Una guardia sola e porte aperte: “Di notte può entrare chiunque”

Cronache

(Pubblicato il 02/10/2010)

Una guardia sola e porte aperte: “Di notte può entrare chiunque”

Lo spauracchio del riparmio nella sanità impone misure drastiche anche sul fronte della sicurezza di medici e pazienti: dal 1° ottobre l’unico vigilantes del Pronto Soccorso deve lasciare la sua postazione durante la notte per controllare tutto l’ospedale, lasciando “scoperto” il reparto emergenze, dove i rischi sono più alti. E se si chiudessero dall’esterno le porte, evitando di spianare la strada a malintenzionati? Nemmeno questo è possibile, a quanto pare. E intanto l’impianto di videosorveglianza, costato 30mila euro e mai entrato in funzione, resta spento.

3028_1.jpgTermoli. Un vecchio detto popolare recita così: “L’acqua scarseggia e la papera non galleggia”. In questo caso il volatile è la sicurezza di medici e pazienti ospedalieri e l’acqua, manco a farlo apposta, i soldi. E sì, perché causa ulteriori risparmi sul budget che dovrebbe coprire servizi assistenziali e tutto l’indotto che gravita attorno ai nosocomi molisani, al San Timoteo di Termoli durante l’orario notturno mancano gli uscieri. Ergo: la porta d’ingresso principale deve restare chiusa, sbarrata, blindata. Ergo: si entra dal Pronto Soccorso. Dove infatti, fino a ieri, c’era una guardia giurata 24 ore su 24, con pistola nella fodera e preparata a fronteggiare eventuali ladri, folli dell’ultim’ora e aggressori che a conti fatti e cronaca alla mano tanto eventuali non sono visto l’ospedale termolese di Contrada Mucchietti è bersaglio di furti e episodi spiacevoli con una frequenza preoccupante.

La novità, imposta con una lettera del direttore sanitario, è che a partire da oggi 1° ottobre 2010 l’unico povero vigilantes in servizio durante la notte non dovrà occuparsi solo del Pronto Soccorso, ovvero dell’ingresso che con il calar delle tenebre diventa l’accesso principale per medici e pazienti, ma dovrà dividersi in dieci e controllare, tenere sott’occhio tutte le porte della struttura dalle quali i malintenzionati potrebbero entrare e portarsi via, come d’altronde è già accaduto, sedie, armadietti, portafogli e telefonini degli infermieri, borse, scartoffie, eccetera eccetera.

Come farà il povero vigilantes di turno ad acquisire i superpoteri necessari per svolgere il proprio lavoro non è dato saperlo. Quello che invece si sa – ahimè – è che le tante porte con uscita esterna dei tanti reparti, e finanche quella che affaccia nel reparto emergenze verso l’ala delle sale operatorie, di notte sono aperte. Ergo: chiunque può entrare e sbizzarristi nelle molteplici possibilità che un ospedale deserto ffre. Per esempio leggere una rivista in bagno, usare il water, curiosare negli uffici, sedersi comodamente e sorseggiare un caffè della macchinetta, oppure rubacchiare, fare razzia “dove capita-capita”, e nei casi peggiori – nulla si può escludere a questo mondo – assaltare una giovane infermiera, prendere a pugni un dottore, imbracciare una mitraglietta e sparare all’impazzata. Insomma, per intenderci: l’ospedale è grande, e un vigilante da solo non riesce davvero, nemmeno con tutta la buona volontà del mondo, a coprire la struttura impedendo accesso ai “non addetti ai lavori”.

La soluzione, preso atto che assumere un usciere di notte costa troppo? «Beh» rispondono all’unisono in ospedale «la videosorveglianza!». Semplice, no? No. Perché non bisogna infatti lasciarsi ingannare dalle telecamere montate nella hall dell’ingresso principale, in quella del pronto soccorso e in alcuni locali sotterranei. Quelle telecamere (a proposito, qualcuna l’hanno pure rubata…) non funzionano. Non sono rotte e anzi, dovrebbero funzionare benissimo visto che il collaudo è stato pure fatto, dopo che la Asrem ha speso circa trentamila euro per l’impianto. Ma il condizionale, in questo caso, è d’obbligo, giacché il «sofisticato impianto di monitoraggio della struttura sanitaria» non è mai stato acceso causa ostracismo dei sindacati che hanno lamentato una vistosa violazione della privacy. Inutile ricordare che il San Timoteo è preso di mira dai ladri ogni tre per due, che una guardia giurata è insufficiente. I sindacalisti non ne vogliono sapere, e le telecamere restano un ornamento contemporaneo che prende a deteriorarsi col passare del tempo.

L’altra soluzione? «Beh» dicono gli addetti ai lavori dell’ala che ospita le emergenze, quella cioè non solo più trafficata durante la notte, ma anche più oggettivamente più pericolosa «si potrebbero chiudere le porte dall’esterno e impedire che chiunque possa entrare». E’ una idea di buon senso, per quanto “elementare”: lasciando solo un ingresso accessibile, almeno si eviterebbe di aumentare il pericolo. E invece nemmeno questo è possibile, secondo la lettera del direttore sanitario, perché si limiterebbero le possibilità di entrare per il personale medico reperibile durante la notte. Fino a ieri, appunto, la presenza del Vigilantes fisso in Pronto Soccorso era una garanzia di tranquillità almeno sotto il profilo della incolumità personale. Adesso, invece, il Pronto Soccorso è “scoperto”, perché la guardia giurata deve girare in lungo e largo controllando tutto l’ospedale. Ma insomma, verrebbe da dire, che diavolo ci vuole a chiudere tutte le porte tranne una? Che ci vuole a chiudere la porta che affaccia verso le sale operatorie, dalla quale può davvero entrare chiunque, specie in assenza della guardia nei paraggi? Il quesito è oggetto di un vivace scambio di opinioni e confronto interno, nemmeno si stesse parlando di armi batteriologiche, invece che di una porta antipanico. Ma si sa, anche questi so’ problemi, nella sanità molisana, di questi tempi.

 

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