Edizione CITY
16/07/2010
Il caso
Esce dal carcere, stroncato da un malore: devastato l’ospedale
Muore a 28 anni, esplode la rabbia parenti all’assalto del Pellegrini L’accusa: in cella terapie sbagliate
Giuseppe Crimaldi
La rabbia è esplosa in corsia, quando ormai non c’era più niente da fare. Alle prime luci dell’alba, mentre tutti dormivano e anche al pronto soccorso del Vecchio Pellegrini la ressa di un andirivieni continuo sembrava regalare una tregua, proprio allora è scoppiato l’inferno. È successo quando il corpo ormai senza vita di Eduardo Mastellone, 28enne figlio di Anna Terracciano (e cugino di Manuela, accusata dell’omicidio, il primo gennaio di due anni fa, di Nicola Sarpa mentre era affacciato al balcone di casa), è giunto trasportato da alcuni parenti a bordo di un’auto. Il giovane era stato scarcerato il giorno precedente per un vizio di forma. Quando si è capito che nessun tentativo di rianimazione avrebbe sortito effetto si è scatenata la furia dei familiari. In meno di un’ora l’ospedale della Pignasecca è stato invaso da una cinquantina di persone che le GUARDIE GIURATE non sono riuscite a fermare. Nel clima concitato di aggressioni verbali e minacce al personale sanitario, molti parenti del ragazzo si sono sentiti male, intasando a loro volta il pronto soccorso. Svenimenti e malori improvvisi di parenti e amici di Mastellone hanno aumentato un clima di tensione ed il panico tra i camici bianchi che con grande professionalità sono riusciti comunque a garantire tutte le prestazioni. «Abbiamo individuato subito il paziente come un codice rosso – hanno spiegato i medici – e, nonostante il panico, la confusione e le minacce verbali, è stato istantaneo il trasferimento in rianimazione, dove sono state effettuate tutte le manovre per tentare di recuperare le funzioni vitali ormai compromesse». Ma la rabbia dei parenti aveva un obiettivo preciso: che non erano i medici del Vecchio Pellegrini ma il carcere di Poggioreale e il trattamento sanitario che – a loro dire – nella casa circondariale sarebbe stato riservato a Mastellone. Per questo i familiari della vittima hanno affidato al loro legale di fiducia, l’avvocato Gaetano Inserra, dandogli l’incatrico di individuare un medico legale che parteciperà all’autopsia che si terrà nei prossimi giorni. «Abbiamo il sospetto – dice Inserra – che le cause della morte siano probabilmente da ricercarsi nella mancata somministrazione delle terapie adeguate durante il periodo di detenzione». Un fatto pare certo: Eduardo Mastellone soffriva di ipertensione, negli ultimi giorni di detenzione – dicono sempre i familiari – la massima era arrivata a 220. Secondo quanto raccontato dalla famiglia, il giovane era stato arrestato lo stesso giorno in cui si disputava la partita del Mondiale tra Italia e Slovacchia. Era accusato di scippo. Sposato con due figli, venditore ambulante di gelati, soffriva di ipertensione. Oggi in Procura il pm darà l’incarico ad un consulente tecnico di ufficio che dovrà effettuare l’autopsia sul corpo. Ma quella scorsa è stata una notte decisamente agitata per i nosocomi napoletani. Non solo per il Vecchio Pellegrini. Al Loreto Mare nottata di panico, quando al pronto soccorso si è presentato Franco Rinaldi, esponente di una famiglia ritenuta legata alla criminalità organizzata. Sessantasette anni, l’uomo accusava dolori al petto e alle braccia, sorti – così avrebbe riferito ai medici – dopo un’aggressione verbale e delle spinte avute da uno sconosciuto. I medici volevano ricoverarlo, lui ha firmato per andar via. Un’ora dopo sono tornati i parenti con Rinaldi ormai morto. In ospedale hanno tentato di rianimarlo ma era troppo tardi. A quel punto i familiari hanno minacciato infermieri e anche aggredito medici e sanitari. Solo l’arrivo della polizia è riuscito a riportare la calma. (ha collaborato Melina Chiapparino)