Il responsabile di Ipervigile: in quella banca può entrare chiunque

Edizione CITY

26/10/2010

Il responsabile di Ipervigile: in quella banca può entrare chiunque, non c’è il metal detector

wbresize.jpgNAPOLI (26 ottobre) – «In quella banca poteva entrare chiunque, perchè non c’era il metaldetector». Il responsabile dei servizi della Ipervigile, la ditta per cui lavorava Gerardo Citarelli, la GUARDIA GIURATA di 46 anni, uccisa oggi nel corso di una rapina alla filiale della Unicredit di Casoria (Napoli), al telefono, piange.

E ricostruendo l’accaduto, difende l’azienda per la quale lavora:«È il primo lutto in venti anni. Lavoriamo, per quel che è possibile svolgendo un attività del genere, in condizioni di sicurezza. Abbiamo i migliori giubbotti antiproiettile. Sono gli altri che potrebbero fare di più».

La Ipervigile è una srl, ha sede a Nocera Inferiore, è nata nel 1980, è di proprietà di un avvocato, Antonio Gabola; presta servizio in tutta la Campania, con circa 120 guardie giurate. «Quel territorio è particolarmente a rischio – continua il responsabile, che rifiuta di dire il suo nome – a Casoria quest’anno ci sono state 4-5 tentativi di rapina, noi ne abbiamo sventati un paio. I criminali, si sa, non guardano in faccia a nessuno, è la legge che dovrebbe proteggerci. Se prendono questi signori, devono buttare la chiave. Ma mica funziona così…».

«Oggi erano tre i nostri sul posto – spiega -: uno alla guida del portavalori, mentre Gerardo era affiancato da Pino, che ora è in rianimazione. Lo hanno ferito al polpaccio, alla schiena, alla costola e ha una emorragia interna». «Cosa posso dire nel giorno in cui è morto un collega con cui andavo a prendere il caffè, e che lascia due bambini?», continua lo sfogo fra i singhiozzi. «Gerardo era il migliore, lavorava con noi da 17 anni. Era sempre attento, non gli sfuggiva nulla – racconta -. La prima cosa che faceva, quando usciva col portavalori, era indossare il giubbotto antiproiettili. Aveva iniziato con i piantonamenti, da sette otto anni, portava i soldi, come stamattina. Era perfettamente in grado di farlo, aveva tutti i requisiti».

«Secondo me questi erano strafatti – ha concluso a proposito dei rapinatori -: in genere le rapine non finiscono così. Non conviene neanche a loro. I criminali sanno che se uccidono qualcuno rischiano trenta, quarant’anni di carcere. Con una rapina a mano armata, si rischia molto meno; anzi diciamolo, quasi nulla».

Il responsabile di Ipervigile: in quella banca può entrare chiunqueultima modifica: 2010-10-27T11:30:00+02:00da sagittario290