Pretendeva pure il sussidio per i disoccupati

Cronaca

Lunedì 25 Ottobre 2010 08:53

Pretendeva pure il sussidio per i disoccupati

Redazione_2

cacafave.jpgBRINDISI – Insistenti “quelli di San’Elia”, determinati nel chiedere 1.600 euro al mese a un imprenditore edile per vigilare sul cantiere e tenere lontani ospiti indesiderati, compresi fantomatici camorristi: si sono presentati dieci volte nell’arco di sei mesi, tirando in ballo personaggi della Sacra Corona e affini, sino ad arrivare ad anticipare la sparizione della merce come conseguenza naturale di fronte all’assenza di un certo tipo di “guardiani”. L’estorsione. Hanno tentato in cinque a imporre il pizzo al titolare della ditta vincitrice dell’appalto per la ristrutturazione delle palazzine popolari del rione, arrivando a diventare un incubo per l’imprenditore che – nonostante tutto – è rimasto fermo sul “no”.  Ha invitato gli aspiranti vigilantes ad andare via anche dopo aver ricevuto la consegna di messaggi dal contenuto minatorio che, nella ricostruzione dell’accusa, altro non sarebbero se non la dimostrazione dello “spesso criminale”  che ha portato alla contestazione dell’aggravante rappresentata dalle modalità mafiose. Quelle proprie di un gruppo caratterizzato da forza, capacità di intimidazione e omertà, così come descritto dall’articolo 416 bis del Codice penale. L’accusa. La Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce ha puntato il dito nei confronti di Teodoro Ostuni, 59 anni, non solo il capofamiglia, ma ritenuto il numero uno di associazione per delinquere specializzata nel traffico di droga e interessata alle estorsioni per avere il giusto ossigeno per i parenti in carcere e ai domiciliari e per questo – potenzialmente – fuori dal mercato del lavoro. Non solo lecito. Stessa accusa per il figlio Eddy Ostuni, 29 anni, per il nipote Diego Ostuni, 36 e per Giuseppe Lombardi, detto “Tony”, 28, e per Mario Polito, 25. “In concorso tra loro”, scrivono i sostituti procuratori, avrebbero “commesso con più azioni, atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere l’imprenditore a pagare la somma di 1.600 euro per ogni mese di permanenza del cantiere”. Le azioni.

I pubblici ministeri ne hanno contate dieci, stando alla ricostruzione fatta dai carabinieri della Compagnia di Brindisi, a far data dalla fine del 2007, quando il titolare della ditta edile si è affacciato in piazza Raffaello per il primo sopralluogo. Il debutto sarebbe stato caratterizzato dalla presentazione di Ostuni senior, in nome e per conto della sua famiglia, indicata come quella che tutti conoscono nel rione Sant’Elia e temono. Biglietto da visita, in altri termini, rilevante sul piano penale. La cronologia. L’8 febbraio 2008, Teodoro Ostuni sarebbe tornato sul cantiere in compagnia del figlio Eddy “reiterando la richiesta di guardiania” e aggiungendo una parentela di un certo spessore sul piano della criminalità, perché la coppia avrebbe fatto espresso riferimento a Gianni De Tommasi, originario di Campi Salentina, arrestato in quel periodo con l’accusa di essere un esponente della frangia leccese della Sacra Corona Unita. “Poi non ti lamentare se ti sparisce qualcosa”: sarebbe stato un rischio naturale data la mancanza di vigilantes. Gli Ostuni. La replica. Situazione identica il 7 marzo, questa volta con i rinforzi perché i carabinieri hanno contato cinque persone sul cantiere, arrivando a identificare dopo padre e figlio, Diego Ostuni, per passare a Lombardi e Polito.  In questa circostanza, ci sarebbe stato il riferimento a un tale “Massimo”, come mandante della visita e della richiesta di assunzione: “Se dice di no, andiamo da lui e gli chiediamo cosa dobbiamo fare”. Anche questa una minaccia, riportata nel provvedimento di arresto. Gli altri. Il 2 aprile 2008, sul cantiere sono stati visti Eddy e Diego Ostuni, due giorni più tardi Giuseppe Lombardi, il quale “reiterava la richiesta” facendo espresso riferimento agli Ostuni (di cui è cugino e con i quali avrebbe, stando alle accuse mosse nell’ordinanza, avuto punti di contatto in relazione all’acquisto e alla vendita di droga). L’11 aprile sarebbe stata la volta di Lombardi in coppia con Diego Ostuni. E a seguire il 17, data ritenuta significativa, perché la pretesa di lavoro come vigilanti è arrivata a distanza di 24 ore da un danneggiamento nel cantiere: “ignoti avevano abbattuto un conglomerato cementizio posto a chiusura di una finestra dell’immobile  da ristrutturare in piazza Raffaello, cui era seguito lo spargimento di un liquido di colore rosso all’interno di uno degli appartamenti da completare”. Le ultime richieste. Sono datate 21 aprile, 24, 29 e 8 maggio per mani di Lombardi: “Qua sanno che io guardo, a qua a te non ti tocca nessuno, quando incomincia un cantiere per forza lo devono mettere uno come guardiano, qua a Sant’Elia stiamo, mi dai 1.200 euro e lavori garbato. Infine il 13 giugno, con “fare minaccioso consistito nel fare riferimento alla capacità di comportarsi come un camorrista in grado di entrare all’interno del cantiere al fine di sottrarre merce”. Per la Procura tutti e cinque sono stati sfrontati e hanno agito avvalendosi delle modalità mafiose. Sono carcere dall’alba di venerdì.
Pretendeva pure il sussidio per i disoccupatiultima modifica: 2010-10-26T11:15:00+02:00da sagittario290