Primo Maggio, non solo festa e concerto

Cronaca

01 maggio 2010

Primo Maggio, non solo festa e concerto
Napolitano invita i precari al Quirinale

Il Capo dello Stato ospita una delegazione di ricercatori
dell’Ispra. Per ricordare chi lotta per il posto di lavoro

napolitano--140x180.jpgROMA – Nella foga di gioire insieme per il tradizionale grande concerto del Primo Maggio in piazza San Giovanni, molti romani – e milioni di italiani – rischiano di dimenticare che quel concerto nasce dall’esigenza di celebrare la Festa dei Lavoratori. A ricordarlo a tutti ci ha pensato il Presidente della Repubblica, con un gesto che ha un profondo significato politico e porta in sé un messaggio sociale: non dimentichiamoci di chi il lavoro non ce l’ha o lo vede messo a rischio da tagli e ristrutturazioni. Giorgio Napolitano ha invitato al Quirinale sabato i precari dell’Ispra.

DAL TETTO AL COLLE – In occasione della celebrazione della Festa del lavoro – nel giorno delEIDON--180x140.jpg concertone promosso da Cgil, Cisl e Uil – il Capo dello Stato riceverà i lavoratori protagonisti lo scorso inverno di una lunga battaglia per la conservazione dei posti di lavoro. Tra novembre e gennaio un gruppo di ricercatori trascorse 57 giorni sul tetto della sede Ispra di via Casalotti, occupandolo per protestare contro il rischio di veder cancellati 430 contratti a rischio per il progettato ridimensionamento delle attività dell’Istituto.

Dal tetto dell’Ispra al «Colle» per antonomasia. Napolitano ha fatto sapere, tramite i suoi collaboratori, di aver «seguito con attenzione» la vicenda dell’Istituto vigilato dal ministero dell’Ambiente, nato nel 2008 dalla fusione di Apat, Icram e Infs: all’evento parteciperà una delegazione dei lavoratori. «Siamo onorati per l’attenzione del Presidente della Repubblica alla vicenda Ispra, segno tangibile di quanto il nostro ente di ricerca sia di straordinaria importanza per il Paese – dice Massimiliano Bottaro, tra i portavoce della protesta sul tetto – L’interessamento e il sensibile coinvolgimento della più alta carica dello Stato offre nuove speranze di non vedere dissipato il nostro lavoro, svolto da anni con dedizione e professionalità, e di continuare a servire il Paese in un Istituto Superiore finalmente degno di questo nome».

NOTTE--140x180.jpgDISPERATI IN VETTA – Ma il caso dell’Ispra non è che uno dei tanti che hanno attraversato la Capitale – piazza eletta per chiunque voglia far sentire la propria voce – durante l’anno più drammatico per la crisi del mercato del lavoro: oltre 220 cortei e sit-in – per il 70% di lavoratori – hanno bloccato le strade di Roma. E decine sono stati gli episodi di proteste sempre più clamorose: dalle guardie giurate dell’Istituto di Vigilanza dell’Urbe – salite per 5 notti sul terzo anello del Colosseo, nell’agosto 2009 – alle tendopoli e all’occupazione del tetto dei Musei Capitolini da parte delle famiglie senzacasa; dallo spogliarello alla Full Monty dei precari della scuola nel liceo Newton al Natale nell’azienda occupata dei lavoratori di Omega-Agile (ex Eutelia) sulla Tiburtina, 1.800 dei quali erano a rischio licenziamento.

SULLA GRU O IN TERRAZZA – Dopo la lezione dell’Innse di Milano – dove gli operai vinsero la loro301558_T--180x140.jpg battaglia dopo 8 giorni trascorsi su una gru carroponte – l’abitudine a salire sempre più in alto per urlare il proprio disagio è divenuta a Roma una tecnica collaudata: i disperati in vetta si sono moltiplicati. Il 12 agosto salirono a 37 metri, sulla torre miscelatrice dello stabilimento di Marcellina (cittadina in provincia di Roma) gli operai della Cim che protestavano contro l’annunciata chiusura della loro azienda. A settembre furono i Cobas della scuola a salire sulla terrazza dell’ex Provveditorato. Subito dopo toccò agli studenti di Roma a occupare il tetto dell’università La Sapienza con striscioni a favore dei precari della scuola.

Anche i 400 operai a rischio licenziamento della Ritel di Rieti, a novembre, erano saliti sul tetto dell’azienda elettronica per tentare di salvare il lavoro. E quelli della Videocon, azienda frusinate comprata da investitori indiani, avevano prima occupato il tetto, poi bloccato per ore l’austrada del Sole nel tentativo di evitare la procedura di mobilità per 1.294 di loro. Per non dimenticare la protesta della Alstom di Colleferro – con il presunto sequestro di un dirigente, fermo per ore in azienda a parlamentare – o quelle, recentissime, della Bristol Squibb di Sermoneta (815 posti in forse) e della Findus di Latina, dove 600 operai potrebbero perdere il lavoro.

CIM--180x140.jpgLA CRISI NEL LAZIO – La crisi nel Lazio ha numeri che il Primo Maggio non si possono dimenticare. Nel 2009, in 90 mila hanno perso il lavoro in regione e oltre 70 mila sono entrati in cassa integrazione. Nel Frusinate, dal 16 marzo lo stabilimento Fiat di Piedimonte San Germano (Cassino) impiega gli operai rimasti – lo stabilimento ha 4500 cassintegrati – solo il lunedì e il martedì. Nella sola provincia di Latina già 1.300 lavoratori hanno perso il posto e la cassa integrazione straordinaria – indicativa di crisi e anticamera nella cessazione di attività – ha fatto registrare una impennata del +239,7%: ciò significa che dai 2.118 lavoratori coinvolti a gennaio, si è passati ai 4.817 di febbraio.

L’ESEMPIO DELLA RICERCA – In questa situazione, l’esempio dei lavoratori dell’Ispra che salgono al Quirinale, dopo aver raggiunto a fine gennaio un accordo sofferto, è di buon auspicio. «Speriamo che l’interesse delle massime istituzioni serva da garanzia per l’attuazione degli accordi presi – dice Ivan Consalvo, delegato dell’Usi/ RdB Ispra -. Questo evento può servire a riportare l’attenzione sull’importanza della ricerca e dei controlli ambientali pubblici nel nostro Paese, per i quali sono sicuramente necessari più finanziamenti e una maggiore valorizzazione di personale spesso precario e inquadrato con contratti del tutto inadeguati».

SCIOPERO DEL COMMERCIO – «Sarà un Primo Maggio all’insegna della dignità del lavoro, troppe volte calpestata», dice il segretario della Cisl, Raffaele Bonnani. Ma dal coro delle celebrazioni si leva una voce di protesta: «È paradossale che mentre i sindacati Cgil, Cisl e Uil celebrano la festa del primo maggio a piazza San Giovanni, poi firmino contratti che, di fatto, rendono obbligatorio per tutti lavorare il primo maggio», dice Giancarlo Desiderati, segretario provinciale della Flaica-Cub di Roma.

Il sindacato ha proclamato per il primo maggio lo sciopero nazionale dei lavoratori del commercio: a Roma dalle 11 alle 13 si svolgerà una manifestazione di protesta davanti al negozio «Lo zio d’America», in via Ugo Ojetti, dove opera la catena di supermercati Sir. Contemporaneamente sciopereranno anche i lavoratori del Mc Donald’s di piazza di Spagna e dell’Auchan di Fiumicino.

La Sir «proprio in concomitanza del primo maggio, ha comunicato lo spacchettamento dell’azienda in tante piccole società e la loro cessione a cooperative del gruppo Conad»: un’operazione con cui, afferma Desiderati, «si rende ancora più incerto il già precario futuro di centinaia di dipendenti».

Luca Zanini

Primo Maggio, non solo festa e concertoultima modifica: 2010-05-02T11:00:00+02:00da sagittario290