Venezia come Pomigliano, referendum sul contratto in aereoporto

Cronaca

(04 settembre 2010)

Venezia come Pomigliano, referendum sul contratto in aereoporto

Consultazione tra i lavoratori dell’aereoporto di Venezia: il presidente di Save, Enrico Marchi segue la linea Marchionne. “Se l’80% vuol cambiare metto in vendita la società”. Da lunedì intanto scatta lo sciopero straordinario degli addetti ai controlli

di Gianni Favarato

jpg_2321366.jpgVENEZIA. Prima è arrivato l’annuncio di uno sciopero della Security del Marco Polo, indetto dalla Uil per il 18 settembre per rivendicare l’applicazione del contratto aeroportuale anche alle guardie che controllano passeggeri e bagagli. Ieri è stata la volta dei sindacati di base (Usb) che hanno indetto un’assemblea dei dipendenti di Save Security per confermare che da lunedì prossimo scatterà un «sciopero degli straordinari» degli addetti ai varchi di controllo che durerà un mese e potrà causare non pochi problemi a voli e passeggeri.

Così, ieri mattina, Enrico Marchi – presidente di Save spa -, ha convocato d’urgenza i sindacati confederali, ma solo quelli delle categorie del commercio firmatarie del contratto nazionale delle guardie giurate, applicato anche da Save Security, società controllata totalmente dalla stessa Save che opera anche in aeroporto a Treviso. «Ai sindacati ho detto che è ora di fare chiarezza e chiedere direttamente ai lavoratori della security, con un referendum, che contratto vogliono – ha spiegato Marchi – se almeno l’80% dei lavoratori dirà che gli sta bene il contratto del commercio che oggi applichiamo come Save Security a Venezia e Treviso, al pari di quanto si fa in tutti gli aeroporti italiani tranne Milano e Roma. Altrimenti, se i lavoratori bocceranno l’attuale contratto per rivendicare quello aeroportuale, indiremo una gara per dare in appalto a terzi la gestione della sicurezza ai varchi aeroportuali».

Marchi non accetta di essere paragonato all’amministratore delegato della Fiat, Marchionne, che a Melfi ha licenziato tre delegati sindacali per uno sciopero alle linee di montaggio e ha chiesto un referendum tra i lavoratori per un nuovo regime contrattuale. «Al Marco Polo – precisa Marchi – i rapporti sindacali sono sempre stati schietti e improntati sulla serietà e il rispetto reciproco. Ma è inaccettabile, come è successo qui, che un accordo integrativo sottoscritto con i sindacati per le guardie giurate di Save Secutity, poi venga bocciato da un’assemblea di appena 20 dei 230 dipendenti della società».

Marchi si lamenta che l’assenteismo degli addetti alla sicurezza al Marco Polo sono l’11% che è il doppio di quello che rileviamo in aeroporto a Treviso». Ma riprova dei «buoni rapporti con tutte le sigle sindacali» di Save, Marchi fa presente che «malgrado la crisi globale le difficoltà che ci sono state anche in aeroporto, non abbiamo mai messo in cassa integrazione nessuno. Ora mi sento tradito e mi chiedo perché mai una guardia giurata che lavora in aeroporto debba avere un contratto aeroportuale. Non mi pare che le guardie giurate di una banca siano inquadrate con il contratto dei bancari. No, le guardie giurate hanno il contratto delle guardie giurate, come i poliziotti, al di la di dove lavorano, operano alla stessa stregua dei loro colleghi che lavorano in strada o in questura. Per questo dico ai sindacati o il referendum lo fate voi o lo organizziamo noi».

LEGGI La situazione dei contratti a Tessera

Marchi ammette che col contratto aeroportuale le guardie girate guadagnerebbero qualche centinaio di euro in più al mese, ma avverte: «Con la nostra gestione questo aeroporto è cresciuto, malgrado il blocco decennale imposto alle tariffe». «E’ ora dire basta ai ricatti di pochi facinorosi che danneggiano tutti gli altri dipendenti – conclude -, diamo la parola ai lavoratori, che siano loro a decidere».

Venezia come Pomigliano, referendum sul contratto in aereoportoultima modifica: 2010-09-05T10:45:00+02:00da sagittario290