Giro di droga all’ex Callegari


Ravenna

Cronaca

8 luglio 2010

Giro di droga all’ex Callegari
Cinque anni a carabiniere

Erano frequenti le operazioni di polizia, carabinieri e finanza all’interno dell’ex fabbrica. Il processo ha accertato che in molti sapevano della condotta di alcuni Cc, ma i ‘vertici’ istituzionali rimasero inerti

jXo0Sy3ZspgJ.jpgRavenna, 8 luglio 2010 – UN ALTRO giudice, nel giro di due settimane, ha ritenuto ben solide le prove raccolte dal pm Cristina D’Aniello e dai carabinieri (del Nucleo operativo della Compagnia) nell’ambito dell’inchiesta su quell’immenso ‘buco nero dell’illegalità’ che è stata per anni l’area dell’ex Callegari, a ridosso del centro, luogo prediletto, da fine anni Novanta fino al 2002, del più vasto e persistente mercato della droga di Ravenna.

Ieri pomeriggio, a conclusione del processo con rito abbreviato avviato nell’ottobre del 2009, il gip Anna Mori ha condannato a cinque anni di reclusione un carabiniere di 42 anni, all’epoca in servizio a Ravenna, accusato di concussione nei confronti del ‘boss’ dell’ex Callegari, uno spacciatore tunisino, e di suo fratello, e di spaccio di stupefacenti.

Contestualmente il giudice Mori ha assolto, sia pure sotto il profilo della prova non sufficiente, l’altro carabiniere imputato che aveva scelto il processo con rito abbreviato (altri sono a processo con rito ordinario) di 45 anni all’epoca in servizio presso il Reparto operativo di Ravenna.

NEPPURE due settimane orsono un altro giudice, Antonella Guidomei, aveva già ritenuto che l’inchiesta del pm D’Aniello avesse ben provato la condotta concussiva dei carabinieri che frequentavano la ex Callegari e per questo aveva prosciolto una tunisina, una dei testi del pm, autoaccusatasi di aver consegnato ripetutamente droga a un carabiniere (a giudizio con rito ordinario), per aver agito in stato di necessità. Ovvero di essere stata costretta a consegnare lo stupefacente sotto la larvata (ma neppure tanto) minaccia, se non l’avesse fatto, di essere ripetutamente arrestata.

L’ULTERIORE tranche dell’inchiesta, ovvero il processo in corso con rito ordinario, vede imputati altri due carabinieri (uno sospeso di recente), un ex carabiniere e una guardia giurata: è in corso di svolgimento davanti al collegio (un’udienza è in calendario per domani, ma verosimilmente verrà rinviata per indisposizione del pm D’Aniello). E anche in questo processo, precise testimonianze hanno già scolpito prove difficilmente confutabili circa lo scenario di illegalità in cui in quegli anni si muovevano proprio quelle persone che in quel luogo avrebbero dovuto invece mettere in atto attività di contrasto dello spaccio degli stupefacenti.

UNO SCENARIO che abbraccia anche i vertici istituzionali di allora «perchè tutti sapevano» e perchè i risultati di una indagine svolta dagli stessi carabinieri del Reparto operativo e consegnata alla Procura non ebbe corso. Per anni, in quella fabbrica abbandonata e cadente, trasformata in un redditizio suq dell’eroina si era fondamentalmente instaurata — ovviamente occorrerà attendere la definizione dell’intero iter processuale prima di darlo come dato storico e giudiziario assoluto — una forma di ‘sospensione della legalità’ — e di contemporanea diffusione della illegalità istituzionale’ — ad opera forse di un solo soggetto al quale altri, più deboli, si sono omologati, in qualche parte forse anche motivata dalla speranza di ricevere da quei trafficanti notizie per scoop investigativi su altri fronti.

Giro di droga all’ex Callegariultima modifica: 2010-07-09T11:00:00+02:00da sagittario290