avevano creato, alle spalle di un furgone di un istituto di vigilanza di Brescia, una barriera per bloccare il trafico, dando alle fiamme alcune auto. Quindi avevano affiancato il portavalori e costretto le guardie giurate a fermarsi, a colpi di mitra, poi fuggendo con un milione e 800 mila euro. Era stato il ritrovamento di due mototroncatrici, grandi e particolari flessibili utilizzati per tagliare le lamiere del furgone portavalori preso d’assalto, a indirizzare gli investigatori. Gli attrezzi erano stati ritrovati nei pressi della ditta di Papaleo, accusato di aver fornito supporto logistico. Dal numero di matricola dei flessibili, gli investigatori erano risaliti al luogo d’acquisto, nel Foggiano. Poi seguendo e intercettando Papaleo, gli agenti della Squadra Mobile di Bergamo erano riusciti a risalire agli altri 10 presunti complici. Gli inquirenti, infatti, avevano accertato che gli indagati usavano, esclusivamente per parlare tra di loro del colpo, cinque schede telefoniche, che erano state messe sotto controllo.

LA PRECEDENTE SCARCERAZIONE DI TRE PUGLIESI – Come confermato dai legali degli uomini, erano stati scarcerati lo scorso 13 novembre 2009 per “insussistenza di gravi indizi di colpevolezza”, dal Tribunale della libertà di Brescia, tre dei cinque indagati dell’assalto del furgone portavalori.

I giudici del riesame avevano dunque già scarcerato Francesco Fiananese, ritenuto colui che avrebbe pedinato per una parte il furgone da assaltare, e difeso dall’avvocato di Foggia Carlo Mari, i montanari Mario Scarabino e Matteo Lombardi, di 36 e 39 anni, residenti tra Manfredonia e la Lombardia (entrambi difesi dall’avvocato di Manfredonia Pietro Schiavone). Uomini ritenuti, nel corso delle indagini, tra i componenti del commando che aprì il fuoco contro i vigilantes costringendo così a fermare il blindato sui cui viaggiavano gli stessi. Successivamente, a cura del tribunale della Libertà di Brescia, l’esame del ricorso di un altro cittadino del Gargano, il mattinatese Francesco Scirpoli di 27 anni, arrestato nell’operazione Firestorme della Procura di Bergamo, delle squadre mobile bergamasca e della Sco (servizio centrale di polizia). Le sette ordinanze di custodia cautelare in carcere furono firmate dal Gip Patrizia Ingrasci. Nell’inchiesta gli agenti di Brescia avevano accertato che la banca si era servita di 5 telefonini intestati a prestanome, distrutti dopo il colpo milionario. Dalle analisi delle chiamate era venuti fuori i nomi di Fiananese, Lombardi e Scarabino (gli ultimi due assolti nel maxi-processo alla mafia del Gargano quali affiliati al clan Libergolis). In verità – secondo la tesi difensiva – gli uomini erano in Lombardia non per progettare il colpo ma alla ricerca di un alloggio ad un familiare (Fiananese) e per residenza personale. Nessun “grave indizio di colpevolezza” era dunque emerso a carico dei tre uomini, utile per comprovare la loro carcerazione.

Redazione Stato

Assalto portavalori Bergano, 5 condanneultima modifica: 2010-11-14T11:15:00+01:00da sagittario290