Alluvione, indagini chiuse e 30 indagati

Cronaca

Calabria 20/07/2010

Alluvione, indagini chiuse e 30 indagati

Coinvolti anche gli ex sindaci Elio Costa (Pdl) e Franco Sammarco (Pd)

Nicola Lopreiato

VIBO VALENTIA

Giudice-martello1_4.jpgLa tragedia del 3 luglio 2006, il violento nubifragio, i tre morti lungo la statale 18 sulla quale si è abbattuta una valanga di fango e detriti che ha travolto e ucciso Salvatore Gaglioti di 16 mesi e la guardie giurate Ulisse Gaglioti (zio del piccolo) e Nicola De Pascale. Momenti drammatici le cui responsabilità vengono oggi messe a fuoco dall’inchiesta della Procura della Repubblica di Vibo Valentia che ha fatto notificare l’avviso di conclusione indagini a trenta persone le quali, a vario titolo, rispondono di omicidio colposo, disastro colposo e omissione in atti d’ufficio in relazione a presunte responsabilità connesse alle conseguenze provocate dall’alluvione di quattro anni fa.

Tra le persone a cui è stato notificato il provvedimento a firma del procuratore Mario Spagnuolo figurano gli ex sindaci di Vibo Valentia Elio Costa (Pdl) e Franco Sammarco (Pd), nonché l’ex presidente della Provincia Ottavio Bruni (attuale consigliere regionale del Pd), l’assessore provinciale Paolo Barbieri (per presunte responsabilità risalenti agli anni in cui era alla guida dell’assessorato ai lavori pubblici), gli ex presidenti del del Consorzio industriale Nazzareno Salerno (attualmente consigliere regionale del Pdl) e Filippo Sirgiovanni.

L’inchiesta evidenzia presunte responsabilità in relazione all’abusivismo edilizio, alla scarsa o inesistente regimentazione delle acque meteoriche, al mancato controllo del territorio e ad una gestione dello sviluppo urbanistico piuttosto “allegra”. Pone gli accenti in maniera piuttosto marcata sulla mancata osservanza della normativa imposta dal Piano di assetto idrogelogico (Pai), che impone agli enti “proprietari o detentori a qualsiasi titolo di reti infrastrutturali (viabilità, metanodotti, oleodotti, ferrovie, acquedotti), tra l’altro, di adottare entro 24 mesi dall’approvazione del Pai, un programma per la messa in sicurezza delle rispettive reti nei punti di criticità individuati dal piano di assetto idrogeologico, previa verifica delle esistenti infrastrutture e delle vie di comunicazione che attraversano le zone con pericolo di inondazione, di frane e di erosione costiera”.

Nell’avviso di conclusione indagini, il capo della Procura si sofferma in particolare sulla causa che ha originato la valanga mortale di fango e detriti che si è abbattuta sulla Statale 18 nel tratto di strada che da Vibo Valentia porta a Vibo Marina. In questo caso viene evidenziato che una “palla” d’acqua la mattina del violento nubifragio (3 luglio 2006) si è concentrata lungo via Cocari, nella parte alta della città, determinando una esondazione delle acque che a loro volta si sono riversate sulla strada privata della lottizzazione di località Zufrò (già al centro di precedenti indagini e sequestri da parte della Guardia di Finanza che hanno portato alla luce una massiccia urbanizzazione in zona agricola e uno scarso se non inesistente piano di urbanizzazione), da dove è partita una colata di fango e detriti che si è riversava sulla statale 18. Situazione resa ancora più grave dalle acque del torrente Suveri, pressocché interrotto in corrispondenza dell’ex tracciato delle Ferrovie Calabro Lucane, al punto da determinare una grande frana anch’essa abbattutasi sulla statale 18 proprio nello stesso punto dove era in atto la colata di fango. Un mix micidiale che ha spazzato via in due momenti diversi il piccolo Gaglioti e le due guardie giurate mentre a bordo delle loro auto stavano percorrendo la strada.

E relativamente alla mancata vigilanza sul territorio in passato erano stati già indagati gli ex dirigenti comunali Ugo Bellantoni (dirigente fino al 2001), l’arch. Giacomo Consoli, l’arch. Silvana De Carolis e l’ex comandante della Polizia Municipale Domenico Corigliano, nonché l’arch. Pietro Paolo La Rosa. Quest’ultimo prima nella sua qualità di funzionario regionale e poi in quella di funzionario provinciale, per mancata sorveglianza sui fossi, la cui competenza è della Provincia.

Per quanto concerne gli ex sindaci Costa e Sammarco, con i rispettivi assessori Francesco Basile e Antonio Iannello, vengono coinvolti nella vicenda relativamente alla mancata adozione delle misure di salvaguardia allegate al Pai. Identiche contestazioni ai presidenti del consorzio industriale Salerno, Pasquale Franzè e Sirgiovanni, ai componenti del consorzio industriale (Sabrina Caglioti, Vincenzo Massa, Mirella Casuscelli, Giuseppe Pepe, Francesco Piperno, Ferdinando Bruno Schipano, Angelo Vittorio Lombardi Satriani, Saverio Gregorio Bretti e Giacomo Curigliano). Sulla lista degli indagati anche i dirigenti regionali Giovanni Ricca e Ottavio Amaro. Con loro anche i proprietari della strada privata di lottizzazione di località Sughero, mai ceduta all’ente comunale (Livia Galli, Raffaella Marzano, Alessandra Marzano, Maria Antonietta Marzano e Fabrizio Pasquale Scipione Marzano).

Alluvione, indagini chiuse e 30 indagatiultima modifica: 2010-07-21T11:00:00+02:00da sagittario290