Assalto al furgone portavalori

Cronaca

(03 giugno 2010)

Assalto al furgone portavalori
Mezzo milione grazie a una talpa

I banditi sapevano che il furgone aveva cambiato percorso. La prima tappa doveva essere a Ussassai, e non a Villanova Strisaili. Scatta la caccia alla talpa. Un vigilante del blindato: “Ho visto la morte in faccia”

di Nadia Cossu

jpg_2050349.jpgVILLANOVA STRISAILI. Una talpa dietro l’assalto da mezzo milione di euro al furgone portavalori della Metropol Sarda. È un sospetto che si rafforza ora dopo ora.

Il blindato rapinato a Villanova Strisaili martedì mattina avrebbe infatti dovuto fare un itinerario diverso. La prima tappa, dopo la partenza da Nuoro, doveva essere in realtà Ussassai e non Villanova. Questo significa, dunque, che i banditi erano perfettamente informati su spostamenti e orari. Sapevano cioè che il primo deposito di denaro sarebbe avvenuto all’ufficio postale di Villanova e che da lì il furgone sarebbe ripartito con le valigette ancora belle cariche di banconote (visto che erano stati depositati soltanto 20mila euro) verso gli altri centri della provincia. Un sospetto, appunto. Ma abbastanza fondato. Perché la seconda ipotesi, e cioè che il blindato fosse seguito dai rapinatori fin dalla sua partenza da Nuoro, non regge granché. I vigilantes sono uomini esperti e addestrati, soprattutto quando viaggiano nelle strade dell’Ogliastra, e si sarebbero accorti se qualcuno li avesse seguiti. E poi c’è la terza possibilità, anche questa piuttosto debole: che la banda fosse pronta ai “fuori programma”. I rapinatori, cioè, potrebbero essersi appostati con largo anticipo sulla stradina appena fuori dal paese, sapendo appunto che a Villanova ci sarebbe stata l’ultima fermata del blindato, e quando hanno capito che invece il percorso era stato invertito sono comunque riusciti a organizzare l’assalto. In tal caso si tratterebbe di professionisti da manuale.

Le bocche degli investigatori sono rigorosamente cucite. Anche sulla possibilità al momento più concreta: quella di un informatore che abbia rivelato l’improvviso cambio di itinerario del portavalori Metropol.

I carabinieri della compagnia di Lanusei, guidati dal capitano Dario Pini, intanto, cercano anche l’auto utilizzata per la fuga e nelle prossime ore potrebbe partire una raffica di perquisizioni.

Sono giorni di lavoro intenso per gli investigatori che probabilmente consideravano l’assalto ai furgoni portavalori come un reato ‘d’altri tempi’. Soprattutto ha spiazzato la “nuova” tecnica della benzina per minacciare i vigilantes. I banditi, martedì mattina, non hanno usato esplosivo per sventrare il mezzo, non avevano i kalashnikov e non hanno sparato contro il furgone né contro le guardie giurate, come invece succedeva in passato.

Nel 2003, sulla statale 389 Nuoro-Lanusei, un furgone della società Vigilanza Sardegna era stato rapinato di 300mila euro e proprio allora (si tratta di uno degli ultimi assalti in Ogliastra) i banditi avevano fatto saltare in aria la “pancia” del blindato con mezzo chilo di esplosivo. Le armi utilizzate, come da prassi, gli AK 47. Poi un altro assalto sulla Teti-Olzai, nel 2005. Da allora silenzio assoluto, ‘la banda dei kalashnikov’ (così erano stati ribattezzati) sembrava scomparsa nel nulla, almeno in Sardegna. Perché nel resto d’Italia, invece, gli ogliastrini in trasferta continuavano a colpire i blindati. Raffaele Arzu, il trentenne di Talana arrestato a dicembre, era considerato una delle menti di alcuni assalti a furgoni portavalori soprattutto in Toscana. Ma lui ora è in carcere.

Bisognerebbe capire perché i banditi abbiano scelto di ‘rispolverare’ questo tipo di rapina. Pericolosa e persino infruttuosa visto che i dispositivi di sicurezza prevedono che le banconote siano inutilizzabili per via della macchiatura indelebile.

Assalto al furgone portavaloriultima modifica: 2010-06-04T12:00:00+02:00da sagittario290