Un Pronto soccorso da codice rosso

Cronaca

Catanzaro (26/06/2010)

Un Pronto soccorso da codice rosso

Per situazioni non di emergenza si attendono anche dodici ore. Disagi per operatori e utenti

Luigina Pileggi

prontosoccorso.jpgPronto soccorso da codice rosso. In questo luogo dove le urgenze sono all’ordine del giorno, la vera emergenza è quella della carenza del personale e delle strutture. Una situazione al limite del sopportabile, al punto da aver esasperato i dipendenti, che ieri mattina si sono riuniti per discutere, per l’ennesima volta, delle criticità e dei problemi che affliggono il pronto soccorso.

Ma procediamo con ordine. Problema numero uno: le strutture. Questo pronto soccorso è stato pensato e progettato negli anni ’60 per un bacino di utenti molto più ridotto rispetto a quello attuale. «Quando ci siamo trasferiti nel 2000 – hanno spiegato i sanitari – già era inadeguato, perchè l’utenza era maggiore rispetto a quella che poteva contenere la struttura. Oggi, che abbiamo 54mila accesso annui, la situazione è davvero insostenibile». E qui tutto è inadeguato: l’attuale aria triage è costituita solo da un bancone e non è possibile espletare la valutazione infermieristica nel rispetto della riservatezza del paziente; così come non esiste un’area per l’osservazione breve intensiva (Oba), né un ambulatorio per i codici bianchi. La gente che si rivolge al pronto soccorso arriva direttamente nella sala dove si trovano i malati in attesa di essere visitati: non ci sono aree separate per l’attesa e per l’accettazione, ma stanno tutti stipati in un luogo angusto e poco confortevole. Un luogo dove naturalmente non possono sostare gli accompagnatori dei malati, che per questo devono uscire fuori dall’ospedale, non essendoci altro altro luogo dove poter attendere.

Problema numero due: il personale. In dotazione organica servirebbero almeno 16 medici, ma in servizio ce ne sono solo 14, e tra congedi ordinari e straordinari il numero scende a dismisura, tant’è che spesso non si garantisce la presenza di tre medici a turno in orario diurno. Stessa storia per gli infermieri: all’appello ne mancano almeno dieci. Decisamente insufficienti gli ausiliari: uno per turno. Una carenza di organico che naturalmente si ripercuote sul lavoro svolto da chi è di turno, e che di conseguenza fa lievitare i tempi di attesa. Un solo esempio: la scorsa notte una donna è stata accettata alle ore 22 (in codice verde) ed è stata visitata alle 10 del mattino successivo. Una situazione che snerva non solo i medici che sono sottoposti a continui stress, ma anche gli utenti che, in alcuni casi, se la prendono con i dipendenti dell’Azienda.

E qui nasce il terzo problema: la sicurezza. Molta della gente che arriva pretende di essere visitata subito, senza tenere conto del codice assegnato a ogni utente (rosso i casi urgenza assoluta, giallo pericolo, verde intervento differibile, bianco non urgente). Succede che c’è poi chi si altera e perde le staffe, prendendosela con il personale. Così come è successo la scorsa sera, quando un infermiere è stato aggredito dal familiare di un paziente. «Mi hanno malmenato, ho chiamato la polizia ma non è intervenuta – dichiara l’infermiere alla Gazzetta del sud – mi hanno risposto che c’era una sola volante e non poteva venire. Così come non è intervenuta la guardia giurata che si trova all’ingresso del pronto soccorso: mi ha risposto che il suo compito è solo quello di regolare il flusso di persone in entrata e in uscita». Un vero e proprio sfogo, quello dell’infermiere che, dopo una giornata di intenso lavoro, è tornato a casa con delle contusioni per l’aggressione subita e l’amarezza di chi non si sente tutelato da chi invece dovrebbe farlo.

Problema numero quattro: i danneggiamenti. «Dopo sei ore di inferno – affermano i dipendenti – non è bello uscire e trovare la macchina distrutta». Molti sono infatti i dipendenti che hanno avuto danni alle auto, per non parlare degli scippi alle dottoresse. Tutti problemi sottoposti all’attenzione dei vertici aziendali, anche dallo stesso primario, Elio Scaramuzzino, che più volte ha chiesto interventi per migliorare le condizioni lavorative del personale. E di conseguenza per rispondere al meglio alle esigenze dell’utenza.

Un Pronto soccorso da codice rossoultima modifica: 2010-06-27T11:30:00+02:00da sagittario290