Vedelago, il paese dove non vogliono l’Inno di Mameli

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13-06-2010

Vedelago, il paese dove non vogliono l’Inno di Mameli: siamo veneti, non italiani

vedelago01.jpgVEDELAGO (TREVISO), 13 GIU – «Siamo veneti, non siamo italiani e l’inno di Mameli è italiano. Chissenefrega». È Mirko, 41 anni, a usare la parole più forti, ma a Vedelago, provincia di Treviso non è certo l’unico a pronunciarsi contro “Fratelli d’Italia” dopo la polemica scoppiata per la sostituzione dell’inno di Mameli con Và pensiero durante l’inaugurazione della scuola di Franzolo, presente il governatore Luca Zaia.

Il governatore leghista nega, ma molti cittadini di Vedelago lo assolvono in partenza. Anzi, molti approvano. Mirko non ama nè l’Italia, nè l’inno, e prende l’aperitivo al pub Britannia nel centro del paese. Non gli piacciono neppure i politici, tanto che non vota più, nè la Lega, nè altri partiti: «Sono i politici che creano i problemi da Roma in su», dice scuotendo la testa. E ha idee piuttosto chiare anche sugli immigrati, che a Vedelago sono tanti: «Siamo contenti se restano a casa: se escono è un casino».

Non è la prima volta che Vedelago è al centro dell’attenzione: due anni fa il sindaco leghista propose di legare la concessione del permesso di soggiorno all’esibizione di un certificato di buona salute; e poco tempo dopo il Comune scese in campo contro il bullismo istituendo i vigilantes sugli scuola bus. Qualche anno prima, invece, gli investigatori scoprirono una gang paesana di giovani cresciuti in famiglie normali che compivano atti vandalici e raid notturni, ragazzi secondo i quali – come ammisero loro stessi – «se i nomadi commettono dei furti la controffensiva migliore è quella della rappresaglia». Anche per il signor Dino, 42 anni, «è giusto» non suonare l’inno di Mameli: «Perchè siamo in Padania – spiega – Io voto Lega e a Vedelago siamo in tanti, quasi l’80%. Qui la Lega ha sostituito la Dc, che di voti ne aveva altrettanti».

Gli immigrati? «La gente è seccata, c’è poco lavoro e molto malessere. Gli immigrati hanno fatto tanti danni, hanno portato tanta delinquenza. E adesso che hanno perso il lavoro non pagano più gli affitti delle case. Il governo è assente», si lamenta Dino, la cui fede nella Lega, anche se adesso il partito di Bossi è al governo, resta di ferro: «Ma purtroppo non ha carta bianca», spiega. Per il titolare del pub Britannia, ci sono problemi più grossi di cui preoccuparsi che non dell’inno nazionale: «Si deve dar peso a ben altre cose invece di stare a fare questi polveroni – dice – Ci sono tanti problemi più gravi con cui abbiamo a che fare tutti i giorni».

Se questa è l’aria che tira a Vedelago, qualche voce dissonante c’è ed è femminile: «Io sono e mi sento italiana e quello di Mameli è l’inno nazionale, non Và pensiero – risponde la signora Cecchetto – E domani sera tifo Italia», aggiunge pensando già al debutto degli azzurri ai Mondiali.

Vedelago, il paese dove non vogliono l’Inno di Mameliultima modifica: 2010-06-14T11:00:00+02:00da sagittario290