Como, si uccide davanti all´ospedale

Cronaca

(12 settembre 2010)

IL DRAMMA

Como, si uccide davanti all´ospedale a terra la tessera per donare gli organi

L´uomo, un metronotte, soffriva di depressione. Ma l´espianto non è stato possibile

di MASSIMO PISA

106538_1380595_OSPEDALE_A_9327950_medium.jpgAveva preparato tutto con cura. Casa riassettata e lustra, frigo vuotato, spazzatura buttata via, la divisa da guardia giurata stirata e piegata nell’armadio. Aveva deciso di non dormire l’ultima notte e di andare in borghese sul posto dove si sarebbe tolto la vita. E nel taschino della camicia aveva infilato il suo tesserino dell’Aido, l’Associazione italiana donatori d’organi, un documento che si ottiene compilando un semplice modulo, senza versamenti né visite: era sicuro che sarebbe stato il primo posto dove avrebbero cercato.

Ed era altrettanto sicuro che avrebbero espiantato il suo cuore, i reni, forse i polmoni, insomma che avrebbe continuato a vivere in qualche modo nel corpo di un malato in attesa di trapianto. È arrivato davanti ai giardini dell’ospedale Sant’Anna di Como, ha posteggiato, si è fermato in mezzo a una delle due grandi aiuole vicine all’ingresso, ha puntato la pistola d’ordinanza sotto il mento e ha fatto fuoco.

Gli è andata male, due volte. Perché l’uomo, un metronotte 37enne dipendente dell’istituto Vedetta 2 di Como (non è quella che fa la vigilanza all’ospedale), originario di Gallarate ma residente nel capoluogo in riva al Lario, si è effettivamente suicidato, è morto sul colpo. Ma il suo cadavere è stato ritrovato solamente alle 8, più di tre ore dopo lo sparo fatale. “Ci era sembrato un petardo, al momento – hanno spiegato gli infermieri del pronto soccorso ai carabinieri della compagnia di Como, guidati dal maggiore Donato Di Gioia – e non ci avevamo fatto caso. Soltanto stamattina lo abbiamo visto supino sul prato, abbiamo visto la pistola e abbiamo capito”.

 E a quell’ora, l’espianto di organi, di quelli almeno rimasti intatti, non era più possibile. Ai militari è toccato ricostruire la storia del suicida: sofferente di depressione fin dall’adolescenza, senza genitori né compagna, viveva da solo e aveva riallacciato soltanto da pochi mesi i contatti con l’unica sorella, dopo anni di distacco. A lei era indirizzato l’unico biglietto trovato in tasca al suicida. E quel tesserino Aido, l’altro messaggio per l’ospedale, rimasto lettera morta.

Como, si uccide davanti all´ospedaleultima modifica: 2010-09-13T11:45:00+02:00da sagittario290